“Infra/Arte”: nove artisti in mostra nella chiesa dei santi Lorentino e Pergentino
Dal 12 giugno al 5 settembre la chiesa dei santi Lorentino e Pergentino ospita la mostra collettiva d’arte contemporanea: “Infra/Arte”. Gli espositori saranno: Gabriele Grazi, Fernando Maraghini, Erica Pacileo, Silvia Martini, Maria Teresa Ribul, Cesare Baccheschi, Giorgio Bagnarelli, Alessandra Bedino, Franca Ferrini.
L’ingresso sarà gratuito mentre la partecipazione ai singoli eventi sarà su prenotazione. Non ci sarà una singola inaugurazione ma tante giornate dove ogni autore incontrerà i visitatori per spiegare loro la propria proposta artistica. Sabato 12 giugno dalle 18 alle 20, prima giornata di apertura. Gli orari della mostra prevedono l’apertura al pubblico dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 19.30. Saranno disponibili anche prenotazioni fuori orario alla mail: leggerearezzo@gmail.com. Il 20 giugno giornata dedicata alla proiezione in anteprima del lavoro di Fernando Maraghini, Erica Pacileo, Silvia Martini, Amina e Umberto Kovacevich: “Mater Teatro”. Una performance multimediale ispirata alle edicole sacre del territorio aretino. Sabato 10 luglio Gabriele Grazi accoglierà i visitatori mentre alle 18.30 si svolgerà una conferenza sulla storia dell’arte in funzione della propria installazione. A seguire nelle successive settimane ogni artista terrà la propria personale (info www.leggerearezzo.wordpress.com).
“La mostra - spiegano gli organizzatori - avrà la presenza fissa delle opere degli autori della collettiva. Inoltre come segnalato durante le giornate si alterneranno eventi singoli che animeranno questo spazio. Tra le altre performance che troveranno spazio ci saranno delle giornate dedicate alla “Biblioteca Vivente - Human Library” metodo innovativo, semplice e concreto per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi, rompere gli stereotipi e favorire la comprensione tra persone di diversa età, sesso, stili di vita e background culturale. Il collettivo riunisce più persone che con linguaggio differenti provano ad indagare il contemporaneo, proponendo varie dimensioni di approfondimento, suggestioni declinate in differenti maniere ma con un filo rosso che le unisce: parlare alla contemporaneità e abitare un luogo dal forte valore culturale che si staglierà su tutta la mostra come un genius loci”.
Gli artisti
Gabriele Grazi propone un’installazione concettuale che vuole tracciare un percorso nella storia dell’arte portando il fruitore a non essere solo uno spettatore prevalentemente passivo di fronte ad una mostra, ma a trasformarsi in un protagonista attivo, divenendo egli stesso nell’artista. Infatti senza la sua interpretazione, senza la sua esperienza diretta dell’opera, l’opera stessa non si manifesta, non finisce il proprio processo creativo. Scardinando i meccanismo classici di fruizione legati prevalentemente al senso della vista con una metodica standardizzata del rapporto tra fruitore e opera d’arte, Gabriele propone di vivere l’opera appellandosi prevalentemente al senso del tatto, seguendo delle linee maieutiche che l’artista e il fruitore divenuto artista disegneranno insieme.
Cesare Baccheschi propone il progetto: “Les foyer nomades”, realizzato con Ayuba Twista e musica di Jacopo Andreini. Dalla battaglia di Campaldino all’esplosione dell'epidemia di Covid 19 il Casentino ha guardato passare secoli di storia e centinaia di generazioni di esseri umani che hanno intrecciato il loro destino a questa terra. Protagonista del lavoro è il Casentino con i suoi monti che si stagliano alti nel cielo, con i parcheggi cementati di centri commerciali e con i suoi abitanti, tutti uguali, ma unici nel loro genere. Il lavoro guarda a un frammento dell'esistenza di questo luogo e allo “schiumeggiare della vita” che insegue i propri sogni, riflette su sé stessa ai bordi di una piazza, contempla il futuro affacciata al finestrino di un treno in corsa e crea il suo centro ovunque essa si trovi. Les Foyers Nomades è stato prodotto e realizzato per la V edizione di Sufa, arte contemporanea per i diritti umani, che ha come obiettivo di creare con l’arte contemporanea uno spazio di incontro per l’inclusione sociale, l’analisi e la comprensione dei fenomeni migratori. Il progetto SUFA è stato fondato da Paolo Fabiani e Rossella Del Sere, dell’associazione culturale HYmmo Art Lab di Pratovecchio sostenuto da una importante rete di soggetti pubblici e privati: promosso dall’Ecomuseo del Casentino, dall’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Sociali dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, con il finanziamento di Regione Toscana attivato dal bando Toscanaincontemporanea 2020, i contributi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Comune di Pratovecchio Stia, del progetto Siproimi dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino e di Borri spa.
Fernando Maraghini ed Erica Pacileo, titolari della Fez Film, proporranno una videoproiezione dal titolo “L’Ombra del Bello”, realizzata in Francia con la compagnia di Danza Contemporanea internazionale La Silenda. Immagini e suoni evocativi accompagneranno i visitatori in momenti di introspezione e sbalzi estroflessivi.
Silvia Martini e Alessandra Bedino proporranno delle giornate in cui animeranno dei workshop creativi.
Maria Teresa Ribul proporrà dei quadri realizzati con l’arte povera del riciclo. Il concetto dell’assemblaggio è la chiave di volta su cui si fonda la sua attività creativa. Troveremo uno spazio denso di materia, che si rimodula per oltrepassare le forme definite e espandersi un un concetto artistico. Si tratta di un’arte fortemente simbolica, dove colori e forme sono maturazioni della propria esigenza espressiva che ci accompagna in un mondo “altro” che comunicherà con il nostro equilibrio interiore. Specializzata in psicoterapia infantile, la sua esperienza di lavoro con le tecniche immaginative del profondo l’ha portata a valorizzare il mondo delle immagini interiori e l’ha accompagnata in un viaggio simbolico nel mondo della creativitòìà.
Franca Ferrini proporrà anch’essa una riflessione coniugandosi con i tempi del contemporaneo sul tema del riciclo creativo. Oggetti del nostro quotidiano dismessi, destinati al macero ma che nelle sapienti mani artigiane di Franca avranno una nuova vita.
Giorgio Bagnarelli, fotografo autodidatta, propone una ricerca che si concentra sull’analisi del paesaggio contemporaneo fortemente antropizzato e sulla relazione tra uomo-paesaggio-infrastrutture. Esporrà due cicli fotografici.