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Cultura

Valenti e il bilancio di SudWave: "Festival riuscito, ma il Comune di Arezzo ci snobba"

La Fondazione evidenzia i numeri positivi: "Però l'amministrazione, più volte cercata, si è disinteressata"

A distanza di due settimane "arrivano i primi frutti di Sudwave", spiega l'organizzazione dello showcase festival organizzato dalla Fondazione Arezzo Wave Italia a Firenze e Arezzo dal 7 all’11 novembre scorso. Sudwave ha messo insieme in modo significativo operatori del settore musicale che fanno parte del sud dell’Europa proponendo tematiche e dibattiti di primaria importanza per lo sviluppo della creatività e del business musicale dell’area mediterranea. Molti i motivi di soddisfazione, ma Mauro Valenti si toglie anche un sassolino dalla scarpa.

L'ottimismo

Molti degli operatori presenti, italiani e stranieri, hanno infatti ringraziato la Fondazione per aver partecipato ad un evento “utile e divertente”, che si preannuncia per le prossime edizioni come un punto di riferimento irrinunciabile per chi lavora nell’industria musicale.

In particolare Collisioni, forse il festival contemporaneo più importante d’Italia, ha confermato di accogliere tre band di Sudwave, italiane e straniere, nello spirito della scoperta e della circuitazione delle band a livello europeo, uno dei valori cardine che ha animato gli incontri.

Primo Maggio, rockin1000 e Cous Cous festival hanno dato la disponibilità a sviluppare insieme percorsi futuri e progettualità che rispondano alle domande di Sudwave: come aumentare le occasioni di visibilità di una band? Come far circolare una ricchezza culturale ed economica in più città, Paesi, festival? Come promuovere al meglio i nuovi talenti più giovani?

Possibile crescita

Ci sono poi commenti entusiasti di singoli operatori che hanno preso parte ad alcuni panel: “L’idea di creare la rete di Sudwave è molto buona, c’è un ottimo potenziale per la crescita di questo evento” ha dichiarato Allan McGowan, uno dei giornalisti musicali più importanti dell’Inghilterra, specializzato in tematiche di tipo business; “Penso che Sudwave abbia dimostrato con la prima edizione che un tale evento è una necessità per l’industria musicale dell’Europa meridionale e potrebbe diventare un importante punto di incontri negli anni a venire” sono le parole di Bernard Batzen, già manager di “La Mano negra”, gruppo di Manu Chao, e di tantissime altre band, promoter di primaria importanza per l’accesso al mercato musicale francese.

La soddisfazione di Valenti

Tanti i riconoscimenti, ma anche i suggerimenti per la prossima edizione. Mauro Valenti, Presidente della Fondazione Arezzo Wave Italia, si dichiara “soddisfatto”, ma già al lavoro per il 2019 con contatti già aperti negli Stati Uniti e in Canada. “Devo ringraziare chi ha creduto in questo anno zero, dallo sponsor K Array che ha organizzato concerti e un workshop tecnico di altissimo livello a Firenze, alla partecipazione del Liceo Musicale, del prof. Paris e dei suoi studenti; dalle tante aziende locali che ci hanno sostenuto con piccoli contributi ma che hanno fatto la differenza: Ceia, Aboca, Santafiora, Cbr, Busatti, Vestri, Caffè Donatello, La torre e tanti altri. Per non parlare di Regione Toscana e Cesvot che hanno scelto Sudwave per presentare un progetto di primaria importanza diretto ai più giovani”. I ringraziamenti della Fondazione vanno anche a tutti i musicisti che si sono esibiti e a quelli che hanno partecipato ai panel, dalle band che hanno rappresentato ogni regione d’Italia, i gruppi internazionali, il “secret concert” di Paolo Benvegnù, Kevin Koci vincitore del contest “Arezzo Wave ius soli”, Ralf, Erriquez della Bandabardò, Francesco Moneti e Luca Lanzi con la chitarra “mare di mezzo”.

I numeri

La prima edizione di Sudwave si è chiusa con numeri positivi: circa 70 incontri, complessivamente 1500 presenze, di cui 400 da tutt’Italia, una giornata sold out. Tra i panel più apprezzati l’incontro sulla sicurezza e gestione delle folle nei grandi eventi, l’intervista-performance di Ermal Meta e Drigo dei Negrita, gli speed meeting (incontri on-to-one) tra pubblico e relatori dei panel e il progetto “I will” organizzato da Fondazione Arezzo Wave Italia con Cesvot grazie al contributo di Regione Toscana – Giovanisì in accordo con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

Adesso inizia il lavoro di promozione dei talenti, dopo la musica e le parole dell’evento di Arezzo ognuno dei partecipanti potrà fare tesoro delle informazioni acquisite e utilizzarle nel proprio lavoro. Alla Fondazione il compito di raccogliere i frutti di questa edizione e di lavorare sin da subito al prossimo appuntamento che verosimilmente si terrà dal 7 al 10 novembre 2019. L’idea di farlo ad Arezzo è piaciuta a tutti gli ospiti stranieri, che hanno risposto alla chiamata della Fondazione grazie a 30 anni di credibilità legata ad Arezzo Wave Festival. Il circolo artistico è stato molto apprezzato come location per la sua eleganza di altri tempi, centralità e disponibilità di sale per incontri. Anche il tessuto locale di esercizi commerciali ha risposto mettendo a disposizione sconti per tutti coloro che indossavano il braccialetto-pass di Sudwave. Tuttavia tutto in tempi troppo stretti, è questo infatti uno dei punti centrali per il 2019: l’accoglienza della città. Con risorse diverse Sudwave può presentarsi con altra forza alla città e alle sue componenti economiche per far capire davvero il ritorno di immagine e di ricaduta che può portare.

Il rammarico

Unico rammarico della Fondazione - chiude la nota - è l’assenza del Comune di Arezzo, cercato più volte, ma dal quale non è mai arrivata un cenno di interesse per Sudwave, nonostante la comproprietà del marchio Arezzo Wave.

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