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Arezzo premia i suoi Maestri del Lavoro: la consegna de "Il Grosso" nel palazzo di Fraternita

Il Primo Rettore della Fraternita dei Laici Pier Luigi Rossi, terrà una conferenza storica "Il Grosso Aretino e l'economica della città nel XIII secolo" durante la cerimonia della consegna del riconoscimento di "Maestro del lavoro" a persone che...

Il Primo Rettore della Fraternita dei Laici Pier Luigi Rossi, terrà una conferenza storica "Il Grosso Aretino e l'economica della città nel XIII secolo" durante la cerimonia della consegna del riconoscimento di "Maestro del lavoro" a persone che si sono distinte nello sviluppo economico di Arezzo.

Il "GROSSO ARETINO" è il simbolo storico economico di Arezzo.

La cerimonia avverrà nel Palazzo di Fraternita in Piazza Grande venerdì 2 Giugno alle ore 16.30. La cittadinanza è invitata. STORIA ECONOMICA DI AREZZO

La storia di Arezzo può essere documentata anche attraverso le monete coniate nei secoli in città.

Il XIII secolo fu un secolo di grande sviluppo economico ed demografico di Arezzo.

Era uno stato libero ed indipendente, aveva circa 15000 abitanti, aveva una università una attività culturale eccellente in Italia.

Il grosso aretino e Arezzo potevano competere con il fiorino e con Firenze.

Vescovo e Signore della città e dello stato "Rei Pubblicae Arettii"

Il "grosso" aretino era la moneta d'argento dal peso di 2,30 grammi coniata ad Arezzo da Guglielmo degli Ubertini..

La moneta era composta per il 92,95 % di argento ed venne coniata dalla zecca aperta in città.

Il Vescovo di Arezzo aveva il privilegio dello "jus cudendi", concesso alla Chiesa Aretina dall'imperatore Enrico III.

Un privilegio concesso a poche città.

La moneta recava al dritto la croce patente con intorno "de aritio" ed una immagine una piccola mitria.

Al rovescio la figura intera di San Donato nimbato in abiti vescovili, benedicente e con pastorale.

La moneta ebbe un ruolo decisivo per lo sviluppo della economa di Arezzo, permise ad Arezzo di avere una "sua"moneta per commercializzare con città e terre, in particolare in Oriente e lungo il Mare Adriatico, con Ancona, dove i mercanti aretini avevano cercato gli sbocchi commerciali alternativi alle piazze tirreniche, dominate da Pisa e da Firenze.
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