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Cultura

"Perché non riusciamo a liberarci di Mussolini?". L'indagine di Sara Lucaroni

Esce oggi "Sempre lui. Perché Mussolini non muore mai" il secondo libro della giornalista aretina: un corposo saggio che si avvale del contributo di 14 intellettuali

A 77 anni dalla sua morte, l'ombra di Benito Mussolini si stende ancora sull'Italia: perché non ci si libera di questa figura? Partendo da questa domanda, la giornalista aretina Sara Lucaroni ha condotto una lunga inchiesta, cristallizzata in un saggio da quasi 400 pagine. Esce oggi, giovedì 21 aprile, in libreria e negli store online il libro "Sempre lui. Perché Mussolini non muore mai" (edito da Libreria Pienogiorno). Un percorso che cerca di studiare le ragioni di questo mancato passaggio degli italiani, che continuano ad evocare la figura del Duce, più o meno consapevolemente.

I contributi di 14 intellettuali

Un viaggio che Lucaroni non conduce da sola, ma supportata dai contributi di 14 figure qualificate: intellettuali, scrittori, giornalisti, storici. Ci sono David Bidussa, Luciano Canfora, Franco Cardini, Saverio Ferrari, Emanuele Fiano, Umberto Galimberti, Giordano Bruno Guerri, Helena Janeczek, Tobias Jones, Vito Mancuso, Paolo Mieli, Tomaso Montanari, Giampiero Mughini e Chiara Saraceno. Ognuno di loro approfondisce un aspetto specifico del fenomeno dei nostalgici del Ventennio, in base a competenze e inclinazioni, sondandone la cause più profonde.

"Gli italiani non hanno fatto i conti col proprio passato"

"Ne deriva un mosaico complesso - spiega l'autrice - ma ci sono tematiche ricorrenti. Ad esempio, il fascino dell'uomo forte. Gli italiani amano figure che con parole ben confezionate sanno imporsi nell'agone politico. Da Andreotti a Berlusconi, passando per Craxi. C'è poi oggi una evidente crisi della democrazia. Anche la sinistra ha le sue colpe, storicamente ha conteso i valori della Liberazione ad altre forze politiche impegnate nella Resistenza e nell'antifascismo. Poi questi valori si sono pian piano svuotati di contenuto, venendo celebrati il 25 aprile con una ricorrenza che rischia di dimenticare le proprie radici. A questi aspetti vanno aggiunti altri temi: il conformismo, che ha permesso ai più di accettare le leggi razziali, il falso mito degli italiani 'brava gente', il non aver fatto i conti con il nostro passato. Come, invece, i tedeschi hanno fatto. Ecco, ad esempio, in Germania non esiste una nostalgia di Hitler paragonabile a quella che gli italiani hanno per Mussolini".

La finale al premio Mattarella

"Sempre lui. Perché Mussolini non muore mai" è il secondo libro dell'autrice aretina dopo "Il buio sotto la divisa", fortunato saggio uscito la scorsa primavera, che è peraltro in finale al premio letterario giornalistico Piersanti Mattarella, che si terrà il prosismo 21 maggio in Campidoglio.

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