“Premio Marco Melani” al via la 15ª edizione
Piazza Camillo Benso Conte di Cavour, 15
San Giovanni ValdarnoIl Comune di San Giovanni Valdarno e Casa Masaccio presentano la 15ª edizione del “Premio Marco Melani”, istituito nel 2006 da Enrico Ghezzi in memoria di Marco Melani (San Giovanni Valdarno, 12 aprile 1948 – Roma, 13 aprile 1996). Con il “Premio Marco Melani”, finanziato dalla Direzione generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, la città di San Giovanni Valdarno celebra Marco Melani, figura di grande spessore intellettuale che ha svolto la sua attività nell’ambito del cinema e della televisione italiana. Ideatore e curatore di storiche trasmissioni televisive quali “Blob” e “Fuori Orario”, la sua attività ha attraversato i vari settori dell’arte cinematografica: da regista e sceneggiatore (“Le cinque stagioni” di Gianni Amico, “Il parolaio” con Roberto Benigni e “I cornigliesi” con Enrico Rava), organizzatore di rassegne e festival (da “Ladri di cinema”, che ha visto la partecipazione agli incontri da lui organizzati di registi quali Billy Wilder, Elia Kazan, Bernardo Bertolucci, al “Salso Film Festival”, dove ha scoperto e fatto conoscere Marco Tullio Giordana, Fiorella Infascelli, Amos Gitai, Kenneth Anger, Otar Iosseliani), critico cinematografico (ha collaborato con “L’Espresso”, “Movie”, “Il Manifesto”). Tutte premesse queste che hanno conferito al “Premio Marco Melani” una particolare e rigorosa vocazione statutaria e che ne hanno fatto un riconoscimento per quegli autori e quelle figure di livello nazionale e internazionale che, con la loro creatività, hanno dato spazio alla sperimentazione linguistica e formale in ambito cinematografico e audiovisivo, spesso prestando la loro voce agli strati più marginali della società; un intento ampiamente confermato dall’elenco dei premiati che si sono succeduti in questi anni: Alberto Grifi, Tonino De Bernardi, Franco Maresco, Pasquale Scimeca, Mario Martone, Otar Ioseliani, Francesco Calogero, Amos Gitai, Giuseppe M. Gaudino, Bernardo Bertolucci, Paulo Branco, Pippo Delbono, Jean-Marie Straub e Danièle Huillet. Le personalità premiate sono fortemente indicative dell’importanza e del valore anche internazionale che ha caratterizzato questo riconoscimento fin dalla sua istituzione.
Quest’anno, in occasione della sua 15ª edizione, il “Premio Marco Melani”, curato da Enrico Ghezzi e Rita Selvaggio, viene conferito alla memoria dell’autrice belga Chantal Akerman (Bruxelles, 6 giugno 1950 – Parigi, 5 ottobre 2015), la cui opera rispecchia fedelmente quei citati principi di sperimentazione, innovazione linguistica, inclusione e attenzione verso l’emarginazione sociale su cui lo stesso premio si fonda.
Il premio sarà consegnato sabato 11 dicembre, alle ore 21, nella sala consiliare di Palazzo d’Arnolfo dal Sindaco della città Valentina Vadi a Sylviane Akerman, che nel 2017 ha fondato a Bruxelles la Fondation Chantal Akerman supportata da Royal Belgian Film Archives (Cinematek) in questa missione. La cerimonia sarà introdotta dalla proiezione di “Saute ma ville” (1968), film di esordio in cui Akerman, regista e attrice ancora diciottenne, rivela subito il suo carattere ribelle e sovvertitore con una critica pungente della vita domestica e l’esplosione letterale di ciò che viene identificato come universo femminile.
