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Buon anno dalla Fondazione Guido D’Arezzo: per ribadire nel mondo che la nostra è la città della musica

In genere è “ti amo” che si declina in tutte le lingue del mondo ma per la Fondazione Guido D’Arezzo l’augurio di Buon Anno non ha bisogno di declinazioni, in quanto scritto nel messaggio universale della musica. Così, una cartolina...

In genere è “ti amo” che si declina in tutte le lingue del mondo ma per la Fondazione Guido D’Arezzo l’augurio di Buon Anno non ha bisogno di declinazioni, in quanto scritto nel messaggio universale della musica.

Così, una cartolina beneaugurante è partita da Corso Italia, dove ha la sede la Fondazione, per essere recapitata a migliaia di destinatari sparsi in ogni angolo del pianeta: sono i cori che nel corso dei decenni hanno partecipato al Polifonico, dalla Spagna al Giappone, e istituti culturali di livello internazionale.

Il disegno impresso nella missiva è stato realizzato appositamente da Alessandro Marrone: reca un’immagine stilizzata, di rimando pierfrancescano, di Arezzo e, fra le varie raffigurazioni, un pentagramma dentro l’elicoidale del dna. Nel tetragramma rosso è impressa invece la strofa di un inno in lode a San Giovanni, un canto gregoriano medievale di anonimo, da cui hanno preso origine i nomi delle note, con l’eccezione della prima, nei secoli successivi tramutata in do.

Il messaggio è chiaro: se la musica è talmente connaturata nella natura umana, c’è un luogo nel mondo che può fregiarsi, legittimamente, in virtù dell’opera ivi svolta da Guido Monaco, del titolo di “città della musica”. E questo luogo è Arezzo.

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