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I faggi secolari del Casentino diventano Patrimonio dell'Umanità

Un attestato, quello dell'Unesco, che rappresenterà di certo un elemento di richiamo turistico molto forte nei prossimi anni.

La provincia di Arezzo torna a contare su un sito Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco: si tratta del parco nazionale delle Foreste casentinesi, il particolare la suggestiva faggeta della riserva di Sasso Fratino.

L'Unesco ha ampliato infatti il numero delle faggete vetuste (che arrivano sino a 600 anni di età) protette: all'inizio il riconoscimento venne dato a quelle dei Carpazi, poi allargato a quelle di Slovacchia, Germania, Ucraina e ora, dopo un percorso iniziato tre anni fa, entrano nel novero le foreste di Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Italia, Romania, Slovenia e Spagna. Un totale di 63 faggete in 12 diversi Stati. Tra queste c'è anche quella casentinese.

Il riconoscimento è arrivato durante la 41esima sessione della commissione per il World Heritage, che si è riunita a Cracovia, in Polonia, lo scorso 7 luglio. Sono stati selezionati i siti migliori per importanza ecologica e conservazionistica: questo riconoscimento è il primo nella storia del patrimonio ecologico italiano.

6.936 ettari complessivi e il nucleo della riserva naturale integrale di Sasso Fratino di 784 ettari, a cui è precluso l'accesso.

Tra le prime - spiegano dal Parco - di particolare interesse sono le riserve biogenetiche, all’interno delle quali è possibile trovare faggete vetuste di valore pari a quelle presenti nella zona chiusa.

Tre le province interessate dall'inclusione italiana nella World Heritage List delle faggete vetuste d'Europa (Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe): ci sono i comuni di San Godenzo (in provincia di Firenze), Bagno di Romagna e di Santa Sofia (in provincia di Forlì-Cesena) e di Poppi, Pratovecchio e Bibbiena (in provincia di Arezzo).

Un attestato, quello dell'Unesco, che rappresenterà di certo un elemento di richiamo turistico molto forte nei prossimi anni.

Foto in copertina di Nevio Agostini: faggeta vetusta di Sasso Fratino

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