"Lombardo-Onali: forma e colore", due maestri del Novecento a confronto
Due grandi maestri della pittura del Novecento a confronto. E' dedicata a Franco Onali e Carmelo Lombardo la mostra "Lombardo-Onali: forma e colore", che prenderà avvio domenica 19 giugno, alle ore 18, presso il Museo della Torre di Marciano. L'evento fa parte della rassegna d'arte contemporanea "Corpi di luce" voluta dal Comune di Marciano della Chiana e dall'Assessorato alla cultura" ed è curata da Josip Miskovic e Lucrezia Lombardo. In corso fino al 10 di luglio, l'esposizione intende interrogarsi sulla natura dell'arte, attraverso l'opera di due pittori originali e solo apparentemente distanti nei linguaggi.
Cos’è, infatti, che rende l’arte qualcosa di piacevole e talmente indispensabile, da accompagnare ogni epoca?
La costanza con cui popoli e civiltà si sono adoperati a dare consistenza a forme espressive, che oltrepassassero il semplice “manufatto” e la mera artigianalità, mette in luce quanto ciò che definiamo “arte” costituisca, a ben guardare, un bisogno innato nella natura umana e non un mero prodotto culturale. Non è tuttavia possibile rispondere all’interrogativo circa “l’origine dell’arte” se non a partire dalla storia del fare artistico e da esempi pratici, da linguaggi espressivi, cioè, che siano stati in grado, nel tempo, di colpire la percezione, diventando paradigmi innovativi. In tal senso, la pittura di Carmelo Lombardo e quella di Franco Onali costituiscono esempi lampanti di linguaggi capaci d’interrogare e scavalcare l’ordinarietà, capovolgendola e trasportando il fruitore in un orizzonte in cui “la forma sensibile” esprime il bisogno spirituale che è nell’uomo e consistente in un anelito, in una sete di profondità. Tale profondità è il medium capace di ricondurre l’uomo alla “verità”, a quel “fondamento di senso” la cui comprensione -intuitiva o razionale che sia- è il fine ultimo della vita.
La mostra “Lombardo-Onali: forma e figura” nasce così con l’obiettivo di accompagnare il fruitore in un viaggio alla scoperta della forza dirompente dell’arte, una forza capace di alterare i punti di vista ordinari e conformistici, mettendo a nudo ciò che sfugge ai primi piani. Non v’è arte, del resto, senza meraviglia e senza “un trauma” percettivo che unisca il piacere a una forma di disagio, indice del crollo delle certezze psichiche prestabilite. Lombardo e Onali sono stati capaci di fare della loro arte uno strumento di destabilizzazione, oltre a farne un orizzonte di respiro in grado di allontanare dai dolori quotidiani e della meccanicità della vita postmoderna. Conturbanti, accecanti, deliranti, i quadri di Lombardo e Onali riescono a scardinare la percezione ordinaria e, se le opere di Onali parlano attraverso il colore e soggetti che da figurativi si astrattizzano, quelle di Lombardo esaltano invece la figura, estetizzandola in atteggiamenti mistico-statuari, carichi di simbologie. L’arte di Onali è infatti intuitiva e ammaliante, mentre in quella di Lombardo prevale un atteggiamento meditativo e ipnotizzante, eppure, entrambe sono espressione di quel bisogno di verità e ricongiungimento spirituale che è nell’uomo e che solo i linguaggi autentici riescono a toccare. Maestri indiscussi del Novecento, entrambi i pittori hanno dato un contributo essenziale all’arte italiana; Onali lo ha fatto partecipando alla vita artistica romana, periodo durante cui è entrato in contatto con alcuni dei maggiori intellettuali del XX secolo come Mario Schifano, Alberto Sughi e Renato Guttuso, Lombardo, invece, è stato l’esponente italiano del movimento parigino “Figuration Critique”, che riproponeva al vasto pubblico, e alla critica, il figurativo, durante il dilagare dell’informale astratto e del concettuale. Tutt’e due i pittori hanno dunque visto e fatto la storia del Novecento artistico, generando degli stili peculiari, che avvicinano la poetica di Onali ai movimenti astratti e figurativi e quella di Lombardo al surrealismo, eppure, nessuno dei due pittori è inquadrabile nettamente all’interno di specifiche correnti, poiché tanto Onali, quanto Lombardo hanno fatto in modo, sin da subito, di essere due voci indipendenti nel panorama intellettuale dei loro rispettivi ambienti. Dopo aver studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma e a Firenze, Onali ha frequentato gli studi di Marino Mazzacurati e di Roberto Melli. A Stoccolma ha invece lavorato come designer per il celebre studio dell’architetto Tham. Sin da giovane, il pittore ha collaborato con Mario Marenco, oltre che con la Rai, realizzando scenografie per i programmi di Renzo Arbore. Durante Il periodo romano, Onali ha potuto frequentare artisti come Mario Schifano, Tano Festa, Alberto Sughi, Renato Guttuso, esponendo presso alcune delle più celebri gallerie d’Italia e presso importanti musei. Lombardo ha invece appreso la pittura da autodidatta e dal padre (Giuseppe Lombardo), anche lui artista. Trasferitosi da ragazzo in Toscana, il pittore ha conseguito la laurea a Firenze, entrando a far parte, sin da giovane, del gruppo di artisti di Galleria Orfino a Venezia. Attivo nell’ambiente culturale aretino, nel quale era particolarmente legato al critico Pier Francesco Greci e a Ivan Bruschi, già negli anni ’60, Lombardo ha intessuto rapporti con vari circoli pittorici in Olanda e in Francia, dove, negli anni ’80, è entrato a far parte del movimento parigino della “Figuration Critique”, fondato da Maurice Rapin e Mirabelle Dors, i quali affermavano la rivalutazione delle arti figurative fuori dalle tendenze astratte ed informali. Nel 1989, per la prima volta in Italia, il pittore organizza e cura, insieme al critico Nicola Miceli, un’esposizione della Figuration Critique a Pisa, presso il celebre Palazzo Lanfranchi. Negli anni, Lombardo ha esposto, tra gli altri luoghi, in Francia, presso il Grand Palais, in Russia, Germania, Corea e presso alcuni dei maggiori musei italiani e internazionali. Oltre alle opere dei due maestri, sono in mostra i ritratti d’autore realizzati dalla casa editrice Divergenze, una delle maggiori realtà letterarie italiane, attenta alla valorizzazione dei talenti e alla riscoperta dei classici. I ritratti d’autore vengono così proposti al pubblico per la prima volta e rappresentano il solo esempio, nell’editoria italiana, d’illustrazioni e disegni unici che vengono pubblicati all’interno di capolavori letterari.