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Jovanotti riparte da Oh Vita, il suo nuovo album prodotto da Rick Rubin e il ritorno all'essenzialità

Voce e chitarra. Via ogni orpello. Si parte di nuovo dalle origini. "Oh vita" è l'ultimo lavoro di Lorenzo Cherubini. Un album che segna un vero e proprio punto di rottura con quella che è stata sua produzione fino ad oggi. Oggi il debutto nei...

Voce e chitarra.

Via ogni orpello. Si parte di nuovo dalle origini.

"Oh vita" è l'ultimo lavoro di Lorenzo Cherubini. Un album che segna un vero e proprio punto di rottura con quella che è stata sua produzione fino ad oggi. Oggi il debutto nei negozi di dischi con l'etichetta Universal.

Al suo fianco in questo viaggio niente di meno che Rick Rubin, il noto produttore statunitense che ha affiancato artisti del calibro di Adele e Red Hot Chili Peppers. "Non l'avevo mai fatto, è stato faticoso, ma incredibilmente stimolante - ha detto Lorenzo durante la conferenza stampa di presentazione - Volevo essere all'altezza della situazione. A lui non interessava il mio passato, ma piuttosto questo disco. 'E voglio che interessi anche a te, senza continuità con ciò che hai fatto prima', mi ha detto. E non gli interessavano neanche i testi, voleva che l'emozione passasse dalla musica, non dalle parole". Un album dalla lunga gestazione ma dalla veloce realizzazione ("siamo stati in studio solo 18 giorni") con più anime, che si piazza a metà strada tra il cantautorato e l'hip hop, con incursioni nel reggae e nel folk romagnolo. "Oh, vita! ha due facce opposte: una più cantautorale e una più hip hop, da dj.

Aspetti dell'irrequietezza che da sempre mi appartiene - racconta Lorenzo, che ha scelto di presentare il nuovo lavoro nel Jova Pop Shop, il temporary shop di "figate" aperto per 11 giorni a Milano in cui trovare merchandising e oggetti a tiratura limitata il cui incasso sarà devoluto a quattro associazioni -. Non so se l'album piacerà o meno, ma è indubbio che sia una parte importante del mio cammino. Devo ammettere che in parte sono terrorizzato perché Rubin con questo disco mi ha messo a nudo, di fronte ai miei limiti, facendomi uscire dalla mia comfort zone, fatta di trucchi del mestiere e furbizie tecnologiche che si acquisiscono negli anni. Eppure è il disco più mio che ho mai fatto. Ha fatto la differenza e forse se faccio questo mestiere lo devo a lui, alle prime cose che gli ho sentito fare con i Beastie Boys. E pensare che ai tempi di Serenata Rap provammo a contattarlo, ma non ci rispose nemmeno...",

E poi il tour, che parte il 12 febbraio (e per questo esclude un passaggio al Festival di Saremo) da Milano, con 10 date (e poi 8 a Roma, 8 a Firenze e altre in tutta Italia "perché voglio prendere la residenza nei palazzetti"). "Siamo già al lavoro e... sarà una mega festa, si ballerà. Ci saranno 6-7 pezzi dell'album, e poi il cuore dello show sarà il mio repertorio. Ma la mia nuova pelle si sentirà anche sui pezzi vecchi, rivissuti in maniera più scarna, più rock'n'roll". E poi a giugno è pronto per partecipare al concerto per Pino Daniele.

"Se si riuscirà a organizzare, ci sarò"

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