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E45, la grande via. La mostra fotografica collettiva aprirà a Città di Castello

La mostra sarà inaugurata il 2 marzo e rimarrà aperta fino al 17, a Città di Castello, al palazzo Bufalini di piazza Matteotti.

"Vogliamo parlare di quella strada che è nostra compagna e alla quale vorremmo affidarci con la fiducia che si ha verso un amico di sempre." Ci sono tanti perché dietro alla volontà di organizzare una mostra fotografica collettiva dal titolo E45, la grande via. Lo hanno pensato i rappresentanti del Centro Fotografico Tifernate che tra pochi giorni inaugurano una mostra che più attuale di così non poteva essere. Nonostante le intenzioni siano descrittive, rappresentative di una quotidianità a prescindere dalla cronaca.

La mostra sarà inaugurata il 2 marzo e rimarrà aperta fino al 17, a Città di Castello, al palazzo Bufalini di piazza Matteotti.

"L'idea della mostra è nata circa 2 anni fa come naturale estensione dei corsi di fotografia del CFT. 
La necessità di comprendere ed affrontare un percorso progettuale e narrativo per immagini, è sempre stato considerato un elemento essenziale da parte degli organizzatori: fin dagli anni di Citerna Fotografia (2010 in poi), lo studio, ricerca e riscoperta del territorio sono stati posti come un elemento caratterizzante ed importantissimo nel percorso di crescita di un fotografo. 
La E45 e le sue relazioni con l'Alta Valle del Tevere e il suo tessuto sociale, culturale ed economico, si possono quindi considerare come una naturale prosecuzione di quelle scelte."

Ma non solo

In questi due anni, mentre si proseguivano le attività previste per la mostra, il paese ha vissuto più volte momenti tragici o comunque difficili, proprio legati alla viabilità e alle infrastrutture. Basti pensare al Ponte Morandi a Genova e alla chiusura del viadotto di Valsavignone. Avremmo dovuto trasferire quel senso di dolore, angoscia, disillusione e rabbia su quello che andavamo un pò alla volta costruendo? Il progetto, iniziato come esplorazione delle interazioni e relazioni tra la grande arteria viaria e la valle che la ospita, doveva spostarsi a considerare i problemi legati alla sua sicurezza e, in generale, alle problematiche associate alle grandi opere e alla loro gestione? 

Il progetto non è stato stravolto per gli eventi accaduti

No. il progetto voleva cogliere e riportare fotograficamente la dialettica e le relazioni tra la valle, il suo modo di vivere, e la grande strada ora parte integrante di essa. Questo era, ed è tutt'ora, lo scopo del lavoro qui presentato. Se in corso d'opera avessimo cambiato il fine del lavoro, avremmo solo aggiunto una voce flebile, e forse incompleta, ad una questione troppo importante per poter essere trattata con le risorse, inevitabilmente limitate in termini di tempo e mezzi, che il CFT può mettere in campo: il risultato non sarebbe stato all'altezza della qualità, precisione e correttezza che sempre ci siamo proposti. L'analisi delle problematiche, urgentissime e prioritarie, della viabilità e della sicurezza, esula completamente quindi dagli aspetti che ci siamo prefissi di rappresentare.

La vita quotidiana intorno alla E45

Non è un mondo idilliaco quello che vogliamo riportare. Ma è certamente il mondo quotidiano, reale, piccolo se si vuole, con cui tutti noi, nelle nostre giornate di lavoro o svago o necessità, ci confrontiamo con la strada che unisce la regione al resto del paese.  Oppure, se vogliamo, che permette al paese di essere una cosa sola, a prescindere dalle difficoltà e dalle barriere del territorio.

Vogliamo parlare di quella strada che è nostra compagna e alla quale vorremmo affidarci con la fiducia che si ha verso un amico di sempre.
Quella strada di cui conosciamo i limiti ma anche i pregi, le criticità di certi tratti e le necessità di miglioramenti. E sappiamo anche che questo passa per una rivalutazione generale del modo in cui le strade si innervano nella valle e nelle montagne, con un continuum di antico, vecchio e nuovo che varrebbe forse la pena rivalutare e riprendere in considerazione. Il nostro contributo, per quanto piccolo, è un atto di fiducia nel futuro.

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