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Cultura

Il palio della Balestra si avvicina, presentato il drappo

Una sala consiliare di Palazzo delle Laudi occupata anche da turisti interessati, oltre che da musicisti, figuranti e semplici cittadini, ha ospitato il tradizionale appuntamento del 1° settembre: la presentazione del drappo del Palio della...

Una sala consiliare di Palazzo delle Laudi occupata anche da turisti interessati, oltre che da musicisti, figuranti e semplici cittadini, ha ospitato il tradizionale appuntamento del 1° settembre: la presentazione del drappo del Palio della Balestra, che i tiratori di Gubbio e Sansepolcro si contenderanno domenica 10 settembre nella piazza Torre di Berta della città biturgense. La Madonna della Misericordia di Piero della Francesca è il soggetto centrale attorno al quale il pittore Enzo Di Franco, siciliano di Alcamo, ha costruito la sua interpretazione della sfida a colpi di verrette. È stato come sempre il giornalista ed esperto d’arte Michele Foni a condurre la conferenza stampa e a introdurre Enzo Di Franco, sottolineando le tappe più significative della sua evoluzione pittorica. Foni ha poi ceduto la parola per l’intervento di saluto al sindaco Mauro Cornioli; all’assessore alla cultura, Gabriele Marconcini e al presidente della Società Balestrieri, Dario Casini, che ha ricordato la circostanza di oltre un anno fa, quando all’interno del palazzo comunale di Spoleto era andato a visitare la mostra personale del maestro Di Franco e aveva notato con grande sorpresa e piacere come le prime due sale espositive fossero tutte dedicate al Palio di Sansepolcro. A quel punto non ebbe dubbi: il drappo dell’edizione 2017 lo avrebbe dipinto Enzo Di Franco, che – visibilmente emozionato – ha concluso la serie degli interventi spiegando la sua opera. “Sono intanto felice e onorato di essere qui con voi, che mi state dimostrando affettuosa attenzione – ha dichiarato il maestro – e credo di aver fatto capire in questo drappo quanto io sia attaccato a Sansepolcro e alla Valtiberina in generale, terra che ho conosciuto quasi 30 anni e con la quale ho stretto un’amicizia sempre più forte. È la terra di colui che, al posto di Piero della Francesca, preferisco chiamare il “grande Piero”. E proprio da Piero ho trovato l’ispirazione giusta, ponendo al centro la Madonna della Misericordia, che con il suo manto aperto protegge Gubbio e Sansepolcro (ha riprodotto il palazzo dei consoli della città umbra e i campanili delle chiese biturgensi n.d.a.) e la presenza dei gonfaloni delle rispettive società balestrieri significa protezione anche nei confronti del Palio. Non lo nego: questo è il più bel momento del mio percorso artistico”.

PALIO SANT'EGIDIO

Eccezionale “doppietta” dei fratelli Giovagnini nell’edizione 2017 del tradizionale Palio di Sant’Egidio, la sfida individuale fra balestrieri ordinari e non ordinari, che si è disputata nella serata di venerdì 1° settembre al campo di tiro “Luigi Batti” di Porta del Ponte a Sansepolcro. Andrea, 40 anni e in attività dal 2013, ha conquistato il suo primo importante successo da tiratore, precedendo il 45enne fratello maggiore Michele, peraltro un “non ordinario”, che aveva finora partecipato alla stessa gara nel 2016. Un successo che Andrea Giovagnini ha costruito fin da subito nella circostanza in cui la gara in onore di uno dei fondatori della città ha fatto registrare il nuovo record assoluto con 77 iscritti, 28 dei quali non balestrieri; estratto per quarto nell’ordine dei tiri, ha conficcato il puntale della freccia poco sopra la bulletta, il piccolo chiodo che costituisce il centro del corniolo, dando fin da quel momento la sensazione di potercela fare, nonostante la situazione avrebbe potuto benissimo mutare. Michele è stato invece chiamato per ottavo e anche lui non si è lasciato sfuggire la ghiotta opportunità. “Vincere il Sant’Egidio costituisce uno fra gli obiettivi più ambiti da ogni balestriere, trattandosi di un appuntamento con la storia – ha dichiarato un Andrea Giovagnini visibilmente soddisfatto e sommerso di complimenti - ma salire sul podio assieme a mio fratello è stato troppo bello: non avrei potuto chiedere di più”. Anche Michele Giovagnini non è riuscito a trattenere la propria contentezza: “Il fatto di essere stato premiato come migliore fra i non balestrieri – ha detto mostrando le due distinte medaglie vinte – era per me già un risultato di prestigio, per cui chi se lo sarebbe immaginato che mi avrebbero richiamato per il secondo posto assoluto!”. Terzo classificato Marco Tontini, salito sul banco di tiro per 54esimo: un particolare, questo, che senza dubbio esalta anche il suo risultato. Non sono mancate le piacevoli sorprese alle spalle dei primi tre: quarto posto per Francesco Scappini, quinto per Federico Romolini, sesto per Massimo Mancini (non balestriere), settimo per Enzo Cestelli, ottavo per Mirko Bernardini, nono per Roberto Pancrazi e decimo per Stefano Farinelli (non balestriere). La tenzone, abbastanza snella nei tempi nonostante l’elevato numero di tiratori, è stata caratterizzata da un livello qualitativo sempre elevato e tante, anche in questo caso, sono state le verrette spezzate e schizzate via dal bersaglio, man mano che i puntali si concentravano sempre più sulla superficie del corniolo. Dopo le forti apprensioni generate dal temporale mattutino, la situazione meteorologica è andata migliorando e alla fine il Palio di Sant’Egidio è potuto andare in scena con assoluta tranquillità, senza un solo alito di vento che avrebbe potuto condizionare le traiettorie dalla distanza dei 36 metri. Personaggio centrale di turno è stato l’onorevole Mario Capanna, che ha scoccato la sua freccia per 36esimo e in lui c’è la grande gratificazione per esserci cimentato nella nobile arte del balestrare: “E’ stata una parentesi fantastica, dalle prove fino alla fine della competizione – ha detto Capanna – e mi sono voluto gustare tutti i rituali legati al tiro. Semplicemente affascinante il solo sistema impiegato dalla commissione incaricata di valutare la posizione delle frecce e quindi di stilare la classifica finale. Ho tirato con l’arma del presidente Dario Casini, che ancora ringrazio per avermi dato questa opportunità e insegnato la tecnica del tiro. Ho avuto poi modo di conoscere anche altri balestrieri e soltanto l’aver potuto tirare con la questa arma è un qualcosa che passa sopra tutto il resto”. Il prologo era stato solennizzato dal gruppo musici, i quali dopo l’appello dei singoli in gara sono spuntati a sorpresa in cima alla cinta muraria che insiste sul campo di tiro per eseguire i brani più importanti del loro repertorio. Ma il presidente del sodalizio biturgense, Dario Casini, tiene a rimarcare un altro aspetto: “C’erano più di 300 persone fra parenti, amici e altre persone, che sono rimaste tutte con noi fino alla premiazione: è la forza del Palio di Sant’Egidio”. E ora, dal campo di tiro i balestrieri si spostano in piazza Torre di Berta per il palio rionale di mercoledì 6 settembre e per la tenzone con Gubbio di domenica 10.

