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Giostra Saracino

Luca Veneri, quanti ricordi: "Le vittorie, il cinque mancato, Gori e Sganappa. Ma ora la Giostra me la godo di più"

Trentanove volte sulla lizza, nove lance d'oro e zero rimpianti: "Avrei voluto Martino Gianni come allenatore, ma sono contento di quello che ho fatto. Domenica vince Santo Spirito, è il quartiere più organizzato. Ma occhio a Porta del Foro. Mio fratello Gabriele? Il palafreniere solo per lui"

Quasi trent'anni fa debuttava in piazza in sella a Kid, agli inizi di una carriera che lo ha visto trionfare nove volte. Sette lance d'oro conquistate a San Lorentino, due a Porta Santo Spirito, trentanove volte sulla lizza a prendersi onori e qualche manciata di polvere. La storia di Luca Veneri è legata a doppio filo a quella del fratello Gabriele, la coppia del quattro e quattr'otto che ha macinato successi giallocremisi e che adesso si è ricomposta sotto altre vesti. Il primo fa il palafreniere del secondo, promosso vice maestro di campo dopo aver ricoperto il ruolo di uomo a terra.

Luca, che rapporto hai con la Giostra oggi?

Per fortuna ho superato lo shock dell'addio da qualche anno. Il brivido c'è sempre, l'atmosfera resta magica eppure il Saracino da protagonista non mi manca. Mi piace di più godermelo da spettatore.

E come mai? C'è una spiegazione che ti sei dato?

Credo sia una evoluzione naturale delle cose. Del mio percorso sono ampiamente soddisfatto e appagato. Ho realizzato il sogno di correre Giostra, ho avuto la fortuna di vincere sia a Porta del Foro, il quartiere che mi ha fatto esordire, che a Santo Spirito, dove mi ero vestito da paggetto quand'ero piccolo. In tanti ancora mi riconoscono, mi sorridono e mi salutano. Non potrei chiedere di più.

53 tiri contro il buratto, 40 volte sul 4 e mai lo sfizio di prendere il 5. Roba da non credere.

Racconto questa. Nel 2004 Carlo Farsetti spinse per portarmi a Santo Spirito e creare una coppia forte, che avrebbe dovuto vincere con X. Solo che io il centro non l'avevo mai colpito. Al rettore Edo Gori dissi: “Vengo ma voglio Martino Gianni come allenatore”. Non miglioravo, avevo anche altri impegni con altre gare, mi serviva salire l'ultimo gradino. Poi Martino non arrivò e a me è mancato sempre qualcosa.

Comunque in gialloblu hai vinto due volte, prima di tornare a San Lorentino.

Tornai perché mi chiamò il rettore Sandro Sganappa, avrei dovuto fare l'allenatore e tirare su una squadra in cui c'erano già Innocenti, Parsi e Gabelli, tutti giovanissimi. Il progetto era affascinante, poi però il quartiere non se la sentì di lanciare subito quei ragazzi e mi rimisero in sella per le Giostre del 2014. Ma non andarono bene per noi.

Venendo all'attualità. Chi vince domenica?

Santo Spirito, a meno che non succeda qualcosa di clamoroso. E' il quartiere più organizzato: hanno tanti cavalli, riserve che vengono su bene, una scuderia attrezzata. Mi ricordano Sant'Andrea degli anni '90.

E poi ci sono Cicerchia e Scortecci, che ti ha spesso ringraziato per l'aiuto che gli hai dato agli inizi del suo percorso.

Mi hanno fatto piacere le sue dichiarazioni, lo stimo come uomo e come giostratore. Non erano parole dovute da parte sua, vuol dire che se le sente. Io sono contento di avergli dato una mano.

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Colcitrone lo vedi in progresso?

Vedo impegno, applicazione, lavoro ma in qualche giostratore non c'è la crescita che mi sarei aspettato. Qualche domanda a Porta Crucifera se la devono fare, anche se a mio parere un progetto tecnico deve durare almeno tre anni, sennò addio. Non tutti sono Elia e Gianmaria.

Lo ha detto anche Parsi in riferimento a Porta del Foro: “negli ultimi anni ci è mancata continuità”.

Ha ragione. Io e mio fratello abbiamo vinto sette lance d'oro, ma nei primi due anni restammo a secco. Senza un quartiere alle spalle, saremmo andati a casa e la storia sarebbe stata diversa.

Come si può spezzare il digiuno di San Lorentino?

Facendo le cose per bene. A Porta del Foro ci sono dei ragazzi in gamba, compreso Gabelli. Tallurino e Parsi hanno un potenziale ancora inespresso e che va a intermittenza. Però Giusti è l'allenatore perfetto per migliorarli: ci mette l'anima, ha passione. Secondo me Porta del Foro è un passo avanti a Sant'Andrea e Porta Crucifera.

La piazza la chiuderà proprio Sant'Andrea. Cosa ti aspetti?

Da quello che sento, che intuisco, al quartiere manca la serenità di prima. I risultati sono una conseguenza e il brutto esordio di Montini non c'entra, quello è un imprevisto che può capitare. Ormai li vedo di rincorsa anche come mentalità. Vedovini era una certezza, la sua assenza pesa. A favore avrebbero Lele Formelli, che è un grande professionista e un grande uomo di cavalli. Certo, il fatto di avere il contratto in scadenza rischia di penalizzare anche lui.

Ti saresti aspettato di vedere tuo fratello nelle vesti di vice maestro di campo?

Un po' sì. Non lo dico per il legame che c'è tra noi: ci mette dedizione, sa essere imparziale e autorevole, ha umiltà nel porsi. E' uno che sa stare in Giostra. Il palafreniere lo avrei fatto solo per lui.

I fratelli Veneri, Vedovini, Farsetti, Vannozzi, Cherici, Sepiacci, Giusti. Certo che la vostra era una bella generazione di giostratori.

E ai nostri tempi c'erano disturbi terribili alle carriere, non come oggi. Però il tempo passa, il Saracino è cambiato. Ed è bello lo stesso.

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