rotate-mobile
Cultura

"La loro Africa", ecco il nuovo libro di Matteo Giusti

Esce mercoledì 1° giugno, il saggio affronta il cambiamento del continente in cui Europa e Stati Uniti sono stati lentamente estromessi mentre hanno guadagnato spazio e importanza le potenze emergenti

Esce mercoledì 1° giugno il nuovo libro dell'aretino Matteo Giusti. Si intitola "La loro Africa".

La loro Africa

"La guerra dell’energia e quella del grano - si legge nella presentazione - hanno riportato al centro della politica e geopolitca mondiale il continente africano. Questo gigante dormiente ha intrecciato la sua storia con quella di tutto il mondo e le sue ricchezze sono state il desiderio e l’obiettivo delle potenze che nella storia si sono alternate al potere. Ma negli ultimi 20 anni molte cose sono cambiate in Africa. La vecchia Europa e gli Stati Uniti sono stati lentamente estromessi e al loro posto hanno guadagnato spazio e importanza le cosiddette “potenze emergenti”. Cina, Russia, Turchia e Israele sono diventati i nuovi padroni del continente africano creando legami fortissimi che hanno permesso la crescita delle loro economi e che prevede un ruolo egemone per questi nuovi attori nell’immediato futuro. La Cina conquista i Paesi africani con prestiti a lunga scadenza e infrastrutture, ma soprattutto non chiede la democrazia per i partner africani né qualsiasi tipo di rispetto dei diritti dell’uomo. La Russia vende armi, tecnologia militare e addestramento, e lo fa utilizzando il famigerato Wagner Group, una società fantasma di mercenari che Mosca utilizza per rovesciare i legittimi governi e diventare padrone dello stato. La Turchia con le mire di neo-ottomanesimo di Erdogan punta su scuole e sulla religione. L’islam con la visione turca diventa un ottimo grimaldello per educare le nuove generazioni e prendere il possesso di luoghi chiave come i porti nel Mar Rosso. Il piccolo, ma dinamico Israele invece utilizza la sua grande preparazione nella tecnologia agricola per sviluppare un settore chiave in Africa e la sua formidabile intelligence per preparare ed addestrare i servizi segreti degli stati africani. Il libro La Loro Africa edito da Castelevecchi e scritto dall’africanista Matteo Giusti fotografa questa situazione che vede l’Europa, soprattutto la Francia, venire sbattuta fuori da quella che è sempre stata una sua zona d’influenza, mentre gli Stati Uniti per scelta abbandonano il continente africano. Con la prefazione dell’ambasciatore Sergio Romano a Mosca negli anni della Guerra Fredda e con il contributo di accademici e giornalisti esperti di politica internazionale come Federico Rampini di Repubblica, questo libro cerca di spiegare come perdere la partita africana potrebbe essere un danno irreparabile per il ruolo geopolitico dell’Europa nel futuro mondiale".

