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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura

Filumena Marturano rivisitata, appuntamento al Centro di aggregazione Fiorentina

Rivisitazione surreale e di grande livello artistico di un testo classico di De Filippo, quella che andrà in scena venerdì 23 marzo, inaugurando la XXIII edizione del Festival Nazionale di Teatro Spontaneo, ospite anche quest'anno del Centro di...

Rivisitazione surreale e di grande livello artistico di un testo classico di De Filippo, quella che andrà in scena venerdì 23 marzo, inaugurando la XXIII edizione del Festival Nazionale di Teatro Spontaneo, ospite anche quest'anno del Centro di Aggregazione Fiorentina, Via Vecchia 11 (dentro Porta S. Clemente), ingresso gratuito.

La "Filumena Marturano”, rivisitata in chiave di ricerca dal regista Raffaele Furno della Compagnia di Formia (LT) "Imprevisti e probabilità", vincitrice di numerosi premi, omaggia lo spettacolo e lo strepitoso personaggio creato da Eduardo, ma allo stesso tempo innalza testo e messa in scena a metafore universali di altro, così, utilizzando un'avvincente stile surreale, lo spettacolo si dipana tra il ring di un incontro di box, e una prigione / gabbia. La storia è nota: il tentativo di Filumena, ex prostituta, di dare dignità ai suoi tre figli dopo aver speso una vita nell’attesa che Domenico Soriano si decidesse a sposarla, invece di trattarla come amante, amica, confidente, segretaria, cameriera, ma mai come compagna di vita.

Il ring rappresenta la lotta infinita e sempiterna che questa donna, ogni donna, ha condotto e conduce per affermare la sua identità indipendentemente da quella dell’uomo – padre – amante – marito. Le forti emozioni represse da Filumena per anni si trasformano in altrettanti uppercut e ganci sferrati a Domenico, il quale fa di tutto per incassare ma anche per reagire agli attacchi. Nella seconda parte dello spettacolo, il ring si smantella completamente per diventare una prigione che ingabbia Filumena. Quando finalmente crede di aver raggiunto il suo obiettivo, e di potersi riposare dopo tante fatiche, Filumena è fisicamente ingabbiata dalla legge, dalla voce dell’avvocato che sciorina articoli del codice civile. Non si perdona ad una donna la rivoluzione contro il potere maschile, e la legge è dominio dell’uomo acculturato che possiede il linguaggio appropriato, a differenza di Filumena che non sa né leggere né scrivere. La gabbia che stringe Filumena è però simile a quella che blocca Domenico, ossessionato dalla necessità di sapere quale dei tre figli sia suo. Nessuno dei due protagonisti può vivere senza l’altro, nessuno dei due è realmente libero perché sono entrambi schiacciati dal proprio passato. La percezione che si ha alla fine è di aver visto lo spaccato della vita di una donna specifica, ma anche di aver assistito ad una rappresentazione della lunga storia di conflitto che contraddistingue i rapporti tra uomo e donna, in Italia così come in molte altre nazioni del mondo. E’ questo aspetto universale, assieme al valore letterario ed emotivo del testo, a fare di “Filumena Marturano” e del teatro di Eduardo, un classico che può comunicare le proprie intenzioni a generazioni e culture diversissime tra loro.

"E’ finalmente giunto il momento, rimandato e temuto per anni" afferma Raffale Furno "Ci sentiamo ormai maturi, percepiamo di aver acquisito una cifra stilistica ed estetica che ci contraddistingue. Per questo è giunto il momento, rimandato e temuto per anni, di mettere in scena uno degli immortali classici scritti da Eduardo De Filippo. Il testo è quello originale, con pochissime sfoltiture per renderlo più snello e contenerlo in un atto unico di 90 minuti anziché negli originali 3 atti edoardiani."