L’edizione del 2021 sarà accompagnata da una serie di omaggi e contributi da parte di esponenti della cultura, del mondo del cinema e delle arti visive, sia in presenza che da remoto. Tra gli altri, oltre ai curatori del premio: Claire Atherton (film editor), Fabio Balducci (artista), Carole Billy (Associate Director, Exhibitions & Special Projects, Marian Goodman Gallery), Céline Brouwez (responsabile della Fondation Chantal Akerman presso Cinematek), Rinaldo Censi (critico cinematografico), Adam Roberts (regista, produttore, curatore e critico cinematografico).
Sarà l’autrice belga Chantal Akerman a ricevere quest’anno il “Premio Marco Melani”. Quest’anno, in occasione della sua 15esima edizione, il “Premio Marco Melani”, curato da Enrico Ghezzi e Rita Selvaggio, viene conferito alla memoria dell’autrice belga Chantal Akerman (Bruxelles, 6 giugno 1950 – Parigi, 5 ottobre 2015), la cui opera rispecchia fedelmente i principi di sperimentazione, innovazione linguistica, inclusione e attenzione verso l’emarginazione sociale su cui lo stesso premio si fonda. E’ una delle registe più importanti della sua generazione, figura di punta nel cinema europeo sperimentale a partire dagli anni Settanta, che ha dato un contributo fondamentale alla storia del cinema femminista. Chantal Akerman ha inoltre avuto un ruolo cruciale nella graduale ed emblematica dissoluzione tra lo spazio del cinema e quello dell’arte.
“La quindicesima edizione del Premio Marco Melani – dichiarano il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi e l’assessore alla cultura Fabio Franchi – si presenta come un’edizione particolarmente ricca dal punto di vista culturale. Per la prima volta il Premio Melani viene conferito ad una donna, Chantal Akerman, regista, sceneggiatrice e artista belga, e per la prima volta il Premio viene conferito ‘alla memoria’, essendo l’artista scomparsa nel 2015. Una scelta che intende premiare il lavoro di una delle più importanti registe della storia del cinema, nonché artista a tutto tondo, tra i principali esponenti del cinema sperimentale. Alla cerimonia di premiazione interverranno e porteranno il loro contributo artisti, critici e studiosi di tutto il mondo, alcuni in presenza, altri in collegamento da remoto. In questa serata non potevamo non dedicare un doveroso e sentito omaggio a Marco Melani: a lui, infatti, sarà dedicato un ‘fuori orario’ dalla mezzanotte in poi (nella migliore tradizione della omonima trasmissione televisiva creata e curata da lui ed Enrico Ghezzi), con spezzoni di filmati, testimonianze e contributi vari. Un’occasione importante e da non perdere, quindi, per una serata di alta cultura, per ricordare una delle più grandi registe di sempre e per omaggiare il nostro illustre concittadino Marco Melani ed il suo contributo determinante al cinema”.
La cerimonia di premiazione sarà introdotta dalla proiezione di “Saute ma ville” (1968), film di esordio realizzato e interpretato da Akerman a soli diciotto anni. Il cortometraggio ritrae una giovane ragazza che, nella cucina del suo appartamento, dopo aver lavato i pavimenti, ballato, cucinato e bevuto vino, fa esplodere – canticchiando – tutto quello che nel mondo la opprime.
L’edizione del 2021 sarà accompagnata da una serie di omaggi e contributi da parte di esponenti della cultura, del mondo del cinema e delle arti visive, sia in presenza che da remoto.
