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Tornano i quadri in Fraternita: oggi il primo trasferimento

Il Magistrato e il Primo Rettore, Pier Luigi Rossi, hanno accolto questa mattina nel Palazzo di Fraternita dei Laici la prima opera d’arte trasferita dalla sede del Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Si tratta di un olio su...

Il Magistrato e il Primo Rettore, Pier Luigi Rossi, hanno accolto questa mattina nel Palazzo di Fraternita dei Laici la prima opera d’arte trasferita dalla sede del Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna di Arezzo.

Si tratta di un olio su tela di Giovan Battista Girelli, pittura commissionata dalla Fraternita nel 1683 e rappresentante la Collina di San Fabiano e il paesaggio attorno della campagna aretina a nord della città, con evidente presenza degli Archi Vasariani. Una pregevole opera d’arte che ha anche un valore di documentazione topografica dell’Arezzo del ‘600.

Custodita per secoli nel Palazzo di Fraternita, nel 1956 fu trasferita nella sede del Museo Statale di Via San Lorentino, dove è rimasta fino a questa mattina.

Il Magistrato di Fraternita ringrazia con riconoscenza il dottor Stefano Casciu, Direttore del Polo Museale Toscana, il dottor Michele Loffredo, direttore Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna di Arezzo, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli.

La pittura è stata collocata in una grande Sala al primo Piano di Palazzo di Fraternita dedicata all’Acquedotto Vasariano. Nei prossimi giorni sarà inaugurato il restauro degli Archi Vasariani, con il ritorno definitivo, dopo anni, dell’acqua in Piazza Grande. Per celebrare l’avvenuto restauro dell’acquedotto vasariano il Primo Rettore e la Rettrice Daniela Galoppi assieme al Magistrato di Fraternita hanno deciso di raccogliere tutta la migliore documentazione pittorica, cartacea riguardante l'acquedotto vasariano in possesso di Fraternita per mostrarla alla Comunità Aretina.

L’acquedotto Vasariano e l’arrivo di acqua corrente dalla piana di Cognaia in città agli inizi del ‘600 furono un evento storico, vissuto con entusiasmo dal popolo di Arezzo, furono una opera di misericordia corporale: dare acqua agli assetati, in linea con i valori della più antica e autorevole Istituzione pubblica di Arezzo.

Nelle prossime settimane altre 12 opere d’arte di proprietà della Fraternita (Bartolomeo della Gatta, Rossellino, Spinello Aretino...), attualmente collocate nelle sale del Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna di Arezzo, in accordo con il Comune di Arezzo e con il Polo Museale della Toscana, ritorneranno dopo 61 nel Palazzo di Fraternita, per essere esposte in un percorso unitario delle più belle opere d’arte prodotte nei secoli in Arezzo.

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