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De Giovanni, il re del noir al Passioni Festival: "Il vuoto lasciato da una donna scomparsa, tra i casi emblematici anche quello di Guerrina"

Maurizio De Giovanni, celebre scrittore partenopeo che con i suoi romanzi noir è perennemente in vetta alle classifiche, torna ad Arezzo e apre la sessione invernale del Passioni Festival. "Arezzo? Ci vorrei comprare una casa".

Arezzo ormai la conosce bene. L'ha visitata e ne è rimasto affascinato. "E' la città ideale dove acquistare una casa, perché rappresenta la mia maniera di intendere una città".  Maurizio De Giovanni, celebre scrittore partenopeo che con i suoi romanzi noir è perennemente in vetta alle classifiche torna in città e apre la sessione invernale del Passioni Festival presentando la sua ultima opera, dal titolo "Vuoto", che ha per protagonisti i poliziotti del commissariato di Pizzofalcone. L'appuntamento è per domani sera, giovedì 28 febbraio, alle ore 21 alla libreria Feltrinelli Point. 

Una storia attuale, attualissima: una donna che scompare, una professoressa di Lettere di un istituto tecnico che, all'improvviso, si volatilizza e lascia un enorme vuoto. Una collega della donna fa partire le indagini mentre il marito sostiene si sia trattato di un allontanamento volontario. Scattano gli approfondimenti della squadra investigativa de “I bastardi di Pizzofalcone” e, nonostante l'apparente tranquillità delle vite messe sotto indagine, si scoperchierà un abisso di odio.

Un romanzo che affronta il tema della violenza di genere. Si è ispirato alla cronaca degli ultimi tempi?

Il romanzo nero è fatto per questo: contrariamente ad altri generi, il noir serve per analizzare i fenomeni sociali, quello che accade quotidianamente. E così vai per strada e trovi questa terribile piaga che è la violenza sulle donne alla quale si aggiunge la vuolenza sui più deboli e su chi non può reagire. 

Come nasce il titolo, "Vuoto"?

Mi sono posto la domanda se un vuoto potesse pesare più di un pieno. La risposta è sì. I fatti ce lo raccontano: se non ci fosse stata la scomparsa Sarah, nessuno avrebbe saputo cosa stava accadendo ad Avetrana. Nessuno avrebbe saputo che un furgone bianco sostava fuori da una palestra se per giorni non si avessero avute più tracce di Yara. Nessuno avrebbe conosciuto lo strazio di Roberta Ragusa. E nessuno avrebbe conosciuto la storia di Guerrina, di tutti quei messaggi. In questo caso il vuoto pesa tantissimo, basti pensare che c'è stata una condanna a 25 anni, senza che sia mai stato trovato un corpo. Sono evidenti dimostrazioni di come il "vuoto" sia più pesante del pieno: tante sofferenze non sarebbero mai state conosciute se non ci fosse stato il vuoto enorme lasciato da queste donne. 

Anche ogni personaggio del suo romanzo però ha un proprio "vuoto"?

Sì, fondamentalmente è la solitudine, che porta all'esame delle proprie ragioni di vita o di non vita. La serie dei Bastardi è amata perché  nei personaggi si ritrovano aspetti della vita quotidiana. E' questa la motivazione del successo: la gente ritrova nel romanzo certe tinte e certe atmosfere che ama. 

Prima di dedicarsi alla scrittura ha lavorato in banca per oltre 30 anni. Domani sarà ad Arezzo, città di Banca Etruria: ha seguito la vicenda, cosa ne pensa?

Conosco i sacrifici dei risparmiatori, ho grande rispetto per la situazione dolorosa in cui ci si può trovare quando crolla la certezza. Penso però che con la vicenda Banca Etruria sia stato creato un precedente estremamente pericoloso per il resto del Paese. Vedo grandissimi margini di crisi, che avrà come conseguenza una ripercussione sulle banche: ecco, con questo precedente, mi chiedo, come sarà possibile affrontare crisi di istituti più grandi?

E' già stato ad Arezzo, che ne pensa di questa città?

Sono contentissimo di tornare: è una delle città più belle d'Italia e molto volentieri ci prenderei casa. Il centro storico e le strade medievali sono di una bellezza estrema. 

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