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Sestino e un tuffo nell'archeologia

Nelle giornate del Fai, l’archeologia di Sestino è stata meta di numerosi visitatori, in gran parte pervenuti da Rimini

Nelle giornate del FAI, l’archeologia di Sestino è stata al centro di numerosi visitatori, in gran parte pervenuti da Rimini, forse nel segno di quel Lucio Callio Ariminense, “governatore” a Rimini e poi a Sestino.

Dopo l’inaugurazione nella sala del consiglio comunale da parte del sindaco Franco Dori, porte aperte nelle varie sedi dell’Antiquarium Nazionale, dove già attendevano giovanissime guide, createsi negli ultimi anni. Ma la giornata faceva registrare una guida di eccezione nella rappresentante della Soprintendenza dei Beni Artistici e Archeologici, Ada Salvi, che ha non solo guidato ma immerso nelle emozioni e nelle varie sfaccettature degli ambienti archeologici, con riguardo anche a futuri percorsi già programmati.

“Il museo di Sestino è uno dei principali dell’intera provincia di Arezzo e ha una peculiarità di reperti e di testimonianze storiche che vanno oltre il confine locale, a dimostrare l’importanza del Municipium nell’area tra Etruria, Umbria e Piceno”. Anche per questo, scoprire – oggi – una pluralità di “civiltà” nell’ethos sestinate è sempre una sorpresa per chi viene da lontano e non immagina un “contenitore” poliverso sui terrazzi del piccolo centro appenninico attuale.

“Quanto oggi si vede è il frutto di continue attenzioni anche da parte dei competenti ministeri e delle volontà espresse “in loco” di cui c’è una ricca aneddotica”: riassumeva Ada Salvi. Particolare attrazione è stata costituita dalla esposizione del “Centro Visite della Riserva Naturale del Sasso di Simone”, che in maniera esemplare introduce a varie tematiche storiche, culturali e ambientali. Molto apprezzata la sala didattica creata attorno all’ Aes signatum del III sec. a.C., che costituisce – è stato spiegato – una chiara attestazione dell’antichità dell’abitato di Sestino, con quella scritta in umbro, da destra verso sinistra, che richiama anche un discorso attivo tra gli studiosi nella rilettura delle antiche etnie di tutta la penisola.

Quello che ha affascinato particolarmente i visitatori è stata la sede della statuaria, inaugurata nel 2003, con quel maestoso monumento che è il tempietto funerario del periodo di Augusto e che attesta la raffinata evoluzione- giunta fin dentro l’Appennino - delle più antiche e semplici strutture tombali, partite dall’Agorà di Atene.

Ada Salvi ha – poi - visitatori nella lettura e interpretazione dei numerosi cippi che raccontano la vita politica, amministrativa e famigliare di più secoli della realtà sestinate, grazie ai numerosi reperti custoditi nella sede del primo Antiquarium Regio.

L’occasione è stata preziosa per approfondire, con l’amministrazione comunale, nuovi interventi, tra i quali è prevista la costituzione della sala della “antropologia medievale”, basata su studi trentennali dei numerosi reperti scheletrici rinvenuti nell’area della attuale pieve di S. Pancrazio e che dovrebbero costituire il primo “sacello” antropologico dei secoli di mezzo della Toscana.

Contributo di Giancarlo Renzi

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