rotate-mobile
Giostra Saracino

"Io, Vedovini, il tempo che vola, Santo Spirito avanti, il Saracino nelle vene". La Giostra di Cherici

Il "Bricceca" tra passato e futuro: "Ho vinto tanto, non ho rimpianti. Scortecci e Cicerchia favoriti, ma occhio a Porta del Foro. Fosse possibile, proverei a fare l'allenatore. Se mi mettono oggi in sella a Pepito, non faccio cinque ma ci vado vicino"

L'altra sera se ne stava sotto le logge, gomito a gomito con Enrico Vedovini, a scrutare cavalli e giostratori durante le prove. Sembravano due quartieristi qualsiasi, invece erano un pezzo di storia del Saracino: 22 lance d'oro conquistate per Sant'Andrea prima di appendere le briglie al chiodo. Vedovini è fresco fresco di addio, Stefano Cherici ha lasciato nel 2017.

Di cosa parlavate, si può sapere?

Del passato, delle Giostre che abbiamo vinto e di quelle che abbiamo perso. Di un po' di cose nostre. Ci siamo fatti qualche risata, anche se il tempo vola.

E il Saracino cambia.

Dicevamo anche di questo. Già ai miei tempi fare il giostratore era molto impegnativo, oggi è diventato un lavoro a tutti gli effetti. Questi ragazzi sono sempre sul pezzo, d'estate e d'inverno. Non è casuale che il livello si sia alzato.

Hai nostalgia per la Giostra? O ti sei liberato di un peso?

Metà e metà. Gran parte della mia vita l'ho trascorsa in questo mondo che amavo e amo ancora. Però ricordo i sacrifici che ho sopportato quando avevo 20 anni e anche quelli di quando ne avevo 40. Non ho mai avuto un sabato libero perché era il giorno dell'allenamento. Aver riassaporato un po' di libertà mi ha fatto bene.

Di cosa senti la mancanza?

Della lizza, dell'atmosfera delle prove. Di Pepito. Non mi mancano i disguidi che ogni tanto c'erano al quartiere.

Pepito che fa adesso?

E' ad Arezzo, alle scuderie di Andrea Vernaccini. Ha 21 anni, è un cavallo di campagna, fa le passeggiate. Vado spesso a trovarlo.

Alle prove di questi giorni ti sei divertito o ti sei annoiato?

Mi sono divertito perché butto l'occhio sui dettagli, guardo tutto. Però tre quarti d'ora di prova per quattro giorni sono un'esagerazione. Non è come una volta che venivano giostratori da fuori Arezzo e dovevano allenarsi sul buratto. Oggi non ne vedo la necessità.

cherici_stefano_prove

A proposito di dettagli. Rossi e Montini, i due debuttanti, che impressione ti hanno fatto?

Tallurino me lo ricordo piccolo, in bicicletta. Stava accanto al campo prova dove cominciammo ad allenarci nel 2004. Veniva sempre di qua, era vivacissimo. Saverio l'ho visto crescere, figlio di quartieristi storici. Ma sono debuttanti diversi.

Rossi è più esperto.

Ha fatto tante prove generali, mi è sembrato molto sereno. Montini sta andando per gradi: aggiusta un paio di cose per sera, com'è giusto che sia.

Tu al debutto hai vinto subito. Facendo cinque.

19 giugno 2004. Indimenticabile.

Come ci arrivasti alla Giostra?

Senza dormire la notte. Cosa che non auguro a Francesco e Saverio.

Tallurino aprirà la piazza secondo te?

Ci può stare. Se fossi il capitano di Porta del Foro, deciderei dopo le prove e dopo aver sentito i giostratori. E' giusto che abbiano voce in capitolo. A me piaceva aprire la piazza per esempio.

Santo Spirito è davanti a tutti o hai qualche dubbio?

Scortecci e Cicerchia sfiorano la perfezione, è un dato oggettivo. Stanno mezzo scalino sopra gli altri e, per chi deve sfidarli, può diventare disarmante. Però ho visto bene anche Porta del Foro.

E Colcitrone?

C'è un cavallo esordiente al posto di Carlito Brigante. Hanno del lavoro in più da fare. Poi la Giostra, lo sanno tutti, è imprevedibile.

Poniamo il caso che sabato sera ti prendono di peso e ti mandano al pozzo. Che punteggio fai?

Dipende dal cavallo che mi mettono sotto. Con Pepito forse non faccio cinque ma ci vado vicino.

cherici-stefano-2

Una lancia in mano l'hai mai presa dopo l'addio?

Giugno 2021. Andai a trovare Pepito e feci un paio di tiri. Fu divertente.

Guardando Farsetti, Giusti, Sepiacci, Vannozzi, non hai mai pensato che allenare i giostratori potrebbe essere una strada da percorrere?

Se ce ne fosse la possibilità, proverei. E' un'ipotesi che mi incuriosisce, la Giostra ce l'ho nelle vene e quindi perché no?

Con Porta del Foro c'era stato un contatto qualche tempo addietro. Com'è andata?

E' successo due volte. La prima non trovammo l'accordo. La seconda, pochi mesi fa, c'è stata solo una chiacchierata. Poi però non ho sentito più nessuno e hanno preso Giusti.

Dopo cinque anni, avrai metabolizzato l'addio al Saracino. Se ti volti indietro, sei contento di quello che hai fatto?

Sono molto contento. Quando ho cominciato, non avrei mai immaginato di vivere una carriera lunga e con tanti successi com'è stata la mia. Rimpianti non ne ho perché ho sempre dato tutto, con i miei pregi e i miei difetti. Io e Vedovini siamo la coppia più vincente di Sant'Andrea, è una bella soddisfazione.

Ma è vero che tu ed Enrico ogni tanto litigavate? O sono solo chiacchiericci di Giostra?

Non abbiamo mai discusso. Mai. Però è vero che in alcune occasioni ci siamo dovuti chiarire a quattr'occhi. Non era colpa nostra, le incompresioni nascevano da chi ci stava intorno, dai “sentito dire”. Siamo due persone con caratteri e percorsi di vita completamente diversi, qualche attrito era anche fisiologico.

Per quello che hai vinto, non hai la sensazione di essere stato sottovalutato?

Non lo so. Correre per anni al fianco del giostratore più forte in assoluto, forse mi ha tolto un po' di luce. Ma non è mai stato un cruccio per me. L'altra sera con Enrico abbiamo scherzato anche su questo.

Sabato la seguirai la Giostra?

Sì, ma in televisione. Da quando ho smesso, dalla piazza non l'ho più vista.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Io, Vedovini, il tempo che vola, Santo Spirito avanti, il Saracino nelle vene". La Giostra di Cherici

ArezzoNotizie è in caricamento