Il disco

30 anni sul ring tra canzoni e passione. La Casa del Vento racconta l'umanità "Alle corde"

Dalla palestra di Lenny Bottai alla chitarra del mare passando per il ghetto e Kenmare per poi tornare ad Arezzo. Lanzi: "Un omaggio appassionato alla vita e alla nostra terra"

Claudia Failli Giornalista 14 maggio 2022 10:00

Nelle parole di ogni singolo testo c’è la passione per la vita. C’è la voglia di non arrendersi, nemmeno quando si è all’angolo. L’ultimo lavoro della Casa del Vento - “Alle Corde” - racconta soprattutto l’umanità. In tutte le sue sfumature e contraddizioni. Dieci brani, tra cui Mare di Mezzo che dopo il debutto online del 2020 ha trovato il suo album di appartenenza, “dove c’è tanto delle nostre esperienze personali. Pensa che quando ho buttato giù i testi alcuni di noi si sono emozionati fino alle lacrime” spiega Luca Lanzi, voce della band.

L’album, prodotto da Casa del Vento e Andrea Rovacchi, è stato registrato da dicembre 2021 a febbraio 2022 ed è stato realizzato grazie alla campagna di crowdfounding conclusasi nei mesi passati alla quale hanno partecipato oltre 400 sostenitori. “Una risposta strepitosa - aggiunge Lanzi - inutile nasconderlo, tanto affetto ci ha scaldato il cuore e reso orgogliosi”.

Un album sociale in tutto e per tutto anche se non mancano riferimenti espliciti al territorio, alla memoria storica, ai sentimenti, agli amori giovanili e alla complessità del mondo degli adolescenti. “Ci sono tante narrazioni differenti qui dentro - spiega ancora Luca Lanzi - nel Pane e le Spine, canzone che ho dedicato a mia madre, ho dato voce ai suoi racconti d’infanzia ambientanti in una Arezzo afflata dagli orrori della seconda guerra mondiale. In Born in the Ghetto un po’ si dai, raccontiamo pure di Saione e di tutte quelle realtà che finiscono ai margini del contesto socio-urbano. E poi “Raccontami ancora”, canzone per me catartica, narra del tema delle cose non dette tra un padre e un figlio”.

Un album che celebra anche i vostri 30 anni.

“Sì, per la verità la Casa del vento si è formata nel 1991 ma viste le limitazioni Covid abbiamo scelto di slittare di qualche mese”.

Il titolo com’è saltato fuori?

“Abbiamo preso in prestito questo termine dal mondo della boxe, sport caro a me e a Francesco Moneti - prosegue Lanzi - ci sembrava che fosse la metafora giusta per descrivere coloro che nella vita rischiano di andare o vanno al tappeto. Ed è propio di questi che noi parliamo in questo lavoro. Per la realizzazione del video del brano “Alle corde” abbiamo avuto pure la possibilità di entrare nella palestra di Lenny Bottai, Mangusta, ex pugile e campione intercontinentale superwelter. Attualmente gestisce uno spazio spettacolare a Livorno dove, tra i suoi atleti ci sono ragazzi provenienti da zone di guerra e richiedenti asilo. Lui gli offre la possibilità, attraverso lo sport di inserirsi nel tessuto sociale e trovare la propria dimensione. Invece i guantoni ritratti nella foto di copertina appartenevano a Sandro Mazzinghi “il motorino di Pontedera”, più volte campione di boxe sia europeo che mondiale”.

E poi, tra i brani, c’è “Girotondo a Sant’Anna”.

“Abbiamo avuto la possibilità di contare sulla collaborazione di Neri Marcoré - racconta - un amico comune gli ha raccontato del nostro progetto e della canzone che abbiamo scritto per ricordare l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema (560 vittime uccise il 12 agosto 1944 per mano nazista). E così si è offerto di fare la voce narrante per la intro a questo brano. Per noi un onore e un piacere averlo nel nostro disco”.

Già partito nei giorni scorsi il tour di presentazione dell’album che, dopo Arezzo, Bagnacavallo, Castiglion Fiorentino, porterà la band in giro per tutta Italia tra Firenze, Sissa, Parma, Monza e Sant’Anna di Stazzema ovviamente. Prima però, il 19 maggio Luca, Francesco, Sauro, Massimiliano, Fabrizio e Andreas partiranno alla volta di Parigi insieme a Mauro Valenti per la rassegna “Arezzo Wave in Paris”.