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Suburra - Voto: 7,5

Suburra nell'antica Roma era il quartiere sulle pendici dei colli Quirinale e Viminale abitato dai miserabili e spesso crocevia tra il potere e la criminalità. Sollima parte proprio da qui, quella Suburra, che da il titolo al film tratto...

Suburra nell'antica Roma era il quartiere sulle pendici dei colli Quirinale e Viminale abitato dai miserabili e spesso crocevia tra il potere e la criminalità.

Sollima parte proprio da qui, quella Suburra, che da il titolo al film tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, assume una connotazione e un significato più moderno. Non è più infatti alla periferia dell'impero ma ha preso il controllo della città fin dentro la politica e il Vaticano.

Il regista figlio d'arte, esploso con 'Acab' nelle sale cinematografiche ma soprattutto con le due serie TV 'Romanzo Criminale' e 'Gomorra', dirige una racconto fatto di corruzione e malavita da una sceneggiatura scritta a quattro mani dai talentuosi Stefano Rulli e Sandro Petraglia.

I fatti narrati si susseguono con una sorta di conto alla rovescia che scandisce i giorni di una settimana, dal 5 al 12 novevembre del 2011, giorno dell'Apocalisse come recita il film.

Termine più che appropriato per definire la collusione di eventi e personaggi più disparati le cui azioni finiscono inevitabilmente per innescarne altre.

Sollima mette in scena un noir corale dal ritmo forsennato e urlato che mostra gli ultimi rantoli di un'epoca ormai al suo tramonto, una classe polita e un mondo criminale destinato a lasciare il passo ad un 'nuovo ordine'. Tutto ha inizio con la morte di una prostituta minorenne durante una notte di sesso e droga che coinvolge il parlamentare corrotto Malgradi (Pierfrancesco Favino), abitué di escort e cocaina ed invischiato in un grosso progetto nella zona di Ostia atto a trasformarla in una sorta di Las Vegas romana.

Come è facile immaginare, le figure chiamate in causa in un evento ti tali proporzioni sono molteplici: dalla criminalità, intenta a procurarsi grossi profitti, alla politica, Malgradi deve infatti spingere sull'approvazione di una legge sulle periferie, finanche il Vaticano.

Sarà la figura emblematica de 'il samurai' (Claudio Amendola) ex componente della Banda della Magliana che, forte del rispetto di cui gode, dovrà garantire ordine ed equilibrio tra le parti. In oltre due ore di film nessuno ne esce senza colpa.

Considerando il periodo che stiamo vivendo e le ultime vicende che hanno messo Roma al centro dell'attenzione con lo scandalo di Mafia Capitale, il romanzo di Bonini e De Cataldo sembra essere stato quasi profetico, vedere poi Suburra al buio della sala provoca un certo brivido per quanto, purtroppo, tutto sia così familiare.

La criminalità, vero fulcro del racconto, controlla politica finanza e imprenditoria, rendendo di fatto il titolo dell'opera ancora più eloquente ed azzeccato data la sua accezione storica. Sollima ha il coraggio di inserire all'interno del film fatti reali, le dimissioni di un Papa e quelle di un presidente del consiglio. Con una padronanza del mezzo filmico tecnicamente ineccepibile, lontana anni luce da molte produzioni nostrane, la violenza che ci mostra è sempre molto estetizzata, strizzando l'occhio ad uno dei registi danesi che più si è fatto apprezzare negli ultimi anni, quel Nicolas Winding Refn del superbo 'Drive'. Cast funzionale, da un Elio Germano, qui PR con debiti fino al collo, che conferma la sua bravura, a volti meno noti come Adamo Dionisi (Manfredi Anacleti e capo del clan) e Giacomo Ferrara (fratello minore di Manfredi) fino ad un ritrovato Claudio Amendola.

Su tutti però lascia il segno il personaggio Aureliano Adami, detto Numero 8, boss criminale della zona di Ostia e figlio di un ex membro della Banda della Magliana, qui interpretato da Alessandro Borghi, già visto di recente in 'Non essere cattivo', imprescindibile film dell'utimo dei pasoliniani Claudio Caligari.

Come non menzionare però tra i protagonisti la stessa Roma, mostrata squallida ed inquietante dall'ottima fotografia di Paolo Carnera e flagellata da una pioggia continua che sembra volerne lavare via il sangue dei morti.

Insomma, quello di Sollima è un ritorno a quel cinema di genere che ci ha reso celebri negli anni settanta, non troppo incisivo nel calcare la mano su temi politici ma assolutamente di grande intrattenimento.

Voto: 7.5/10

Regia: Stefano Sollima

Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia

Cast: Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Elio Germano, Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Adamo Dionisi, Giacomo Ferrara, Antonello Fassari, Jean-Hugues Anglade

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