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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I premiati del Giogo, c'è anche il tenore Grigolo

Vittorio Grigolo, tenore, Stefania Viti, giornalista e nipponista, Corrado e Marco Menchetti, imprenditori, sono i vincitori del Premio Giornalismo-Cultura-Economia ‘Il Giogo d’argento’. La cerimonia di premiazione domenica 9 luglio (ore 20.00)...

Vittorio Grigolo, tenore, Stefania Viti, giornalista e nipponista, Corrado e Marco Menchetti, imprenditori, sono i vincitori del Premio Giornalismo-Cultura-Economia ‘Il Giogo d’argento’. La cerimonia di premiazione domenica 9 luglio (ore 20.00) nell’ambito della rassegna si teatro Popolare ‘Il Giogo’ di Montagnano (Monte San Savino – Arezzo).

Vittorio Grigòlo, nato ad Arezzo, è un tenore italiano la cui famiglia si trasferì successivamente a Roma. Vittorio iniziò a cantare all'età di quattro anni, mentre a nove anni, accompagnando la madre dall'oculista, udì cantare in una stanza adiacente l'Ave Maria ed iniziò a cantarla a sua volta. Il padre dell'oculista ne fu molto colpito e lo spinse per un'audizione presso il coro della Cappella Sistina che lo scelse diventando poi voce solista del coro. Studiò quindi canto alla Schola Puerorum cantorum della Cappella Sistina sotto la direzione del M° Domenico Bartolucci e a tredici anni cantò nella parte del pastorello nella Tosca al Teatro dell'Opera di Roma condividendo il palco con Luciano Pavarotti. Nell’anno verdiano nel 2000 diviene il più giovane tenore a cantare al Teatro alla Scala di Milano dove debuttò all'età di ventitré anni, ma è con il successo coronato al Covent Garden di Londra come Chevalier des Grieux in Manon di Massenet che si consolida la sua carriera. Ha aperto i giochi Olimpici Speciali di Atene cantando con Alkistis Protopsalti la canzone tema dell'evento. Nel 2012, al Teatro alla Scala di Milano ha cantato ben due ruoli nel giro di due mesi: Rodolfo (La bohème) e il Duca di Mantova nel Rigoletto condividendo il palco con interpreti di fama internazionale tra cui Angela Gheorghiu e George Gagnidze.

Stefania Viti, giornalista professionista con esperienza internazionale, parla fluentemente giapponese e inglese. Ha vissuto a Tokyo per circa dieci anni ma adesso vive e lavora a Milano. Il 25 novembre 2016 ha ricevuto il Premio Umberto Agnelli per il Giornalismo che la Fondazione Italia-Giappone assegna ogni anno a giornalisti che si sono contraddistinti nel comunicare il Giappone in Italia e l’Italia in Giappone. Scrive di società, attualità, cultura, cibo, moda, design e lifestyle relativi al Giappone contemporaneo per testate nazionali e internazionali. I suoi articoli sono apparsi su La Repubblica, Il Messaggero, Repubblica.it, D la Repubblica delle Donne, L’Espresso, Limes, GQ, Casa Vogue, Vanity Fair, The 
Japan Times, East e altre. Il 20 ottobre 2016 è uscito per le Edizioni Gribaudo “Il Sushi Tradizionale”, il libro che conclude la sua personale trilogia dedicata al sushi, piatto simbolo della cultura culinaria giapponese. La trilogia comprende “L’arte del Sushi”, che ha curato e che è uscita a giugno 2015 sempre per Gribaudo Edizioni. Esso raccoglie saggi inediti di importanti firme del giornalismo italiano e di esperti sul tema del sushi. “L’arte del Sushi” è l’edizione ampliata e illustrata de “Il Sushi”, pubblicato nel 2013 e uscito insieme al the DVD “Jiro e l’Arte del Sushi” per la collana Feltrinelli Real Cinema. A ottobre 2016, in occasione dei 150 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone, ha curato e presentato Japan Talks, capire il Giappone, quattro incontri su design, turismo, letteratura e cucina giapponese all’interno del progetto Splendido Sol Levante, organizzato da Mondadori al Mondadori Store di Piazza Duomo a Milano. Durante Expo 2015 ha avuto l’onore di presentare alcuni grandi eventi internazionali come l’Umami Summit in Milan promosso dalla società Ajinomoto e l’evento JJS (Sake e Shochu Association).

Corrado e Marco Menchetti. Fin dai primi anni del secolo, la famiglia Menchetti, si dedica al commercio del pane col nonno Bidio e la nonna Grazia. Nel primo dopoguerra entrano a far parte dell’azienda anche il figlio Pietro e la moglie Pierina. E’ allora che si registra la prima grande svolta dell’attività. E’ il 1948, e nel settembre di questo anno i figli Angiolo e Santi riescono ad aprire un forno in proprio e a dedicarsi alla produzione. Sempre di più il “pane di Montagnano” si fa spazio sul mercato italiano e all’estero ed oggi con la loro sede centrale a Cesa in Valdichiana, sotto la guida dei figli Corrado e Marco, l’azienda Menchetti è un proprio elaboratore di cultura, proponendo ai suoi consumatori e pubblici di riferimento un mind style cui aderire ed ispirare il proprio comportamento favorendo la creazione di un rapporto poetico e affettivo tra l’individuo ed i prodotti che andrà a consumare. Da sempre, consapevoli delle loro origini e del valore che la terra ricopre per la loro storia e il loro futuro, l’azienda cerca di prestare la massima attenzione all’ambiente. Per questo motivo utilizza energie verdi, recupera l’acqua piovana e cerca di ridurre il più possibile l’impatto ambientale. Consegnare il pianeta alle future generazioni integro e sano non è solo importante, deve essere per Menchetti un impegno quotidiano.

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