“Il Concorso Polifonico di Arezzo. Le origini e i primi anni”. Conferenza di Claudio Santori
Sarà Claudio Santori, esperto e noto musicologo aretino, a presentare martedì 14 febbraio, alle ore 17,30, all’Auditorium Ducci di via Cesalpino, il libro di Alfredo Grandini intitolato “Il Concorso Polifonico di Arezzo. Le origini e i primi anni (1952-1962)”. L’incontro, organizzato dalla Società storica con il patrocinio del Comune di Arezzo e la collaborazione della Fondazione Guido d’Arezzo, sarà coordinato da Luca Berti.
Il Concorso polifonico internazionale “Guido d’Arezzo” è da considerarsi oggi come una delle manifestazioni aretine più conosciute a livello internazionale. Nei 64 anni della sua storia il concorso ha ospitato migliaia di musicisti, giornalisti, critici che ne hanno decretato, nel campo della musica corale amatoriale, l’indiscutibile primato. La serietà dei programmi, il prestigio delle giurie, la validità delle proposte musicali hanno fatto delle giornate aretine un appuntamento ambito per complessi corali di ogni parte del mondo, contribuendo alla crescita della coralità. Il libro di Grandini ripercorre la storia dei primi anni della manifestazione, descrivendone le origini e ricordando fatti e personaggi che ne hanno accompagnato e caratterizzato la crescita e lo sviluppo.
Laureato al Dams di Bologna e diplomato in Canto artistico al Conservatorio Cherubini di Firenze, Alfredo Grandini ha affiancato alla sua attività professionale nella pubblica amministrazione un intenso impegno, anch’esso di livello professionale, nel campo artistico. Ha ricoperto incarichi dirigenziali nella Fondazione Guido d’Arezzo e nel Concorso Polifonico. Nel campo artistico, come solista (baritono), specializzato nel campo della musica antica, ha svolto una considerevole attività concertistica, sia in Italia che all’estero. Ha pubblicato monografie ed articoli in riviste specializzate.
Edito dalla Fondazione Guido d’Arezzo con il contributo del Ministero della Cultura, il volume è aperto dalla prefazione di Ferdinando Abbri e consta di 300 pagine, ricche di immagini fotografiche. Lo scorso anno il libro ha ricevuto il Premio Tagete per la sezione Saggistica.