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Chiude in trionfo il Passioni Festival: è l'anno dei record. Il sigillo di Insinna

Un trionfo, aldilà delle speranze più ottimistiche. Il sold out al cinema Eden per Flavio Insinna nella serata di chiusura mette il sigillo a un Arezzo Passioni Festival da incorniciare: quello più lungo (5 giorni), con il maggior numero di eventi...

Un trionfo, aldilà delle speranze più ottimistiche. Il sold out al cinema Eden per Flavio Insinna nella serata di chiusura mette il sigillo a un Arezzo Passioni Festival da incorniciare: quello più lungo (5 giorni), con il maggior numero di eventi (14), con ospiti straordinari (tra gli altri, Proietti, Leo, Abbate, Sacchi, Cristicchi, Fittipaldi, Lippi, Cerno e Capatonda, oltre a Insinna) e con il record di pubblico (più di 3mila spettatori).

“Volevamo fare un festival indimenticabile per la nostra splendida città, di dimensione nazionale, con ospiti incredibili e il tutto esaurito continuo. È andata esattamente così, anzi meglio di qualsiasi più rosea aspettativa. Cinque giorni pazzeschi. È stato bellissimo, dall'inizio alla fine. Arezzo non lo dimenticherà. Grazie a tutti voi", commenta il direttore artistico Andrea Scanzi. Cui fa eco Marco Meacci, ideatore della kermesse coordinata assieme a Mattia Cialini: “Abbiamo risposto a una latente ma straordinaria domanda di cultura. Arezzo è una città ricettiva quando la proposta è di qualità e ben veicolata. Un grande ringraziamento a tutta la squadra del Passioni Festival, ai nostri sponsor e al pubblico”.

Il gran finale ha visto salire sul palco Flavio Insinna, attore e conduttore televisivo. Che si è raccontato sul palco del cinema Eden per oltre un'ora e mezzo. Si è rivelato, ha parlato a cuore aperto, dialogando con Andrea Scanzi, e non si è sottratto alle domande sul caso Striscia. Ma è partito dagli esordi, con un grande ospite dell'edizione appena trascorsa: Gigi Proietti. “E' stato mio maestro. Con lui, ho visto davvero i lampi sul palco. E' come Obelix, Gigi è caduto nella pentola del talento”. Ha parlato delle sconfitte, come la bocciatura, cocente in gioventù, all'accademia di arte drammatica, ma anche di come si è rialzato. Ha parlato delle fiction, di Don Matteo, del provino per Affari Tuoi, degli anni in cui ha voluto dir basta con i 'Pacchi' (“Non avevo più niente da dire, dovevo fermarmi un po'”) e quando è ripartito. “Mi reputo un fortunato, per la mia carriera, per la mia famiglia”. E poi: gli amici, il ricordo del padre scomparso: “Persona dura, ma di grande esempio. Era medico, è lui che mi ha fatto avvicinare da bambino al mondo del volontariato”. Quando è esploso il famoso caso di Striscia, Insinna era con Emergency: prima in Sicilia, prima poi in Calabria. “Mi hanno chiamato gli amici, anche famosi, grandi registi che mi hanno testimoniato la loro vicinanza. Certo, tornassi indietro non direi certo quelle cose. E' successo in un ambito in cui do tutto, il mondo del lavoro. Questo caso mi ricorda quelle tristi storie in cui si deve rovinare la carriera di una persona. Mi dispiace, ho detto cose spiacevoli e chiedo perdono. Ma ciò che ho detto non è molto distante da quello che dicono tutti, in coda al semaforo”.

La serata evento con Insinna era stata preceduta da due appuntamenti, il primo, alle 18,30, era stata la presentazione del romanzo “Ogni città ha le sue nuvole” di Tommaso Avati. Introdotto da Andrea Scanzi e intervistato da Mattia Cialini, Avati, sceneggiatore di mestiere, ha parlato del suo primo libro, finalista al premio John Fante, un romanzo di formazione che vede un protagonista, il 14enne Alessandro, in lotta contro familiari e compagni di classe, tra cotte adolescenziali, ribellione, rivelazioni. “C'è molto di me in questo libro – ha detto Avati – e del rapporto complicato che ho con mio padre, il regista Pupi Avati. Ho cambiato prospettiva nei suoi confronti quando sono diventato padre a mia volta”. Presente anche l'editore del libro, Riccardo Cavallero della Sem (Società editrice milanese).

A seguire, alle 19,30, partecipato e coinvolgente incontro nella suggestiva location di Dona' dei Monti (in via Niccolò Aretino), con Maurizio Pratelli - critico musicale appassionato di vini e autore del volume “Vini e vinili” - e Andrea Scanzi. Un viaggio nel mondo dell'abbinamento audace tra vini e musica: sono state proposte le accoppiate Lubigo Croci e The Guns of Brixton dei Clash, il Vigne della Bra Filippi e D'yer Mak'er dei Led Zeppelin e l'Ageno La Stoppa con Son of a precher Man di Dusty Springfield. Un evento che ha stimolato la curiosità di enofili e appassionati di musica, accostando capolavori dei giganti del rock e l'artigianato di qualità delle piccole produzioni di vini naturali. Quindi l'epilogo, in serata, con Flavio Insinna.

L'Arezzo Passioni Festival è stato sostenuto da Prodigio Divino, Estra, Tft, Sabot, Atlantide Adv, Tenuta Sette Ponti, Italpreziosi, Vogue Hotel, ristorante La Pieve, Radio Italia 5, La Feltrinelli Point Arezzo, Centro di estetica di Sonia dalla Ragione, Officine della Cultura, Cinema Eden, Eden Tapas & Cocktail bar. Gli eventi sono stati trasmessi in diretta facebook sulla fanpage Arezzo Passioni Festival da Atlantide Adv.

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