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La recensione di Jamaica Inn

Mary Yellan, giovane ragazza, perde la madre. Rimasta sola si vede costretta a trasferirsi dagli zii. Zia Patience, sorella della madre, e suo marito Joss Merlyn, gestiscono una locanda situata in mezzo al nulla frequentata da personaggi “...

Mary Yellan, giovane ragazza, perde la madre. Rimasta sola si vede costretta a trasferirsi dagli zii. Zia Patience, sorella della madre, e suo marito Joss Merlyn, gestiscono una locanda situata in mezzo al nulla frequentata da personaggi “ particolari”. Il paesaggio è quello della Cornovaglia e la brughiera è descritta in modo pittorico dall’autrice.

Mary, durante la sua permanenza al Jamaica Inn, imparerà a conoscere lo zio, violento e privo di scrupoli. La zia ormai terrorizzata da Joss è rimasta priva di quelle vivacità che l’aveva accompagnata fino al giorno del matrimonio. Mary vuol salvare Patirnce da quel brutto individuo chi è lo zio, smascherare i loschi traffici che si consumano all’interno della locanda e scoprire a cosa serve la stanza chiusa in fondo il corridoio a cui nessuno ha accesso.

L’incontro con Jen Merlyn, fratello di Joss, l’attrazione e la volontà di respingerlo saranno elementi contrastanti della storia. “Jen rovesciò il capo all’indietro e rise, e Mary non potete resistere. Le loro risate risuonavano nella strada e la gente si voltava guardarli, ne veniva contagiata, sorrideva e poi finiva peschi incazzare”. P. 143

La disperazione e l’ospitalità della famiglia Bassat daranno una svolta all’avvincente trama. Un incontro importante sarà quello tra Mary e Francis Davey, parroco di Altarun, albino, misterioso e intrigante. “ L’ultima cosa che ricordavo era la mano del parroco sulla fronte e quegli occhi bianchi fissi che le dicevano di dimenticare. Poi si era addormentato, Come lui aveva ordinato di fare”. P. 240.

Oggi il Jamaica Inn è una locanda.

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