Mare di Grano in proiezione a Cavriglia
Tre bambini e una papera. Un cammino da compiere per arrivare al mare e cercare un ricordo, un appiglio per ritrovare mamma e papà. Si chiuderanno al Teatro Comunale gli eventi culturali promossi nel 2018, insieme all'Amministrazione Comunale, dall'Associazione LiberiLibri.
Nel fine settimana tra sabato 22 e domenica 23 dicembre al Teatro di Piazza Berlinguer sarà proiettato il film “Mare di grano”, il primo lungometraggio di Fabrizio Guarducci che racconta di un’amicizia, di un viaggio nella Val d’Orcia e della crescita di questi piccoli eroi che compiono un lungo e meraviglioso rito di iniziazione.
“Mare di grano” è un film per bambini ma si adatta bene anche al pubblico adulto, una fiaba toscana che respira di quel cinema per ragazzi che vede il viaggio come un’avventura in cui si perde qualcosa e si acquista molto.
Il film sarà proiettato al Teatro Comunale di Cavriglia sabato 22 dicembre alle 9.15 con ingresso riservato agli studenti della Scuola Secondaria di primo grado (medie) dell'Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”, e domenica 23 dicembre alle 17 con ingresso libero e gratuito.
“Mare di grano”, il film
La storia narra di Adam, un bambino di otto anni, che compare all’improvviso in una piccola città vicino a Siena alla ricerca di qualcosa o di qualcuno, del forte legame tra lui, Arianna e Martino, due ragazzini che lo accompagneranno nel suo vagabondare, delle ore passate a giocare con la fantasia usando la realtà. Mare di Grano è una fiaba per bambini in cui emozioni e sentimenti vivono scevri da impalcature e sovrastrutture: guardare le nuvole, cercare la pentola piena d’oro da cui si originano gli arcobaleni, avere come compagna di giochi una papera, “La Pina”. Non ci sono regole per Adam, Arianna e Martino, o meglio c’è solo una: vivere seguendo la fantasia. È interessante che i tre attori della pellicola abbiano anch’essi vissuto un’esperienza, quasi “educativa”, infatti i bambini non hanno letto prima la sceneggiatura, erano a conoscenza solo dell’itinerario geografico che avrebbero percorso, secondo Guarducci ciò avrebbe accresciuto la loro spontaneità e li avrebbe fatti vivere e non recitare il film.