Riflessioni su guerra, fake news ed informazione
Presentazione del volume "1915-1918 NOTIZIE DAL FRONTE | La Prima Guerra Mondiale nei Comunicati Ufficiali tra propaganda e censura" (Trelerighe Libri editore), del montevarchino Fulvio Bernacchioni. Riflessioni su guerra, fake news ed informazione, appuntamento giovedì 2 giugno 2022 ore 17,30 a La Feltrinelli Point in via G. Garibaldi, 107 Arezzo.
Il libro
Quando ancora i mezzi di comunicazione erano limitati ed i canali social non esistevano l'opera di convincimento delle masse si faceva attraverso la stampa, anche diffondendo notizie abilmente costruite per controllare l'opinione pubblica. In questo senso la storia del primo conflitto mondiale è costellata di notizie che il lessico del terzo millennio potrebbe definire “fake news”.
Il libro “1915-1918 Notizie dal Fronte. La Prima Guerra Mondiale nei comunicati ufficiali tra propaganda e censura”, di Fulvio Bernacchioni prende in esame i linguaggi ed i meccanismi utilizzati un secolo fa per creare consenso attorno alla prima grande tragedia del Novecento.
Il fenomeno del condizionamento dell'opinione pubblica in occasione degli eventi bellici e non solo, sarà affrontato dallo storico Giorgio Sacchetti (Università di Firenze) e dall'autore in occasione di un confronto pubblico su un tema quantomai attuale: propaganda e censura.
Il libro porta alla luce un sistema, diffuso ad ogni latitudine ed in ogni epoca storica, che mira al condizionamento dell'opinione pubblica. E quando non basta la dialettica? Si ricorre ad altri mezzi: la coercizione, la repressione del dissenso, la manipolazione della realtà dei fatti per raccontare notizie che, anche se non vere, sembrino verosimili.
In questo senso la Grande Guerra è stata una “palestra”, il primo evento di portata internazionale verificatosi in un periodo in cui l'informazione, almeno quella su carta, era ben radicata. Un evento che i governi ed i militari avevano bisogno di raccontare alla loro maniera per convincere i cittadini della bontà del loro operato.
Ricerca e comparazione di documenti originali con le memorie dell'epoca hanno permesso una ricostruzione critica di una tappa fondamentale della storia d'Italia.
Il lavoro storico che mette a nudo aspetti imbarazzanti del giornalismo e che, arrivando ai tempi moderni, impone una riflessione sugli effetti della disinformazione di massa. Problema serio, non solo nei luoghi dove vi sono governi dittatoriali, ma anche nei cosiddetti Paesi democratici.
Per questo saggio l'autore è stato insignito del premio letterario “Nabokov” 2018 nella categoria inediti. Il libro è stato finalista nel concorso “Mario Soldati” 2020.
L'autore
Fulvio Bernacchioni ( Montevarchi, 1962), è iscritto all'Ordine dei Giornalisti da oltre trenta anni. Ha iniziato l'attività come corrispondente sportivo per il Corriere di Arezzo, testata con la quale collabora tutt'ora, e per la Gazzetta dello Sport.
La passione per la ricerca e gli studi storici è sfociata in numerose pubblicazioni a carattere
divulgativo. Se i primi libri sono incentrati sulla valorizzazione storico-turistica del territorio, Storie
e Leggende nella valle dell'Arno e Antiche cronache della valle dell'Arno segnano il passaggio
ad un genere nuovo, basato su ricerche d'archivio e testimonianze orali.
Con Ricasoli. Storia di una castello e di una comunità ha dato un contributo alla riscoperta del borgo dal quale ha tratto il nome una delle più note famiglie toscane.
Negli ultimi anni, la ricerca lo ha portato ad indagare le tecniche ed i linguaggi utilizzati nelle varie epoche per il condizionamento dell'opinione pubblica.