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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Sinergia fra moda, cibo e arte nel libro di Elisabetta Arrighi e Emanuele Vallini

Nel quadrilatero della moda, a Milano, la scorsa primavera le vetrine di Dolce & Gabbana avevano il sapore della pasta e della dieta mediterranea. Come gli abiti che Moschino mandò in passerella nel 2006, l’anno della vittoria della Nazionale...

Nel quadrilatero della moda, a Milano, la scorsa primavera le vetrine di Dolce & Gabbana avevano il sapore della pasta e della dieta mediterranea. Come gli abiti che Moschino mandò in passerella nel 2006, l’anno della vittoria della Nazionale italiana di calcio ai Mondiali di Berlino: quegli outfit erano un inno alla italianità, con decori tricolori, fra stampe di pasta e di invitanti pomodorini. Per non parlare dei capi di Alessandro Enriquez 10x10 AnItalianTheory di qualche stagione fa: sembrano uscire, fumanti, dalla cucina di un grande chef, tra stampe di farfalle e rigatoni e spaghetti già nel piatto, ricoperti con un delizioso sugo di pomodoro con tanto di foglioline di basilico. Insomma, è evidente che la moda - spesso - viene contaminata dalla cucina, che a sua volta è contaminata dall’arte. Ma arte e cucina, nei secoli e con l’evoluzione della società, hanno “camminato” abbracciate. Basta osservare i mosaici romani (numerose le testimonianze lasciate intatte a Pompei dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.) e i quadri del Cinquecento e Seicento. Per non parlare della pop art di Andy Warhol. Chi non conosce le serigrafie della zuppa Campbell’s e della tipica lattina? Un disegno che è diventato perfino soggetto della fantasia di un abito.

Ma ecco ora arrivare in libreria il volume di Elisabetta Arrighi, giornalista, intitolato “Dall’atelier alla cucina. Arte, moda e grandi menu - Con 26 ricette dello chef Emanuele Vallini”, edizioni Ets Pisa, che questa sinergia fra moda, cibo e arte cerca di indagarla chiamando a rispondere alcuni stilisti e artisti ai quali viene rivolta una domanda precisa: perché la cucina è arte? I 19 personaggi sono tutti da scoprire: intervistati nel libro - oltre a cercare di rispondere al quesito - si raccontano e raccontano i loro gusti, i loro piatti preferiti, i sapori dell’infanzia e dell’età adulta. Raccontando, alcuni, anche le loro ricette preferite che realizzano ai fornelli per gli amici o per le feste comandate. Fra gli intervistati: Nicoletta Lebole e la figlia Barbara per Lebole Gioielli (made in Arezzo).

Pagina dopo pagina lo chef Emanuele Vallini racconta come vanno “lavorate” le acciughe per ottenere un fritto eccezionale, come si realizzano le praline di fegato, come si cuoce la guancia al Sangiovese, come si assembla una ribollita da leccarsi i baffi… Ma non solo, perché lo chef Emanuele, mentre racconta le sue ricette (che il lettore andrà a scoprire), sembra proprio di vederlo davanti ai fornelli intento a preparare con entusiasmo e perizia le 26 ricette realizzate seguendo le ispirazioni di capi iconici o di opere d’arte.

Nella parte iniziale del volume, prima delle interviste e delle ricette, alla domanda “Perché la cucina è un’arte?” risponde il gastronomo, giornalista, sommelier e scrittore Leonardo Romanelli, mentre la storica dell’arte Antonella Capitanio e la storica della moda Bruna Niccoli (entrambe docenti dell’Università di Pisa) dialogano sul tema “Arte, moda e cibo”. L’architetto Elisabetta Cianfanelli, presidente del corso di laurea magistrale fashion system dell’Università di Firenze Design Campus, analizza invece come oggi l’arte, la moda e il cibo si legano fra loro.

Di grande interesse, infine, è il capitolo di Bianca Cappello, storica e critica del gioiello, toscana trapiantata a Milano. “Belli da mangiare, il cibo nei gioielli tra arte, moda e design”: sono pagine dalle quali emerge come gioiello e cibo abbiano un intrinseco rapporto con il corpo. Un capitolo fatto di tante piccole scoperte e costellato dai nomi e dalla fantasia di grandi creatori. “Se è vero che ‘siamo quello che mangiamo’ la speranza per il futuro è che presto i gioielli si ispirino ad un cibo sano, in grado di manifestare una rinnovata coscienza dell’essere umano per un’alimentazione rispettosa ed ecosostenibile per l’ambiente e tutte le creature viventi. Solo così il cibo può essere veramente considerato un ‘gioiello’ per l’Uomo”.

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