San Isidro Futból: lo spettacolo online della stagione #iorestoacasa
Chiudere i nostri teatri e i nostri cinema è stato un obbligo civile e morale. Restare a casa, ora, è un dovere etico e sociale. Restare insieme è una necessità del nostro essere umani.
Restiamo insieme per quattro settimane. Restiamo insieme virtualmente, senza abbracci, senza strette di mano. Restiamo insieme nel tempo in cui #iorestoacasa.
Da giovedì 12 marzo a domenica 5 aprile al via la Stagione #iorestoacasa presso lo Spazio Teatro Social di Officine della Cultura. Vogliamo restare insieme a voi anche se restiamo in casa. Seguite i canali social di Officine della Cultura: la stagione online sarà del tutto gratuita 24 ore su 24.
Giovedì 12 marzo a domenica 15 marzo San Isidro Futból dal libro omonimo di Pino Cacucci regia di Francesca Barbagli
Guarda lo spettacolo QUI
Produzione Officine della Cultura / Libera Accademia del Teatro
con
Andrea Biagiotti
Riccardo Valeriani
e con
Massimo Ferri chitarra
Luca Baldini basso chitarra
Gianni Micheli fisarmonica, clarinetto, sax soprano
Massimiliano Dragoni percussioni
e la partecipazione di Francesca Neri
regia di Francesca Barbagli
musiche originali di Massimo Ferri e Luca Baldini
testi delle canzoni di Stefano Ferri
scenografie e disegno luci: Maurizio Giornelli
fonica: G. P. Service
costumi: Massimo Gottardi
Calcio, donne e cocaina: ecco gli ingredienti della storia sudamericana che andiamo a raccontare. Il solito guazzabuglio di violenza, soldi e potere? Assolutamente no. Denuncia sociale? Nemmeno.
Gli ingredienti “scottanti” presenti nella storia sono talmente mescolati con il candore dei protagonisti che è il caso di rispolverare il famoso motto latino “Omnia munda mundis” che tradotto letteralmente significa tutto è puro per i puri o anche all’anima pura, tutte le cose (appaiono) pure.
Gli abitanti di S. Isidro infatti sono contadini, poveracci, rozzi, molto cocciuti e testardi, orgogliosi della loro comunità che si trovano loro malgrado al centro di un’avventura di narcotraffico senza capire minimamente quello che sta succedendo. Proprio la loro ignoranza però li farà uscire indenni dal contatto con droga e malviventi, non contaminati e non cambiati nella loro dignità di uomini semplici ma retti.
Rivediamo uno a uno gli ingredienti principali della storia con gli occhi degli sgangherati abitanti di S. Isidro:
Calcio: la squadra di calcio di recente creazione, la “S. Isidro futbòl” è l’orgoglio del paese e tutti, da Don Cayetano Altamirano, l’autoproclamatosi alcalde (sindaco) del paese all’allenatore Pepe Gongora, ne vanno estremamente orgogliosi. Quintino Polvora è la star della squadra, colui che gioca come “matador”, un ruolo privo di qualsiasi restrizione.
Donne: o meglio “donna”… in questo caso Antonia, figlia dell’allenatore Pepe Gongora, deliziosa fanciulla dalla sensualità appena sbocciata innamorata di Quintino che decide di conquistarlo, riuscendoci, proprio la sera prima della partita più importante del torneo. Quintino passa con lei una indimenticabile e insonne notte d’amore dalla quale conseguiranno una promessa di matrimonio e una pessima figura in campo.
Cocaina: ecco il vero imprevisto della storia! Il campo da calcio è stato delimitato con della polvere bianca creduta da tutti concime e che invece è cocaina e il nostro quintino, in modo del tutto casuale, ne respira una manciata cadendo di faccia proprio sulla riga di demarcazione. Farà 15 gol praticamente di seguito vincendo di colpo la fatica e accorgendosi che quel concime ha qualche strana virtù…
Si scoprirà che la misteriosa polvere bianca proviene da un aereo misterioso caduto qualche giorno prima nella sierra e rinvenuto dal vecchio e scorbutico Alvaro Cristobal, il quale ingaggia Quintino per trasportare in segreto quei sacchi dall’aereo alla cantina di casa sua.
Da questo momento si dipana un’intricata e divertente vicenda dalle tinte quasi western, in cui gli abitanti del paese, prima sorpresi e poi arrabbiati, vedono arrivare a S. Isidro trafficanti tanto cattivi quanto imbelli, poliziotti corrotti ed incompetenti, fino a quando uno strano prete, Padre Pedro Izcascoicea, che suole portare vangelo in mano e stivali a suola ricurva con tacco da otto centimetri e speroni ai piedi, arriva e come un moderno cow-boy mette le cose a posto.