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Wonder - Voto: 7,5

Natale è passato da poco e come ogni anno le sale si sono affollate di spettatori, tra occasionali e meno avvezzi al cinematografo, ad incalliti cinefili magari in cerca di una seconda o terza visione. Di film ce ne sono stati e ce ne sono ancora...

Natale è passato da poco e come ogni anno le sale si sono affollate di spettatori, tra occasionali e meno avvezzi al cinematografo, ad incalliti cinefili magari in cerca di una seconda o terza visione. Di film ce ne sono stati e ce ne sono ancora un pò per tutti i gusti. Dal nuovo capitolo della Saga di tutte le saghe, Star Wars: Gli ultimi Jedi (dove di Guerre Stellari è rimasto veramente poco), ai vari cinepanettoni (ormai tradizione italiana tanto quanto le sagre in estate), fino a film d’animazione per grandi e piccini.

Tra tutti questi titoli ce n’è uno però meno fracassone ma non per questo meno discusso.

Il film è Wonder, adattamento cinematografico del romanzo omonimo scritto da R. J. Palacio e pubblicato nel 2012.

Il regista invece è Stephen Chbosky, classe 1970 e noto per aver scritto il romanzo epistolare Ragazzo da parete (The Perks of Being a Wallflower), diventato presto un cult negli Stati Uniti e nel 2012 anche un film dal titolo Noi siamo infinito, diretto dallo stesso Chbosky e con protagonisti Logan Lerman, Emma Watson ed Ezra Miller. Cinque anni dopo il regista statunitense torna quindi dietro alla macchina da presa per dirigere Wonder, coadiuvato alla sceneggiatura da Steve Conrad e Jack Thorne. Questa la trama: August "Auggie" Pullman ha dieci anni, gioca alla playstation e adora Halloween. Perché è l'unico giorno dell'anno in cui si sente normale. Affetto dalla nascita da una grave anomalia cranio-facciale, Auggie ha subito ventisette interventi e nasconde il suo segreto sotto un casco da cosmonauta. Educato dalla madre e protetto dalla sua famiglia, Auggie non è mai andato a scuola per evitare un confronto troppo doloroso con gli altri. Ma è tempo per lui di affrontare il mondo e gli sguardi sconcertati o sorpresi di allievi e professori. Wonder è uno di quei film in cui il rischio di cascare nella trappola dell’eccesso di buonismo e di melenso spinto è davvero alto. Regista e sceneggiatori però, nonostante l’argomento delicato, riescono a mantenere un equilibrio perfetto tra sensibilità ed ironia.

In Wonder si ride e lo si fa pure spesso. Per di più capita che le situazioni divertenti sia proprio lo stesso Auggie (Jacob Tremblay) a tirarle fuori.

La sua testa a volte immagina cose per nascondere la realtà che lo circonda, fatta di persone che non riescono ad accettare la sua faccia o che abbassano lo sguardo o che bisbigliano alle sue spalle. Così capita che Auggie immgini di essere un astronauta appena tornato da una difficile missione e le persono intorno a lui, invece di evitarlo come se le cicatrici che porta sul volto fossero una malattia trasmissibile, lo applaudono e lo festeggiano.

O quando invece sogna di vedere Chewbacca (perchè Auggie oltre ad essere incredibilmente intelligente ama alla follia Star Wars) triste e solo all’ingresso della scuola, con addosso gli occhi di tutti gli studenti a causa della sua pelosa diversità, persino quelli di August.

Insomma, Chbosky oltre a riuscire a farci innamorare subito del giovanissimo protagonista, riesce ad inserire dell’ironia anche quando parla di argomenti delicati, in modo da stemperare i toni della pellicola che più di una volta sia avvicinano nei territori della lacrima facile. Ma d’altronde, come più volte ho detto, sarebbe come recriminare ad un film horror di fare di tanto in tanto anche paura.

Wonder è un film dalle emozioni forti ma mai ricattatorio o esageratamente melenso.

Jacob Tremblay, dopo aver dato prova di essere un prodigio nel bellissimo Room di Lenny Abrahamson, torna ad interpretare un ruolo difficile. Il suo Auggie ha più di un punto in comune con il Jack del film di Abrahamson. Se in Room infatti era un bambino prigioniero con la madre e costretto a vivere dal giorno della sua nascita in una piccola stanzetta, senza sapere cosa ci fosse fuori, così anche in Wonder si trova a suo modo prigioniero a causa del suo volto (teme che gli altri non lo accettino) limitando fortemente le sue interazioni con il mondo esterno.

August non si separa quasi mai dal suo casco da astronauta (un regalo di Natale) che lo aiuta a sentirsi più sicuro.

Per fortuna però la fuori non ci sono solamente bulli prepotenti, e Auggie, come ogni bambino, lo scoprirà ben presto. Protetto da sempre dalla famiglia: il padre (un Owen Wilson azzeccato, sono sue alcune delle battute migliori nei momenti migliori), la madre (senza eccessi ma comunque una ritrovata Julia Roberts) e la sorella (Izabela Vidovic), che si sente trascurata dalla famiglia ma che ama il fratellino più di ogni altra cosa.

Po ci sono i nuovi amici, quelli che si farà a scuola. Loro non badano alle cicatrici attratti come sono dalla forza e dalla simpatia di Auggie. Wonder parla di una famiglia ordinaria alle prese con un figlio straordinario. Un film educativo che ha il coraggio di dire che nella vita le cose brutte esistono, e a volte, per poter affrontare un mondo che sa essere violento con i più deboli, si deve reagire con la stessa violenza per potersi difendere. In gruppo: perchè unione è forza. Come anche Stephen King ci ha insegnato nel suo romanzo di formazione più famoso. Voto: 7,5/10 Wonder (drammatico, Usa,2017)

Regia: Stephen Chbosky

Sceneggiatura: Stephen Chbosky, Steve Conrad, Jack Thorne

Cast: Julia Roberts, Jacob Tremblay, Owen Wilson, Mandy Patinkin, Ali Liebert, Daveed Diggs, Izabela Vidovic, Millie Davis, Danielle Rose Russell, Bryce Gheisar, Kyle Breitkopf

Film al cinema

The Greatest Showman 6,5/10

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