loro-africa-libro-matteo-giusti-2
La copertin del libro

Un estratto del libro

"Il  continente africano - si legge nel volume - ha sempre destato l’attenzione e l’interesse delle potenze che nell’arco della storia si sono succedute. Dai romani che vi cacciavano belve feroci e schiavi, ai mercanti cinesi che sulle feluche veleggiavano sulle coste orientali alla ricerca di avorio e pietre preziose, fino agli arabi che hanno sempre commerciato, soprattutto uomini, nel continente africano. Nei secoli però sono stati gli europei a diventare i veri “padroni” dell’Africa e mettendolo nero su bianco con vari trattati hanno deciso i confini di questo gigante per poi piazzare le proprie bandierine nazionali. Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Belgio, Germania e anche Italia come sappiamo hanno così preso il controllo di un intero continente sfruttando ogni risorsa. Nel secolo scorso è arrivata la liberazione, o presunta tale, che ha portato alla nascita degli stati che oggi compongono questo articolato universo. In realtà dal 1960, famoso e consacrato anno dall’indipendenza per moltissimi Paesi africani, la forma di controllo dei vecchi colonialisti europei è solo cambiata. Gli inglesi hanno creato il Commonwealth della Nazioni per continuare ad influenzare le ex colonie, la Francia ha fatto di peggio nella Francafrique dove ha addirittura inventato una moneta che stringesse un laccio al collo delle nascenti nazioni africane. Un sistema, soprattutto quello francese, che ha permesso a Parigi di decidere la politica estera e interna di tanti stati indipendenti che si sono ritrovati ancora una volta controllati e manipolati. Nella seconda metà del secolo scorso, spinti da motivazioni ideologiche, si sono affacciate nel continente africano anche la Repubblica Popolare di Cina e l’Unione Sovietica pronte a finanziare a piene mani le giovani democrazie che si volevano staccare dalla madrepatria coloniale Un capitolo della guerra fredda in salsa africana, dove gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo chiave in funziona anti-comunista con gli stati africani pronti a schierarsi da una parte o dall’altra in cambio di dollari o rubli. Allo scoccare del nuovo secolo le cose sono però profondamente cambiate. Gli Stati Uniti dopo alcune dolorose esperienze negli anni 90, hanno perso interesse nell’Africa e nuovi, o rinnovati, attori hanno cominciato a giocare da protagonisti. Una nuova e imprenditoriale Cina è stata la prima ad impegnarsi concretamente nel continente concedendo prestiti a lunga scadenza, costruendo strade, ponti e porti e soprattutto creando un sistema di mercato in costante crescita. Tutto in funzione del faraonico progetto della Nuova Via della Seta che coinvolgerà anche molti stati africani che hanno aderito con entusiasmo. A ruota di Pechino, la Russia del nuovo corso voluto da Vladimir Putin  ha puntato fortemente sull’Africa diventando il primo importatore di armi e tecnologia militare. Una mano pesante quella dei russi che attraverso fortissimi legami con le elite militari emergenti organizza continuamente colpi di stato, mettendo al potere giunte militai che aprono a Mosca le porte del Paese. La Turchia di Erdogan ha invece usato il doppio binario del commercio e dell’islam per tornare ad essere presente negli stati che avevano fatto parte dello sconfinato impero ottomano.  Una sorta di neo-ottomanesimo che Erdogan cerca di imporre sia nel Mediterraneo che nel Mar Rosso. Piccolo, ma organizzato lo stato di Israele ha sempre guardato con interesse alle occasioni che in Africa potevano concretizzarsi. Le guerre degli anni 70 avevano tagliato fuori Tel Aviv da ogni possibile contatto, anche se il Sud Africa dell’apartheid era rimasto al fianco degli israeliani. Il nuoco corso dei rapporti diplomatici incoranti dagli Accordi di Abramo, lanciano ancora una volta Israele come un partner importante per gli africani. Il piccolo stato mediorientale porta nel continente tecnologia in agricoltura e intelligence con esercitazioni fatte con i servizi segreti di tanti Paesi. Un nuovo e complesso scacchiere che vede la vecchia Europa sempre più marginale, con una Francia attaccata dalle nuove potenze per il suo passato coloniale e che vede crollare il suo impero economico in Africa occidentale che si sta trasformando da Francafrique a Russiafrique. La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchi Europa, il nuovo libro di Matteo Giusti analista geopolitico e africanista, tenta di spiegare l’estrema centralità che il continente africano ha già acquisito e che continuerà ad acquisire negli anni,  per le ancora enormi ricchezze, per la sua centralità geo-politica, per il suo ruolo come mercato emergente e per i suoi determinati voti in sede di Nazioni Unite. Insieme ad analisti internazionali come la Prof.ssa irina Filatova e il Prof. Vladimir Shubin  dell’Istituto di Studi Africani di Mosca, la prof.ssa Irit Bak dell’Università Moshe Dayan di Tel Aviv, turcologhi esperi come Federico De Renzi e giornalisti esperti di Cina come Pierre Haski di Liberation e Federico Rampini di Repubblica e la prefazione di un diplomatico di lungo corso come l’ambasciatore Sergio Romano, l’autore analizza come l’Africa sia il nuovo centro di un gioco che coinvolge già  tutto il pianeta".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"La loro Africa", ecco il nuovo libro di Matteo Giusti

ArezzoNotizie è in caricamento