"Imperfetto miraggio", la pittura sinestetica e poliedrica di Susi Carnielli
Susi Carnielli è un’artista originale, la cui poetica si caratterizza per la delicatezza nel tratto, così come nell’uso delle dissolvenze e del colore. Nativa di Conegliano, la Carnielli trascorre l’infanzia e l'adolescenza tra l'Italia e la Germania, pese in cui vive per lunghi periodi anche da adulta, per motivi professionali. Trasferitasi definitivamente in Italia nel 2013, precisamente in Valdarno, l’autrice si dedica alla pittura da autodidatta, sebbene in famiglia abbia respirato la passione per l’arte. Appresi dal padre gli assiomi della pittura, la Carnielli utilizza il colore come strumento attraverso cui dare voce al proprio sentire, ai propri vissuti, creando così uno stile che la contraddistingue per una costante ricerca, che si fa sperimentale.
Dal 19 al 30 novembre, Galleria Ambigua ha il piacere di ospitare la mostra “Imperfetto miraggio”, dedicata a Susi Carnielli. In occasione dell’inaugurazione, che si terrà il 19 novembre p.v. alle ore 18.00, presso la Galleria, in Via Cavour 72 ad Arezzo, i curatori illustreranno i temi intimistici presenti nelle opere. Le forme, così come i colori, vengono infatti impiegati dall’autrice per rendere visibili emozioni, visioni e sogni, talvolta connotati da un estremo lirismo, talaltra dalla nostalgia per un’infanzia immaginaria, che coincide con una dimensione dell’anima. Pur ispirandosi a pittori tedeschi contemporanei quali Birgit Lorenz, Jaya Suberg ed alla pittrice svedese Nicki Edgren, la Carnielli sviluppa un proprio stile, poliedrico e che si rifiuta di abbracciare, in modo definitivo, un unico paradigma espressivo. E’ questa fluidità che rende le opere estremamente interessanti ed in grado di riflettere la nostra epoca, caratterizzata com’è da una “liquidità” che impone l’abbandono delle vecchie certezze ed una costante apertura verso il nuovo, il diverso. L’ibridazione, riscontrabile nelle tele della pittrice, diviene, così, un aspetto centrale del su modo di fare arte, un modo che la Carnielli medesima definisce: “un’affermazione di me stessa, quasi un tentativo di felicità”. La pittura dell’artista è dunque un processo che intende conferire forma ad un sentire profondo che, altrimenti, rimarrebbe bloccato. Come in un gioco di sinestesie, nelle tele riecheggiano perciò note musicali, che compongono melodie talvolta ispirate a soggetti naturalistici e floreali, talaltra a elementi maggiormente figurativi. Proprio per la poliedricità che sceglie di abbracciare, questa pittura si connota, a tratti, per un forte astrattismo, a tratti, per un utilizzo del figurativo che viene ibridato mediante l’impiego indefinito del colore, dato a macchie. I soggetti che l’artista sceglie di ritrarre, del resto, ben si adattano a questo gioco istantaneo e sono infatti i volti umani, che vengono stilizzati e ridotti a sagome, o animali -come cavalli, o colombe-, che vengono dipinti mentre si confondono con macchie d’olio e acrilico. Macchie che hanno un obiettivo ben preciso e che vengono realizzate ad hoc per trasporre in tela un sentire emotivo che riesce a rimanere vivido proprio in virtù dell’indefinitezza del colore, proprio in virtù dell’imperfetto miraggio che si crea.