L'OFFERTA DELLA CERA

Un breve corteo nel cuore della città, davanti a biturgensi e turisti pronti a scattare foto e un altrettanto snella ma significativa celebrazione all’interno della cattedrale, dove i figuranti in costume sono entrati dal portone centrale. L’Offerta della Cera, nel caldo pomeriggio di giovedì 31 agosto, ha dato il via ufficiale all’edizione 2017 delle Feste del Palio a Sansepolcro, alla presenza di una delegazione di tutti e cinque i sodalizi protagonisti: Società Balestrieri, Gruppo Sbandieratori, Associazione Rinascimento nel Borgo, Compagnia di Teatro Popolare e associazione “Il Lauro”.

Il primo suggestivo atto della parentesi rinascimentale si è dunque consumato nel pieno rispetto della secolare finalità insita nella cerimonia: fungere da buon auspicio per lo svolgimento della festa, che in città continuerà con la ricorrenza di Sant’Egidio e con l’evento finale del Palio della Balestra. Il corteo, una volta arrivato in via Matteotti, si è fermato per l’annuncio del cerimoniere Marco Barna, prima di varcare la soglia d’ingresso del duomo, dove abbastanza nutrita è stata anche la presenza dei biturgensi. “Vi ritrovate nella chiesa principale della città per ripetere un importante rito – ha detto Don Giancarlo Rapaccini, parroco della concattedrale - e vorrei che dentro di voi questo luogo venisse considerato come la vostra casa. Oggi state perpetuando il gesto dell’Offerta della Cera per l’illuminazione del luogo sacro, ma la vera luce che si accenderà sarà quella alimentata dall’olio della carità”. Un invito chiaro all’unione e alla compattezza, quello del sacerdote: “Siete convenuti qui, ognuno indossando i colori del proprio rione. Vuol dire allora che, nelle vostre differenze di appartenenza, tutti assieme perseguite uno stesso scopo: fare di Sansepolcro una città bella, in linea con Piero della Francesca, che nella pittura ha applicato il principio della bellezza. Date dunque questo esempio di armonia anche nei confronti di chi viene in questa città, perchè possa ripartire provando un minimo di nostalgia e continuate a vivere con un forte spirito associativo e solidale. Una comunità che smarrisce questi valori è destinata a morire”. È poi seguita la donazione della cera da parte sia dei rappresentanti delle antiche arti e corporazioni cittadine, sia del sindaco Mauro Cornioli (maggiorente cittadino) e del presidente della Società Balestrieri, Dario Casini. Ai tempi scanditi dal gruppo musici, si sono alternati i canti della Corale Domenico Stella e Coro Città di Piero, diretto dal maestro Paolo Fiorucci. Il “buona festa” di Don Giancarlo Rapaccini ha concluso la cerimonia e il corteo finale, uscito di nuovo dal portone principale, ha riunito di nuovo tanta gente in via Matteotti.

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