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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura

Ugo Riva e i suoi angeli in Fortezza: "mi sono innamorato di questo luogo". E Sgarbi lancia l'appello: "La Chimera? Torni ad Arezzo"

“Io non volevo fare questa mostra. Ma poi mi sono innamorato della Fortezza”. Le parole sono quelle dell’artista bresciano Ugo Riva che da oggi e fino al 1° ottobre ha acconsentito a lasciare i suoi angeli nei corridoi e nelle stanze della...

“Io non volevo fare questa mostra. Ma poi mi sono innamorato della Fortezza”.

Le parole sono quelle dell’artista bresciano Ugo Riva che da oggi e fino al 1° ottobre ha acconsentito a lasciare i suoi angeli nei corridoi e nelle stanze della Fortezza Medicea.

Dopo i giganti di Ivan Theimer, ecco che la rinnovata fortificazione consolida ancora una volta la propria vocazione come spazio espositivo dedicato in primo luogo alla scultura.

“Ero convinto - ha spiegato Riva all’inaugurazione - che mai e poi mai avrei accettato di fare una mostra ad Arezzo. Sono venuto in città con questa convinzione pronto a fare retromarcia al primo intoppo. Poi però ho varcato l’ingresso della fortezza ed entrando qui mi sono letteralmente innamorato di questo spazio. Spero che anche il prossimo anno questa meraviglia possa continuare ad essere ulteriormente impreziosita da altre sculture di un altro artista”.

Curatore della mostra Vittorio Sgarbi che ormai ha abituato gli aretini alla sua presenza in città.

“Il destino stabilisce per i luoghi un’identificazione e anche una vocazione specifica - ha sottolineato Sgarbi - ecco questo è accaduto anche per Arezzo e per la sua Fortezza Medicea. In qualche modo sono certo che l’identità del futuro dell’amministrazione Ghinelli è molto legata a questo luogo e al suo sviluppo futuro come casa dell’arte e della scultura. In questo luogo sento che per intuizione, Ghinelli ha determinato il suo destino. La Fortezza Medicea, se continuerà ad ospitare scultori contemporanei, diventerà il luogo del dialogo tra arte moderna e antica”.

Ed è a proposito di arte antica che Vittorio Sgarbi lancia un appello al ministro per i beni culturali.

“Sarebbe doveroso - ha affermato il celebre critico d’arte - che la Chimera di Arezzo tornasse qui, in questo spazio per alcuni mesi. Sarebbe importante per la città ospitare questa sua importante opera magari in una esposizione che racconta l’arte romana ed etrusca”.

Soddisfatto anche il sindaco Ghinelli.

“Siamo riusciti a confermare questa vocazione artistica - spiega - Ugo Riva è già al lavoro per realizzare l’elsa della lancia d’oro della Giostra del Saracino di settembre che, come sappiamo è dedicata a Viviani. Non solo questo grande artista potrà essere ammirato attraverso le sue opere in Fortezza ma, lascerà anche agli aretini un oggetto unico che andrà ad essere conservato all’interno di uno dei quattro quartieri”.

Dal 24 giugno al 30 settembre la Fortezza medicea di Arezzo torna al centro della cultura. Dopo il suo esordio “museale” grazie alle opere di Ivan Theimer, arriva la mostra di Ugo Riva “La Porta dell’Angelo”, organizzata dal Comune di Arezzo e curata da Vittorio Sgarbi.

La mostra, composta da 22 sculture e 7 disegni, nasce da tecniche raffinate di abbinamento e contrasto tra diversi materiali come terracotta e bronzo, in una simbiosi fra religioso e laico che colpisce per significati e bellezza. Le sculture di Riva acquisiscono il senso della bellezza che l’artista sa imprimere grazie alla cromia restituita dai materiali scelti, ai colori apportati in modo sapiente attraverso la propria tavolozza, all’equilibrio dimensionale e geometrico che le masse scolpite individuano con il vuoto circostante. Peraltro, di questa mostra resterà a memoria, e come ulteriore sottolineatura del rapporto tra Ugo Riva e Arezzo, l’elsa della lancia d’oro della Giostra del Saracino di settembre intitolata a Dante Viviani, ingegnere che all’inizio del secolo scorso ha provveduto alla ricostruzione del fronte principale del duomo di Arezzo.

Nella splendida fortezza medicea firmata da Giuliano e Antonio da Sangallo, recuperata all’originaria potenza dopo il recente restauro, il Maestro bergamasco, raffinato intellettuale, porta le proprie riflessioni sull’esistere, sulla fede, sul destino dell’uomo. Un viaggio dedicato all’esistenza umana, dalla materia allo spirito. Main sponsor dell’evento Estra, con la partecipazione di Coingas. Ugo Riva, tra gli scultori contemporanei più noti e quotati del panorama italiano e internazionale , dopo una breve esperienza pittorica, dalla seconda metà degli anni Settanta matura la scelta di dedicarsi esclusivamente alla scultura frequentando la bottega di Tarcisio Brugnetti. La sua opera, in questo periodo giovanile, è vicina alle istanze espressionistiche, delle quali in seguito, nel corso degli anni Ottanta, si allontanerà in favore di un approfondito studio e recupero della classicità intesa non come maniera bensì come sorgente viva da cui attingere emozioni e sentimenti da rivivere. Nel corso degli anni Novanta ha notevolmente diradato, nelle opere, i riferimenti alla mitologia e alla letteratura del mondo classico, ma anche nel raccontare la contemporaneità la sua attenzione si è sempre rivolta ai sentimenti e alle pulsioni che disegnano il contorno stesso di una vita umana.

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