Hess: un monologo sussurrato ai volti di pietra del Cassero
“Hess” è il monologo teatrale di e con Tazio Torrini, scritto dalla drammaturga Alina Nelega, che andrà in scena sabato 1 febbraio al Museo il Cassero ( via Trieste 1- Montevarchi) nell’ambito degli eventi celebrativi della Giornata della Memoria per l’anno 2020 organizzati dal Comune di Montevarchi e dal Museo Cassero per la Scultura. Sipario alle ore 21.15.
“Hess- scrive Tazio Torrini nelle note di regia- non parla di nazismo (o non solo), ma di noi stessi, della parte oscura di ognuno di noi. Un testo che, partendo da un personaggio rappresentativo di quanto ci sia di più distante dalle nostre ‘verità’ odierne, ci pone domande su cosa sia la ‘verità’ profonda dell’essere umano. Che non è mai riposante o comoda.…L’attore che incarna il vecchio rileggerà la personale interpretazione dei Dieci Comandamenti biblici del personaggio Hess, secondo una chiave biografica che ha sia elementi di realtà storica che di fantasia letteraria. Un ripercorrere la propria vita a tratti caustico, toccante o allucinato in cui la feroce rivendicazione di una missione si alterna a frammenti biografici ora agghiaccianti ora dolenti. Una autoassoluzione che lascia emergere il lato nero dell’essere umano”. HESS è un testo di fantasia, un immaginario testamento elaborato secondo i principi dei "Dieci Comandamenti" nell’ultimo giorno di vita di Rudolf Hess, figura opaca e misteriosa, ridotta ad uno stato di vecchio derelitto nel carcere di Spandau, che Alina Nelega interroga alla ricerca del lato nero dell'essere umano fra dramma storico e fantasia letteraria.
Tratto da “Decalogul dupa Hess” (I Dieci Comandamenti secondo Hess) e tradotto da Horia Corneliu Cicortas, la pièce si avvale della collaborazione di Ass. Cult. Telluris Associati ed è frutto di una residenza artistica curata da Kanterstrasse.
La storia. Rudolf Hess è stato sodale e ombra di Hitler sin dagli esordi. Con lui ha diviso la prigione, la stesura del Mein Kampf e la carriera fino a divenirne vice e successore designato. Rudolf Hess, misteriosamente e da solo, si paracadutò sulla Scozia nel 1941 per trattare una pace separata col governo britannico. Smentito da entrambi i fronti, fu internato in un manicomio inglese come pazzo.
Hess fu condannato, alla fine della II Guerra Mondiale, all’ergastolo e rinchiuso nel carcere berlinese di Spandau, di cui è stato ultimo “occupante” vivendovi in totale solitudine per oltre vent’anni. Definito “L’uomo più solo del mondo”, “Il carcerato più costoso della storia” e “Sua Signoria Imprigionata” Hess ha condotto a Spandau una esistenza signorile e sinistra, tra leggende di presenze spettrali, pranzi raffinati, biblioteche nel parco allestite per lui.
Fu trovato morto il 17 agosto 1987, il giorno della sua scarcerazione. Aveva 93 anni e un cavo elettrico legato intorno alla gola. È stato cremato e i suoi resti dispersi per timore che la tomba divenisse teatro di raduni nazisti. Stessa sorte toccò al carcere di Spandau e probabilmente ai suoi segreti.