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Nuova edizione per "La Juventus spiegata a mia figlia", il libro di Marco Caneschi

Torna in libreria, con la nuova edizione aggiornata, “La Juventus spiegata a mia figlia” dell’aretino Marco Caneschi. Dopo la prima edizione del 2015, a distanza di due anni, il libro viene riproposto con alcune aggiunte dall’editore Ultra Sport...

Torna in libreria, con la nuova edizione aggiornata, “La Juventus spiegata a mia figlia” dell’aretino Marco Caneschi. Dopo la prima edizione del 2015, a distanza di due anni, il libro viene riproposto con alcune aggiunte dall’editore Ultra Sport, visto il successo ottenuto nelle vendite e fra il pubblico, con presentazioni in festival letterari, scuole, club bianconeri doc sparsi nella penisola.

Cosa c’è di meglio, per un padre, che consegnare alla figlia un motivo di felicità nella vita? Magari scrivendole una lettera? Resta solo da trovare la molla scatenante. Ma in merito il padre del libro di Caneschi ha le idee chiarissime: la felicità deriva da una passione calcistica, quella per la Juventus.

D’altronde quando si tratta di parlare ai figli, un adulto non ha che da sfruttare un vocabolario per loro comprensibile: il vocabolario del gioco. Nello specifico il gioco del calcio. E cosa c’è di meglio, nel calcio, della sua espressione più gloriosa? Solo la Juventus, l’unica squadra nata in un liceo classico, tanto per sottolineare subito una questione di lignaggio, è riuscita dal 1897 a forgiare dei miti che ancora contraddistinguono il linguaggio giornalistico, sportivo e il costume nazionali: se una squadra segna un gol all’ultimo minuto, si usa l’espressione zona Cesarini. E Renato Cesarini era un fuoriclasse della Juventus degli anni Trenta, quella che per prima ha scritto un’epopea con 5 scudetti consecutivi. Ancora: nelle bustine delle figurine Panini campeggia l’immagine di una rovesciata effettuata nel corso di un Fiorentina – Juventus del 1950. Il giornalista che vi assistette la definì: un volo in cielo. Quel volo in cielo è di un grandissimo stopper, guarda caso, bianconero: Carlo Parola. La bustina Panini è stata nei decenni accompagnata da didascalie in greco, cirillico, arabo e giapponese e il calcio, grazie allo juventino Carlo Parola, ha attraversato il pianeta diffondendo un’immagina sana del nostro gioco più bello, un’immagina sana dell’Italia, in oltre 200 milioni di copie. Questa è la Juve.

Sono solo due piccoli aneddoti tratti dal libro, che poi passa dai campioni del passato descritti, magari, con una canzone di Paolo Conte o un fumetto di Hugo Pratt alla tragedia di Bruxelles scandita dalla parole di Platini e dalle sintesi di “Novantesimo minuto” a #Le6end e i social network. Un racconto sentimentale a cuore aperto per gli juventini del presente e del futuro.

Già, “Novantesimo minuto”. Oppure “Tutto il calcio minuto per minuto”. Questo padre, scrivendo alla figlia, parla anche alla sua generazione e ricorda, a se stesso e a chiunque, il calcio vissuto tramite le voci delle radioline, i volti di certi telecronisti e l’appuntamento della domenica pomeriggio atteso l’intera settimana. È cambiato il mondo da quel 24 aprile 1977 quando questo padre, allora bambino, vide per la prima volta la Juventus dal vivo in uno stadio.

Eppure emerge qualcosa di indistruttibile in mezzo a tante metamorfosi: un romanzo popolare a tinte bianconere. Decine di milioni di tifosi sparsi nel mondo per i quali la Juventus continuerà a significare sempre una cosa: felicità. Quella sensazione di stomaco libero che permette di gettare alle spalle ogni timore o preoccupazione quotidiana per un tempo che dura all’incirca due ore: dal fischio d’inizio al fischio finale di una partita in cui Juve regala una gioia.

«Forse questi concetti – racconta Caneschi – me li ha espressi meglio di chiunque altro un tizio a Tricase, in Salento, prima di una presentazione. Mi ha detto: sono un ex carcerato, un ex tossicodipendente ma non sarò mai un ex juventino. Ha ragione. Fra tantissimi anni, quando saremo vecchi, penseremo anche noi alle cose di cui potremo dirci ex. Studenti, fidanzati di quella ragazza, impiegati, giornalisti... ma la Juve resterà l’amore indimenticabile”.

MARCO CANESCHI

Giornalista, è nato nel 1969 ad Arezzo, dove vive e lavora. È stato conduttore radiofonico e collaboratore di quotidiani e periodici. Scrive di libri su www.criticaletteraria.org e www.ilpickwick.it

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