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Rossi: "Piazza Grande vive se vivono i palazzi e gli aretini"

Lettera di Pier Luigi Rossi Primo rettore della Fraternita dei Laici sul ruolo rinnovato di Piazza Grande: Con passo lento, graduale, ma continuo, Piazza Grande sta recuperando il suo secolare ruolo di rappresentanza di Arezzo, della gente...

Lettera di Pier Luigi Rossi Primo rettore della Fraternita dei Laici sul ruolo rinnovato di Piazza Grande:

Con passo lento, graduale, ma continuo, Piazza Grande sta recuperando il suo secolare ruolo di rappresentanza di Arezzo, della gente aretina. Ogni evento importante avviene nella Piazza. E’ un nuovo orizzonte per il presente e per il futuro della nostra città. E’ l’immagine di Arezzo. È il “genius loci” di Arezzo. La Piazza fu costruita nel Medioevo davanti al Palazzo del libero Comune di Arezzo e davanti al Palazzo del Popolo. La gente aretina si riuniva nella piazza, dove tutti erano figli dello stesso Dio, quindi fratelli. Per questo motivo il Palazzo della Fraternita dei Laici fu costruito sulla Piazza per rappresentare la fraternità tra gli aretini. I due Palazzi del Comune e del Popolo furono distrutti da Cosino dei Medici, Granduca di Toscana. Dei tre palazzi è rimasto il solo Palazzo di Fraternita, ampliato dallo stesso Vasari, a rappresentare la libertà e l’identità del popolo aretino.

Giorgio Vasari progettò su commissione della stessa Fraternita le Logge.

Per secoli la Piazza fu il luogo di incontro tra la campagna che produceva alimenti agricoli e la città. Ruolo da recuperare. Negli ultimi decenni si è voluto realizzare eventi all’interno della Piazza. Ma la Piazza è uno spazio vuoto e senza la vita, il lavoro quotidiano dei palazzi e delle attività economiche presenti nella piazza e nel centro storico, finisce per diventare uno “spazio vuoto”. Il risultato è stato lo svuotamento progressivo della Piazza. Occorreva un cambio di indirizzo non più basato solo sulla Piazza, ma incardinare la rinascita sul Palazzo di Fraternita, sui palazzi che circondano la piazza, sulle attività economiche, imprenditoriali, sulle persone che ogni giorno lavorano in Piazza per garantire con concretezza aretina un effettivo sviluppo culturale, turistico, economico della stessa Piazza e del centro storico. Sta emergendo un nuovo quadro: non è la Piazza a dare ruolo al centro storico, ma sono i palazzi e il lavoro a dare ruolo alla Piazza, come avveniva nel Medioevo. Così è nato il progetto di rinascita che sta dando i primi risultati, da cogliere e da leggere per lo sviluppo culturale, economico, turistico di Arezzo. Così attività imprenditoriali nuove sono arrivate in piazza e nel centro storico. In un'area ben circoscritta sono attive e aperte: Palazzo di Faternita, Logge del Vasari con Liceo musicale, Biblioteca, Casa del Petrarca con Accademia, Archivio di Stato, Casa Bruschi, Pieve di Santa Maria, Palazzo Lambardi-Sugar (aperto in questi giorni), Circolo Artistico. Sta a noi aretini saper coordinare questo nuovo orizzonte, sotto la guida del nostro ingegno e passione, coordinati dal Sindaco e dal Comune di Arezzo. La Piazza Grande vive, se vivono i Palazzi e gli Aretini che abitano e lavorano nella stessa Piazza: identità ed orgoglio di Arezzo.
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