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Cultura

Di musica, amore e Arezzo. "In un elaborato impeto d'ira" è l'ode di Fry Moneti alla sua città (e non solo)

Il musicista per la prima volta ha indossato i panni dello scrittore dando vita ad un romanzo che racconta un piccolo, grande e romantico mondo nell'Italia del 1995

Arezzo è in ogni angolo, in ogni citazione, in ogni viuzza. Serpeggia e viene a galla anche quando fisicamente è lontana. Le battute dissacranti, l'atteggiamento un po' ringhioso e il cuore tenero tipici della "gente de 'Rezzo" emergono in ogni pagina. Francesco Fry Moneti, apprezzato e stimatissimo musicista, componente dei Modena City Rambles, della Casa del Vento e artista che vanta una carriera ricca e florida, ha dato vita al suo primo romanzo edito per Officina di Hank. Uno scritto semplice, pulito, molto divertente e che, in maniera esplicita, rende omaggio alla sua terra natale: Arezzo. 

L'anno passato per il buon Fry, come per molti altri professionisti della cultura, è stato un anno particolarmente impegnativo. Ma nonostante le difficoltà dettate dall'emergenza sanitaria Covid, con impegno e determinazione, ha messo in cantiere e portato avanti più di un progetto. Soltanto lo scorso gennaio, è uscito il suo primo album da solista - "Cosmic rambler" - per l'etichetta New model label di Ferrara. E poi, a distanza di una manciata di mesi, ecco che ha letteralmente spiazzato il suo pubblico proponendo "In un elaborato impeto d'ira", il suo primo romanzo. 

"I primi capitoli li ho scritti a mano su questo quaderno - mostra orgoglio Fry - è un omaggio alla mia terra. A causa delle restrizioni sugli spostamenti, per lungo tempo non sono potuto tornare ad Arezzo. Scrivere questo romanzo mi ha riportato in città. Ero proprio lì tra le vie, nelle piazze del centro". 

La storia narrata è quella di Vinnie Brody, alias Vincenzo Brodo. Musicita dal portentoso talento dopo una fulminea carriera nel mondo del pop, è diventato un turnista. "Di me in lui c'è sicuramente l'umurismo ma non molto altro. Il suo carattere è davvero molto differente dal mio - racconta - Certo, ci sono delle assonanze. Come me è aretino, per vivere fa musica, ama i fumetti, ma la sua personalità non è certo uguale alla mia. Anzi se lo incontrassi avrei difficoltà a relazionarmi con lui perché è davvero molto introverso".

Il periodo storico in cui si svolge la storia è il 1995. Il grunge, i grandi festival estivi, il periodo d'oro di Arezzo Wave, le clip trasmesse a rotazione su Video Music, le band in tournée a bordo di improbabili furgoni, i primi cellulari, le mappe stradali e quella voglia infinita di fare la differenza, di lasciare un segno nel mondo della musica. "È un omaggio a quegli anni che io ho vissuto e dei quali conservo un bellissimo ricordo - racconta ancora - ed è un tributo anche a quei ragazzi, colleghi musicisti, che hanno avuto una carriera fulminea, che non ce l'hanno fatta. Ho scelto di ambientare il romanzo in quel momento perché volevo distaccarmi dalla realtà attuale, mettere da parte i social, il web e l'invasione degli smartphone. Essendo un ragazzo "vintage" ho scelto di dare conto di quello che accadeva in quegli anni e di come era differente l'approccio al fare musica".

Il libro sarà alla fine di maggio in tutte le librerie e al momento è acquistabile tramite varie piattaforme web.

L'intervista completa a Francesco Moneti

La trama di "In un elaborato impeto d'ira"

Dopo aver attraversato indenne 4 decadi di palchi, dischi, concerti e chilometri macinati, e dopo avere ”prestato” le mani a tanti artisti, Francesco “Fry" Moneti decide di prestarle alla scrittura, esplorando in forma di romanzo, il complesso universo dei mestieri della musica, fatto di improbabili manager, di turnisti disincantati, di artisti alla perenne ricerca di un’altra occasione, di inguaribili innamorati del proprio strumento. Vinnie Brody, al secolo Vincenzo Brodo, è un musicista che ha assaporato per poco tempo il gusto del successo con un gruppo pop, e ora si è reinventato turnista, mercenario delle sette note che affitta agli altri le sue capacità dietro compenso. Una vita in stallo, vissuta a basso regime, sotto traccia. E’ un’Italia più semplice ed ingenua, che ha vissuto e deglutito l’opulenza degli anni ‘80 ed è appena uscita dallo scossone di Tangentopoli. Soprattutto è un’Italia in cui la vita non è scandita da aggiornamenti di profili web, selfie e foto degli aperitivi. E’ l’estate del ‘95 ed i goffi cellulari servono a fare telefonate, possibilmente molto brevi, visto i costi esorbitanti del traffico telefonico. E quell’estate del ‘95 Vinnie se la ricorderà per sempre.

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