Sul palco del Petrarca di Arezzo: Re Lear
Sabato 2 aprile ore 21 e domenica 3 aprile alle 17 al Teatro Petrarca di Arezzo in scena con "Re Lear" con Glauco Mauri e Roberto Sturno (pre-montaggio venerdì 1° aprile). Di William Shakespeare, traduzione di Letizia Russo, riduzione e adattamento di Andrea Baracco e Glauco Mauri, con Glauco Mauri, Linda Gennari, Aurora Peres, Emilia Scarpati Fanetti, Roberto Sturno, Francesco Sferrazza, Aleph Viola, Dario Cantarelli, Enzo Curcurù, Laurence Mazzoni, Paolo Lorimer, Francesco Martucci. Regia Andrea Baracco, produzione Compagnia Mauri Sturno – Fondazione Teatro della Toscana.
Mi sono sempre sentito non all’altezza ad interpretare quel sublime crogiolo di umanità che è il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso, cammino.
Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c’è di più poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Learè la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro. Quello che mi ha sempre colpito di questa tragedia, che è una delle più nere e per certi versi enigmatichetra quelle dell'autore inglese, è che sotto quel nero sembra splendere qualcosa di incredibilmente luminoso e proprio questa luce sepolta dall'ombra la rende così affascinante. Padri indegni e figli inetti, padri indegni che hanno generato figli inetti, le madri assenti, estromesse dal dramma, parafrasando Amleto, qui la fragilità è tutta e solo maschile. Nessuno dei personaggi è in grado di regnare, di assumersi l'onere del potere, nessuno sembra avere la statura adatta, nessuna testa ha la dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo giganti o nani in questo universo dipinto da Shakespeare.
I tormenti di Lear, di Gloucester, i turbamenti di Edgar, i desideri di Edmund, i tremori e i terrori delle tre figlie del Re, Cordelia, Goneril e Regan, attraggono da sempre perché la complessità e in alcuni casi la violenza che produce il conflitto generazionale è per forza di cose universale. Andrea Baracco