In mostra le opere dell'artista Marco Paccini
Di nuovo in mostra le opere dell'artista Marco Paccini che esporrà la ricerca pittorica più recente unita alla storica produzione scultorea. Questa esposizione rappresenta inoltre un'occasione d'eccezione per ammirare il lavoro di una intera famiglia, che da generazioni dedica il proprio operato al mestiere dell'arte. Il progetto espositivo è esso stesso un'opera di installazione, densa di significato: le mura del Centro Espositivo La Filanda si trasformano in un enorme telaio, dove l'ordito è costituito da opere pittoriche di mano maschile (di Marco Paccini) collocate lungo le pareti longitudinali e la trama in fieri è costituita da una grande opera al femminile (di Ilaria Paccini), che è appunto la grande lastra la spada della tessitrice, collocata sulla parete di cemento, nel lato corto della sala e opposta all'ingresso, svolta dall'artista live painting durante i giorni di mostra.
L'uscita dell'umanità dalla Preistoria è contrassegnata da specifici elementi, le cui tracce man mano appaiono nei siti archeologici: la presenza della ceramica, l'allevamento del bestiame e non più il solo addomesticamento così come l'adozione dell'agricoltura e l'invenzione di utensili da lavoro, tra cui soprattutto il telaio. Quest'ultimo è un meccanismo complesso, ma che grosso-modo consta di una cornice entro cui dei fili verticali (ordito) vengono intrecciati con una spola alla trama orizzontale. Questo tessuto di fili viene riallineato tramite un'asta di legno, che - siccome il telaio è un'invenzione prettamente femminile - si chiama LA SPADA DELLA TESSITRICE.
Questa esposizione artistica trova dunque nel luogo (una ex filanda per la seta) una speciale relazione di significato grazie alla quale suggerire al pubblico il parallelo tra la creazione del tessuto e la peculiarità, tutta femminile, di tessere legami umani e dunque sociali. L'importanza di un ritorno alla socialità e l'importanza di essere consapevoli di fare parte di un tutto intrecciato saldamente, è fondamentale per combattere l'individualismo esasperato e la conseguente violenza che l'umanità odierna esercita nei confronti dell'ambiente, delle altre specie e dei propri simili.
Il fatto che la Filanda di Loro Ciuffenna fosse adibita alla seta, inoltre suggerisce la preziosità e insieme la fragilità del tessuto sociale: i valori femminili come la cooperazione e l'attenzione per soggetti più deboli, possono essere una risorsa utile nel combattere l'isolamento e l'egocentrismo, e si impongono come necessario contrappeso al diffuso sentimento di prevaricazione e violenza che ci caratterizza sempre di più. Rimarcare socialmente questi valori significa riconoscere l'importanza del ruolo femminile stesso, che va nuovamente inteso come risorsa.
Se volessimo infatti riequilibrare i due assi del tessuto sociale (femminile/maschile) usando una sorta di spada immaginaria, non dovremmo batterci affinché le donne vivano "al maschile": come esercito di riserva del capitale pronto a consumarsi per la carriera, schiave di nuovi ritmi disumani come gli uomini, più tenaci e più brave ad applicare uno spietato arrivismo, pronte a dimostrare la loro dedizione ad una vita pubblica che le esautora da ogni impegno familiare; ma piuttosto far elevare l'uomo ad un piano femminile di valori: ritmi lavorativi meno esasperati, la certezza di essere importanti non perchè si è unici, al di sopra di ogni altro, ma perché in grado di apportare il proprio contributo dando spazio ad una crescita collettiva in cui la propria esistenza possa essere variegata, in quanto dipanata su molteplici ambiti, tra cui la propria intimità.
Femminile e maschile dunque, anche la mano delle opere in mostra: un interessante confronto di sensibilità giocato con il linguaggio astratto e lirico dell'astrattismo informale e del figurativo, in grado di coesistere molto efficacemente.