L’idea di elementi scenici semplici e che si trasformano a vista operati dagli attori è venuta al regista Raffaele Furno in sogno, mentre era nell’isola cinese di Taiwan per dirigere una commedia italiana in estremo oriente. La scena è quindi composta da quattro reti d’acciaio, nude, ruvide, taglienti, che vengono manipolate dagli attori per diventare le corde del ring, una gabbia, dei letti, delle poltrone. Gli stessi attori sono manipolati dalla visione registica, perché sono contemporaneamente dentro e fuori l’azione. La compagnia al completo è in scena per tutta la durata dello spettacolo e tutto, dai cambi costume ai cambi di situazione, avviene a vista.

Al suo debutto nell’agosto del 2016 lo spettacolo è stato definito “muscolare” “emozionante” “geniale idea del ring” “splendida la visualizzazione delle gabbie mentali, morali, e sociali dei protagonisti” “l’amore come agone che spesso non finisce nemmeno ai punti” “livello artistico molto alto e ne resti emotivamente fagocitato”.

La Compagnia Teatrale Imprevisti e Probabilità, vincitrice di oltre trenta riconoscimenti e premi, si è costituita a Formia nel 2005, nata dalla necessità vivifica di cinque attori di dare corpo alla propria idea di teatro, e di organizzare sul territorio attività laboratoriali, festival, e eventi d’arte. La Compagnia professa una poetica di scena come atto totale, in cui nessuno degli elementi è semplice ornamento: voci, colori, corpi, oggetti e suoni si ispirano a una coerenza creatrice che fa uso del paradosso, dell'incontro tra il sacro e il profano, tra l'aulico e il grottesco per rappresentare la varietà del mondo. Tratto distintivo degli spettacoli è l'ironia, lo strumento migliore per divertire il pubblico e, contemporaneamente, per invitarlo a riflettere. Commedia e tragedia non sono vissute come categorie che si escludono a vicenda, ma piuttosto come elementi sempre coesistenti della loro visione del mondo.

Il regista Raffaele Furno ha ottenuto un dottorato di ricerca in Performance Studies presso la Northwestern University di Chicago, ed è docente di Teorie della Performance e Storia del Teatro Italiano presso l’Arcadia University, Campus di Roma. Sono suoi gli adattamenti e le regie dei vari spettacoli portati in scena dalla Compagnia, per cui tra il 2014 e il 2017 ha ricevuto oltre 10 premi come miglior regista (Napoli, Ischia, Arezzo, Agugliano, Portici, Corigliano Calabro, Roma). Ha pubblicato inoltre vari articoli sulla storia del teatro contemporaneo in riviste internazionali del settore.

Ricordiamo che lo spettacolo è stato pluripremiato con i seguenti riconoscimenti:

Miglior spettacolo nazionale al Gran Premio del Teatro FITA 2017

Miglior spettacolo e miglior regia al Premio Mecenate di Roma

Miglior spettacolo al Festival del Teatro Augusteo di Napoli

Miglior spettacolo, miglior regia e miglior attrice protagonista al Festival del Teatro di Agugliano

Medaglia d’oro della Presidenza del Consiglio dei Ministri come miglior spettacolo dialettale

Miglior regia al Premio Nazionale 'Portici in Teatro; Premio Antonio Allocca’

Miglior regia, e migliori attore e attrice protagonista al Festival ‘Proscenio - L'arte della commedia in TV' di Quarto Canale Flegreo

Interpreti e personaggi: Soledad Agresti (Filumena Marturano), Isabella Sandrini (Diana), Valentina Fantasia (Rosalia), Giuseppe Pensiero (Michele), Annamaria Aceto (Anna), Raffaele Furno (Domenico Soriano), Ugo Fonti (Riccardo), Janos Agresti (Umberto), Sergio Locascio (voce dell’avvocato Nocella).

Costumi: Anna Andreozzi

Scene: Bruno Valeriano

Consulenza musicale: Isabella Sandrini

Tecnico audio - luci: Mauro Sandomenico

Foto di scena: Marco Pescosolido, Matteo Vocino

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