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Gli escavatori tornano al Pionta: si apre la seconda campagna archeologica di Academo

Gli archeologi sono in città. Sono pronti a mettersi di nuovo al lavoro per quella che è la seconda campagna di scavi  al Colle del Pionta e targata Associazione Academo. E' con l'arrivo di luglio che il parco torna ad animarsi di ricercatori che...

Gli archeologi sono in città. Sono pronti a mettersi di nuovo al lavoro per quella che è la seconda campagna di scavi al Colle del Pionta e targata Associazione Academo.
E' con l'arrivo di luglio che il parco torna ad animarsi di ricercatori che proseguono con le indagini volte all'individuazione della tomba e al tempio di San Donato.

"Siamo pronti per tornare al lavoro - spiega il presidente dell'Associazione Academo, Mauro Mariottini - gli esperti che hanno già avviato i nuovi scavi sono in città e nei prossimi giorni gli escavatori torneranno all'opera. A coordinare il cantiere ci sarà il team dell’università di Tor Vergata, sotto la supervisione della professoressa e archeologa Alessandra Molinari. Come l'anno passato saranno loro a condurre gli studi sul posto e raccogliere le risultanze".

Tante le novità di questo secondo step che però verranno presentate ufficialmente nella conferenza stampa in programma per questa mattina a Palazzo Cavallo.

La ripresa degli scavai però è soltanto l'ultimo passaggio di un lungo, lunghissimo, percorso di studi che ha coinvolto varie realtà e vari soggetti ognuno dei quali ha dato il proprio contributo per approfondire la conoscenza di questa area.
Tra questi sono sono anche il Giorgio Verdiani del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e dai collaboratori dei laboratori Mirco Pucci e Carlo Gira. A loro, oltre si deve (tra le altre cose) anche la creazione di filmati e clip video in 3D attraverso i quali è stata realizzata una panoramica a 360 gradi di quello che era il Duomo Vecchio e il Colle del Pionta.

Il video permette di entrare nella cattedrale, ricostruita sulla base della pianta del Vasari e di altri indizi. Una sorta di punti uniti grazie alla ricostruzione che danno un’idea di come fosse verosimilmente.


“In realtà è stata un’operazione semplice fatta in base agli indizi a disposizione – spiega il professore Giorgio Verdiani – a quel poco che rimane del Duomo di San Donato e abbiamo creato la sua forma geometrica per capire quali fossero i rapporti tra le forme.”


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