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Il ruolo delle donne nella Giostra del Saracino: una ricerca in rosa

Un gruppo di studentesse del Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione del Dipartimento di Arezzo dell’Università di Siena ha svolto una ricerca sui ruoli e le attività delle donne all’interno della Giostra del Saracino...

Un gruppo di studentesse del Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione del Dipartimento di Arezzo dell’Università di Siena ha svolto una ricerca sui ruoli e le attività delle donne all’interno della Giostra del Saracino.

“Giostra del Saracino: una questione di genere” è il titolo del loro lavoro, coordinato da Loretta Fabbri, docente di Didattica dei processi educativi e formativi e direttrice del Dipartimento, che è stato presentato oggi al campus del Pionta nell’ambito delle iniziative promosse per la Giornata internazionale della Donna. Il lavoro nasce dentro un percorso didattico che vuole permettere agli studenti di partecipare alle pratiche di ricerca. “Lo ‘studente-ricercatore’ – ha spiegato la professoressa Fabbri - impara a fare ricerca e fa ricerca su temi importanti e utili. Il Saracino è una manifestazione sempre più importante, i quartieri sono luoghi di aggregazione dei giovani, dove si apprendono significati, pratiche e forme di convivenza sociale. La partecipazione delle donne rappresenta un’occasione di crescita e di emancipazione dei quartieri e della manifestazione. La ricerca svolta dalle studentesse universitarie – ha concluso la professoressa - pone delle questioni e chiede alla città di discuterne e condividere possibili soluzioni”. “Le donne hanno un ruolo da protagoniste nei quartieri e non solo dietro le quinte", ha detto l’assessore comunale alla Giostra Gianfrancesco Gamurrini, quartierista appassionato di Giostra e musico degli sbandieratori.

Le studentesse universitarie hanno intervistato veterani e giovani, rettori e capitani dei quattro quartieri e i presidenti dei comitati giovanili, il gruppo sbandieratori, i musici, il maestro d’armi e l’araldo, molti dei quali hanno partecipato alla presentazione di oggi coordinata dalla rappresentante degli studenti Valentina Fazzuoli.

“L’idea di una ricerca sulla Giostra del Saracino è nata dal nostro interesse per una manifestazione a cui teniamo particolarmente – hanno detto Alessia Mazzierli, Ilaria Tonioni, Letizia Giani, Marta Casini, Sofia Sandroni che hanno condotto la ricerca - . Siamo quartieriste, viviamo dentro i quartieri e siamo studentesse universitarie. Abbiamo quindi proposto questo tema per una ricerca sul campo all’interno dell’insegnamento di Didattica dei processi educativi e formativi, tenuto dalla professoressa Loretta Fabbri. La ricerca è stato lo strumento per capire le potenzialità e le criticità della “organizzazione Saracino” rispetto al ruolo che hanno le donne nella gestione e nella governance della manifestazione. Crediamo che al riguardo molto sia stato fatto, le nuove generazioni infatti vedono le donne come componenti attive e partecipanti. A nostro avviso era necessario andare oltre le opinioni e fare un'indagine rigorosa e oggettiva, capire chi fa cosa, come e soprattutto condividere con i quartieri linee di sviluppo che consentano a questa grande manifestazione di migliorare e accogliere i significati di cui le nuove generazioni sono portatrici. I dati confermano la vitalità dell’evento che nel tempo si sta attualizzando: la presenza delle donne in alcuni organi direttivi e comitati giovanili è un indicatore positivo.

Ma ancora i ruoli sono determinati, basti pensare che solo in due quartieri sono presenti due donne all'interno del consiglio direttivo. In genere emerge una fotografia dove le donne si occupano prevalentemente di cucina, pulizie, attività ricreative e di beneficenza, mentre gli uomini hanno ruoli direttivi, si occupano di cene e manifestazioni, gestione delle scuderie, ricerca di ‘forza lavoro’. Anche la Giostra come manifestazione è degli uomini.

Le posizioni degli intervistati cambiano a seconda delle generazioni: se i veterani faticano a prefigurare cambiamenti rispetto ai ruoli delle donne - storicamente il Saracino ‘non riguarda le donne’, presenti a partire solo dagli anni Sessanta –, i giovani intervistati sono disponibili ad andare oltre il significato storico e ad aprire gli organi direttivi alla partecipazione femminile. L’eredità storica, culturale e antropologica, che vedeva le donne nel mondo dei cavalieri e dei tornei medievali solo come spettatrici e mai come protagoniste, può essere reinterpretata.

Quello che vogliamo sottolineare – hanno concluso le studentesse - è che sappiamo fare molto altro. La ricerca ha come obiettivo sia quello di fotografare l’esistente sia quello di sollecitare possibili trasformazioni e può anche rappresentare un momento di apprendimento e di crescita. Parliamone. La nostra ricerca è a disposizione dei quartieri”.
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