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Giostra Saracino Centro Storico / Piazza della Libertà

Saracino: l'offerta dei ceri dà il via all'anno giostresco. Niente corteo e presenze ridotte, il programma

L'acuirsi dell’emergenza Covid e il numero sempre più alto di contagi dettati dalla diffusione della variante Omicron, hanno imposto una riprogrammazione della cerimonia

Niente corteo ma una forma ridotta e meno affollata della cerimonia che segna l’avvio all’anno giostresco 2022. Così come previsto dal calendario approvato dall’amministrazione comunale nel mese di dicembre scorso, sabato 15 gennaio si svolgerà l’offerta dei ceri al teatro Gregorio X. Un evento ricco di significato per il popolo del Saracino che segna l'avvio del percorso che culmina con la battaglia all'ultimo colpo di lancia tra i quattro quartieri della Giostra.

Ma, come già avvenuto nell'edizione 2021, anche quella 2022 sarà un’offera dei ceri a giri ridotti. Sì perché l’acuirsi dell’emergenza Covid e il numero sempre più alto di contagi dettati dalla diffusione della variante Omicron, hanno imposto una riprogrammazione della cerimonia.

L'evento, giunto alla ventiquattresima edizione, prenderà il via alle 18.45 con il ritrovo dei figuranti in piazza della Libertà, e non in piazza San Jacopo come consuetudine vuole, che si recheranno verso la cattedrale dove, alle 19, prenderà il via la cerimonia vera e propria di offerta dei ceri al beato durante la quale i quartieri doneranno i ceri decorati, come di consueto, dall’artista senese Rita Rossella Ciani. Ogni quartiere donerà una somma di denaro da devolvere al Caritas Baby Hospital, l’ospedale pediatrico di Betlemme gestito da suore cattoliche al quale annualmente, su iniziativa di don Alvaro Bardelli, va il ricavato della cerimonia.

Gregorio X, nato nel 1210 a Piacenza, quando venne eletto papa, nel 1271 alla fine di un interminabile concilio durato tre anni, si trovava in Terrasanta dove incontrò Marco Polo e i suoi fratelli dopo la loro avventura in estremo oriente. Era di ritorno, in compagnia del vescovo di Arezzo Guglielmo degli Ubertini, dal concilio di Lione quando si ammalò e fu costretto a fermarsi ad Arezzo con altri cardinali. Qui morì il 10 gennaio 1276 lasciando un cospicuo lascito per costruire una nuova cattedrale. Gregorio X è stato beatificato e dichiarato co-patrono della città assieme a San Donato. Fin dal 1327 la città decise che ogni anno si dovesse solennizzare l’anniversario della sua morte con un’imponente cerimonia in Duomo caratterizzata da un’offerta di 100 libbre di cera.

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