“Due saggi dirompenti”. Il nuovo libro dell’autrice Lucrezia Lombardo
Da lunedì 11 aprile sarà disponibile in tutte le librerie d’Italia e negli store online il nuovo libro dell’autrice aretina Lucrezia Lombardo. Questa volta, l’opera che vedrà la luce è un testo filosofico che s’intitola “Due saggi dirompenti” e che affronta il tema dei rapporti di potere nella società postmoderna, analizzando la complessa questione della coscienza e della sua origine, uno degli hard problem della filosofia contemporanea e delle neuroscienze. Il libro, pubblicato da Divergenze e realizzato grazie alla volontà del Direttore editoriale, Fabio Ivan Pigola, con testi dei filosofi Massimiliano Marianelli e Marco Vagnozzi, fornisce una possibile soluzione al problema dell'origine della coscienza ed indaga le modalità di manipolazione che proprio alla soggettività si rivolgono attualmente. Con un taglio complesso e divulgativo al contempo, l’opera riesce così a mettere in crisi il paradigma produttivista, smascherando le ipocrisie del biocapitale. L’homo technologicus -protagonista del primo dei due saggi che compongono il libro- non s’identifica più con il proprio “io carnale”, ma con la personalità che ha costruito e disperso nella rete, dimenticando le risorse fisiche, emotive e relazionali, ed accettando di perdere irrimediabilmente la propria privacy. I frammenti dell’identità virtualizzata divengono adesso una fonte di profitto per l’economia immateriale propria del capitalismo monopolistico, un sistema che accumulando informazioni sui consumatori ed elabora mappe e profili psicometrici, allo scopo di indirizzare i gusti, gli acquisti, le scelte della massa. Il marketing usa dunque la virtualità e le immagini come surrogati della realtà corporea e li impiega per sollecitare i desideri che l’individuo non può appagare materialmente (dalla popolarità al successo, dall’efficienza alla bellezza), ma che trovano un’attuazione e uno sfogo nel web. La sudditanza volontaria utilizza, pertanto, l’escamotage del progresso tecnologico per illudere di un potenziale nuovo, e ciò ch’è più grave di una libertà mai vista prima, che a conti fatti è una schiavitù subdola e omnipervasiva. Il passepartout che lega a quello sbando è il linguaggio dell’opportunità, l’occasione più o meno unica che dà forza a un processo difficilmente reversibile. L’etica propagandata dai media, e adattata al senso comune dell’uomo ineducato al dubbio, si basa quindi sull’elaborazione di specifici imperativi, tra cui si annoverano quello alla salute e quello all’efficienza. Propugnati da tutti gli organi di comunicazione, dal sistema educativo e culturale come valori da abbracciare, tali imperativi decretano chi può fare parte della società e chi deve esserne escluso, sostenendo una macchina nella quale il singolo è un ingranaggio insignificante. Una volta esaltate e divulgate le norme da abbracciare in cambio dell’integrazione sociale, coloro che non si conformano o che osano porle in dubbio, subiscono l’esclusione e la cancellazione sociale, almeno nella forma dello screditamento e del ludibrio. La cancellazione e lo screditamento non necessitano di violenza esplicita per attuarsi, ma si servono piuttosto di un sottile meccanismo di colpevolizzazione: coloro che si oppongono o non interiorizzano gli imperativi sono nemici del bene collettivo, colpevoli di un eccesso di egoismo e di rifiutare di fare la loro parte per la salvezza del gruppo.
“Due saggi dirompenti” è quindi un testo intenzionalmente provocatorio e capace di infrangere le logiche standard del pensiero di massa, per innescare nel lettore un elemento imprescindibile ed essenziali per ogni discussione filosofica: il dubbio.
Per chi fosse interessato, il saggio è già disponibile, in copie numerate, sul sito della casa editrice Divergenze al link:
https://divergenze.eu/2022/04/