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Maggiolata. La magia del Moulin Rouge: via dell'Amore celebra la Belle Epoque

Il Rione di Via dell’Amore ha trovato per questa edizione un’occasione speciale per stupirci con una proposta assolutamente originale, di fatto divertente e intrigante come poche altre. Il cantiere Giallo Rosso, con il Presidente Samuele Olivi in...

Il Rione di Via dell’Amore ha trovato per questa edizione un’occasione speciale per stupirci con una proposta assolutamente originale, di fatto divertente e intrigante come poche altre. Il cantiere Giallo Rosso, con il Presidente Samuele Olivi in prima persona, ha puntato ad una idea di forte impatto che conduce direttamente all’opera di un artista francese, Henry de Toulouse Lautrec, che a buon diritto può essere annoverato tra gli esponenti più importanti della pittura transalpina della seconda metà del XIX secolo. In realtà, la felice intuizione dei cantieristi di questo Rione si è focalizzata su un lavoro di Toulouse Lautrec, divenuto nel tempo un vero e proprio must: “Moulin Rouge – La Goulue”.

Prima di affrontare – come è giusto che sia – una schematica descrizione del carro di Via dell’Amore, è opportuno spiegare in poche parole l’opera dell’artista francese reinterpretata dal Rione Giallo Rosso. Occorre pertanto dire che l'arte di Henri de Toulouse-Lautrec risente fortemente della frequentazione di un celebre quartiere di Parigi: Montmartre, all'epoca appena fuori la capitale francese, con i suoi cabaret ed i personaggi stravaganti. Un piccolo mondo fatto di diseredati, viveur, prostitute, borghesi, cantanti e attori, presenti in molte delle sue creazioni. Questo ambiente oltre ad ispirarlo ha favorito la realizzazione di opere intense come il manifesto per uno dei locali più importanti di quella zona, il Moulin Rouge. Da qui, l'opera in questione è la litografia “Moulin Rouge. La Goulue” del 1891, che decreterà la giusta fama al suo autore.

La suggestione che deriva dalla visione di quest’opera ha quindi condotto il Rione di Via dell’Amore a ripercorrere con rara attenzione filologica e non senza alcuni sorprendenti elementi di originalità una rivisitazione del quadro di Toulouse Lautrec. Chiara Di Grillo, che è una delle protagoniste della vita del cantiere Giallo Rosso, esprime così l’idea base che ha guidato il Rione nella elaborazione di questo splendido carro “Abbiamo scelto Toulouse Lautrec per una serie di motivi, tutti secondo noi molto validi. In primo luogo, perché l’opera che riproponiamo è uno dei primi esempi di elaborazione artistica ad uso della pubblicità. Il quadro di Toulouse Lautrec diventò di fatto il manifesto del celebre locale notturno, anticipando la moda dell’arte al servizio della promozione di prodotti commerciali, che successivamente con il futurismo assumerà connotati ancora più evidenti. Inoltre, la nostra proposta è quella di indagare a fondo il lavoro di Toulouse Lautrec, che è una sorta di inno alla Belle Époque, un canto d’amore alla vita vissuta, alla liberazione dell’individuo, al gusto – perché no? – del proibito”.

In realtà, il carro recupera gli spazi e le dimensioni che in qualche modo si intuiscono guardando l’opera di Toulouse Lautrec. Anch’esso, come l’originale, si compone di due quinte sceniche, di assoluto impatto, a forma semicircolare che conferiscono al carro un’idea di movimento che si avverte immediatamente ad una prima osservazione. Il pubblico indistinto che affolla il locale è perfettamente descritto con mirabile maestria da silhouettes realizzate a mano, rivestite di garofani. La figura della ballerina, la Goulue, è l’elemento centrale del carro. La sua avvenenza, il suo accenno di piccole mosse della danza dell’epoca, lo chahut, la voluttuosità del portamento, la ricchezza dell’abbigliamento ne fanno un riferimento imprescindibile che esalta il carattere immaginifico del quadro di Toulouse Lautrec. È lei l'unico personaggio della scena di cui, seppur di profilo, c'è una precisa caratterizzazione attraverso la descrizione dei dettagli fisionomici.

Siamo – in definitiva – di fronte ad un lavoro che è frutto di uno studio approfondito e certamente appassionato, fatto di una ricerca complessa ed articolata nella quale si percepisce il connotato di fondo: questo carro ha una sua peculiarità evidente, il movimento. Del resto, rivisitando un’opera come quella di Toulouse Lautrec che esalta e sviluppa sino a livelli inusitati il messaggio di libertà e di affrancazione dagli stereotipi di vita del suo tempo, il lavoro del cantiere di Via dell’Amore sembra puntare con una certa efficacia ad una soluzione plastica e costruttiva che ci consegna un’immagine perfettamente riuscita di un luogo dove i costumi e i comportamenti devono offrire gioco forza una idea di eccesso voluto. Non manca il riferimento all’autore, quel Toulouse Lautrec, riproposto in maniera sorprendentemente fedele. Ovviamente – in occasione delle sfilate della Maggiolata – il passaggio del carro avrà una colonna sonora d’eccezione: Offenbach, Strauss, Wagner, ballabili popolari, ecc. E allora ci corre l’obbligo esaltare il paziente, straordinario lavoro di cucitura degli abiti dei personaggi presenti nel carro, eseguito rigorosamente a mano con eccezionale bravura da Daniela Cencini.

Su tutto il carro domina maestoso il Moulin Rouge, con le caratteristiche pale. Un simbolo inequivocabile di una stagione di grande effervescenza artistica ed esistenziale, caratterizzata da ottimismo e fervore creativo. Infine, l’uso sapiente dei fiori, dai colori perfettamente in linea con lo stile pittorico di Henry Toulouse Lautrec. Molti garofani rossi (si dice che ne occorrano 18000…), con tonalità più o meno accese (dal bordeaux al carminio, dal porpora al vermiglio) e il viola usato per dare un’idea precisa della presenza indefinita del pubblico di questo antico nobile locale di vita e di gioia che il Rione di Via dell’Amore propone al pubblico della Maggiolata Lucignanese.

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