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Così il Duomo Vecchio tende la mano alla Cattedrale. Un progetto di sviluppo e riqualificazione per il Pionta

Un’unione ideale tra il Duomo Vecchio e la Cattedrale. Un legame che trova già forza negli occhi di chi, forse per caso e forse no, dalla sommità del Colle del Pionta lancia lo sguardo verso il Colle di San Piero (o Pietro) e lo vede subito. Il...

Un’unione ideale tra il Duomo Vecchio e la Cattedrale. Un legame che trova già forza negli occhi di chi, forse per caso e forse no, dalla sommità del Colle del Pionta lancia lo sguardo verso il Colle di San Piero (o Pietro) e lo vede subito. Il campanile che svetta sopra ai tetti di Arezzo e la facciata della chiesa dei Santi Pietro e Donato.

Alla base del progetto realizzato dall’architetto Iacopo Giannini c’è proprio questo concetto. Trovare un motivo di connessione fisica e spirituale tra l’Arezzo di oggi e quella del mondo antico.

Un’idea che può essere resa reale soltanto riqualificando e riscoprendo le radici della civiltà aretina dal luogo dove tutto, forse, secoli fa ha preso vita. E’ nella sua tesi di laurea che Giannini, con il supporto del professor Giorgio Verdiani, si è lanciato in una progettazione volta alla progettazione di uno spazio di interazione turistica e culturale all'interno dell’area archeologica del Colle del Pionta. pionta_duomo “Ho pensato alla necessità di rendere questo luogo fruibile a tutti – spiega Giannini – riuscire a renderlo appetibile e accessibile non solo per i visitatori ma, per tutti gli aretini. Così, dopo aver approfondito lo studio dell’area e degli scavi archeologici eseguiti sino ad oggi, ho pensato di progettare uno spazio espositivo e un percorso museale”. Cinque mesi di costante e incessante lavoro modulando la propria idea sugli studi già effettuati e sulla conformazione geologica del Colle del Pionta realizzando molto più che un semplice studio astratto. “Il principio che è alla base del mio operato – prosegue l’architetto – è che questa area sia ancora tutta da scoprire. Non per questo non può, e non deve, essere visitabile. Ho pensato a delle strutture modulabili e componibili che potessero essere rimosse e impiegate all’occorrenza altrove. Questo perché l’auspicio è quello di riuscire a proseguire con gli scavi nel Colle del Pionta e dunque, anche l’architettura, deve sottostare a questo principio di base. Altrettanto però è necessario condividere scoperte e nuove e passate con la popolazione e con gli interessati. Gli aretini conoscono pochissimo la storia di questo luogo. Per questa ragione è necessario offrire loro la possibilità di avere a disposizione uno spazio in cui formarsi e apprendere ”.

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