Mostra "Italia Metafisica"
“Dopo aver letto Le città invisibili di Calvino, mi affascinava quel tanto di fantastico che gli spazi urbani a volte racchiudono, e mi piaceva l’idea che si potesse scoprirlo e raccontarlo grazie alla fotografia digitale e alla sua versatilità al momento della post-produzione”. Nasce così il progetto di Mario Rotta “Italia Metafisica”, migliaia di scatti viaggiando per il nostro bellissimo paese poi specchiati, capovolti, sovrapposti in trasparenza, via via via esplorando nuove tecniche. Immagini che restituiscono un’Italia tanto sognata quanto reale e che racconta la sua bellezza storica e architettonica nella mostra “Italia Metafisica” che verrà inaugurata sabato 8 ottobre alle 17,30 nella galleria delle Logge del Grano, mercato coperto in piazza del Popolo ad Arezzo, in collaborazione con Galleria Ambigua. Un viaggio da Roma Caput Mundi alle periferie, dalla Serenissima ad Arezzo, da immagini di rinascita a quelle che ci ricordano il tempo fugace, un percorso visuale in anteprima, a cui si accede attraversando nove porte per perdersi in duecento immagini tra suggestione e percezione.
“Italia Metafisica è un progetto che ha preso forma negli ultimi 15 anni - spiega Mario Rotta - in tutto questo tempo ho viaggiato molto per motivi di lavoro e ne ho approfittato per conoscere e fotografare molte città paesi e borghi di quasi tutte le regioni italiane. Mi affascinava quel tanto di fantastico che gli spazi urbani a volte racchiudono, mi interessava capire se e quanto gli ambienti urbani potessero essere classificati in base a elementi distintivi, mi interessavano le prospettive, le simmetrie, in una parola tutto ciò che può rendere uno spazio artificiale metafisico nel pieno senso della parola. Dopotutto abito molto vicino a quel capolavoro di ricerca metafisica sulla prospettiva e sulla simmetria che sono gli affreschi della Leggenda della Croce di Piero della Francesca”.
Non banali foto di viaggio, ma ricerca: “Ho imparato che la forma e il rapporto di scala degli spazi urbani determina e indirizza in qualche modo la nostra percezione: siamo legati alle dimensioni dell’ambiente che ci circonda e ci sentiamo spaesati in tutti quegli ambienti che non assomigliano al modello che abbiamo in mente; ci sono città labirintiche e altre pianificate, regolari, così come ci sono ambienti urbani che assecondano la natura e altri che la piegano, la deformano. Ma soprattutto ci sono città orizzontali, verticali, in equilibrio, dove ciascuno può perdersi, avvertire un senso di disagio, o può riconoscersi. Le vere città invisibili sono quelle che possiamo scoprire solo dopo aver cercato di descriverne i luoghi e i non luoghi mentali che gli spazi fisici lasciano impressi nella nostra memoria attraverso quel debole e imperfetto filtro che è la percezione. Per questo alla ricerca sull’Italia Metafisica ho aggregato anche una serie di immagini sperimentali che cercano di riprodurre un pensiero formulato originariamente da William Blake: se si potessero attraversare le porte della percezione vedremmo le cose per ciò che sono veramente, ovvero infinite. Per addentrarsi nell’Italia metafisica si attraverseranno letteralmente le porte della percezione, oltre le quali ci sono gli spazi invisibili che rendono le nostre città uniche, eterne, senza fine. Ma in fondo tutto è parte di quella grande bellezza in cui noi italiani siamo cresciuti e che proprio noi, prima di chiunque altro, dovremmo saper apprezzare, cogliere, condividere, proteggere, in una parola amare”.