Oltre a Enrico Ghezzi, direttore del premio, e Rita Selvaggio, curatrice dello stesso, Claire Atherton (film editor) parlerà della regista come di una persona in perenne movimento, libera e intuitiva, provocativa, il cui lavoro costringe ad affrontare noi stessi, gli altri e il mondo in cui viviamo. Interverranno anche Fabio Balducci (artista) e Carole Billy (Associate Director, Exhibitions & Special Projects, Marian Goodman Gallery – New York, Parigi, Londra). Céline Brouwez (responsabile della Fondation Chantal Akerman presso Cinematek) presenterà la Fondazione e il lavoro svolto a partire dal 2017 al fine di conservare e rendere fruibile tramite iniziative di promozione, premi, progetti di ricerca e collaborazioni, l’immenso patrimonio artistico lasciato dalla regista per tramandarlo alle nuove generazioni. Rinaldo Censi (critico cinematografico) parlerà di News from Home, film del 1977 ambientato a New York in cui Akerman, attraverso una serie di “lettere d’amore” scritte alla madre in Europa, medita sull’alienazione urbana e la disconnessione familiare. L’intervento di Ivone Margulies (studiosa e critica cinematografica, docente presso il dipartimento di Film and Media Studies all’Hunter College e al Graduate Center della City University of New York, Cuny) dal titolo “A dry and moving intensity” si concentrerà sulle modalità con cui Akerman trasmuta il quotidiano, parlerà del suo tempismo infallibile e delle sue brillanti esplorazioni nei territori di un linguaggio secondario fatto di lettere, canzoni, cliché. E ancora, Adam Roberts (regista, produttore, curatore e critico cinematografico), offrirà un profondo omaggio sia professionale che personale ricordando la personalità di Akerman, così radicale e profondamente umana. Roberts leggerà un passaggio dal suo libro “Lamentation. In the Stuart Croft Archive”, un discorso di commiato per la regista.
Nel corso della serata verrà inoltre proiettato La Chambre (1972, Belgio), interamente ambientato nell’appartamento di SoHo della regista, primo cortometraggio girato durante la permanenza a New York e che si ispira forse al minimalismo degli “anti-film” di Andy Warhol. A chiusura della cerimonia La Paresse(1986, Germania), un cortometraggio che è un segmento del film collettivo Seven Women, Seven Sins, un’eccezionale collaborazione tra sette registe donne del cinema indipendente che si immergono nell’esplorazione dei sette peccati capitali biblici.
In conclusione, a partire dalla mezzanotte, “Fuori Orario” - marco melani, (in) (sod) dis-fare il cinema, con film, contributi e testimonianze dedicate a Marco Melani.
La cerimonia verrà trasmessa in diretta streaming sulla piattaforma Civicam "Musei Sgv" (museisgv.civicam.it), sulla pagina ufficiale del Comune di San Giovanni Valdarno (comunesgv.it), sul sito del museo Casa Masaccio , Centro per l’Arte Contemporanea (casamasaccio.it), sulle pagine Facebook del Comune di San Giovanni Valdarno e di Casa.
Chantal Akerman (Bruxelles, 6 giugno 1950 – Parigi, 5 ottobre 2015) è stata una regista, sceneggiatrice e artista belga, pioniera del cinema femminista ed è considerata oggi tra i più importanti registi della sua generazione. Nata a Bruxelles da genitori polacchi sopravvissuti al trauma dell’olocausto, un tema ricorrente nella sua opera, Akerman raggiunse l’apice del successo come regista di avanguardia durante gli anni Settanta grazie a “Jeanne Dielman, 23, quai du commerce, 1080 Bruxelles”, uscito nel 1975 e ancora oggi considerato come uno dei capolavori della storia del cinema. Regista di oltre 40 film, Akerman fu una delle prime personalità a sperimentare le opportunità che il cinema poteva offrire alle arti visive, sotto forma di installazioni. Recentemente, Eye Filmmuseum di Amsterdam le ha dedidato “Passages”, ampia mostra personale curata da Jaap Guildemond. Personali importanti delle opere di Akerman si sono tenute al ICA di Londra (2014-2015), al Museo d’Arte Contemporanea di Antwerp in Belgio (2012), al MIT di Cambridge, Massachusetts (2008), al Museo d’Arte di Tel Aviv in Israele (2006), al Museo dell’Arte dell’Università di Princeton nel New Jersey (2006) e al Centro Georges Pompidou di Parigi (2003). Akerman ha partecipato a “Documenta XI” (2002) e alla Biennale di Venezia (2001, 2015). Nel 2011 una retrospettiva dei suoi film si è tenuta al Vienna Film Festival. Fra le sue prossime mostre “From the other side” presso Marian Goodman Gallery, sede di Parigi.