Pifferi, Muse e Zampogne: tre concerti da non perdere
Torna ad Arezzo “Pifferi, muse e zampogne” il festival di musica popolare diretto da Silvio Trotta, che con l’associazione culturale Musicanti del Piccolo Borgo, da ben 23 anni, riafferma la valenza culturale della musica etnica e world attraverso concerti di rilevanza assoluta nel panorama del Folk italiano.
Il festival si apre giovedì 6 dicembre con la selezione nazionale di gruppi musicali o singoli artisti per la partecipazione al premio Folkest edizione 2019 - Alberto Cesa. Tre le diverse proposte artistiche che si confronteranno dal vivo nella storica sede del circolo culturale Arci Aurora di Arezzo.
Il primo gruppo folk a salire sul palco sarà i “Sambene” (in sardo ‘sangue’). In esso confluiscono gli studi di etnomusicologia della fondatrice, Lucia Brandoni, la capacità di scrittura del cantautore Marco Sonaglia, le interpretazioni raffinate delle cantanti Roberta Sforza e Veronica Vivani.
Seguiranno gli Archive Valley, Edoardo Petretti, Matan Rochlitz e Marco Zenini, un trio romano che trae ispirazione dall' Old-Time, la musica tradizionale degli appalachi americani. Per terminare I Calimani, un quartetto tutto aretino Mattia Tartaglia, Francesco Checcacci, Niccolò Mutarelli e Ivan Elefante con una proposta pop/folk molto originale. Il programma non mancherà di piacere al consueto pubblico di appassionati e alla giuria che, guidata come ogni anno dalla passione e dalla competenza di Silvio Trotta, avrà il suo bel da fare per giungere a una votazione finale.
Venerdì 7 dicembre aprirà la serata il grande Massimo Giuntini con le sue celeberrime uilleann pipes impegnato in un repertorio tra tradizione e composizione. Il musicista, casentinese di origine ma irlandese nell’anima, celebrato polistrumentista, virtuoso di aerofoni etnici, vanta prestigiose collaborazioni con i più famosi gruppi italiani di musica irlandese basti ricordare gli Whisky Trail, i Modena City Ramblers della prima ora, i Ductia e il formidabile duo con Raffaello Simeoni. Le dita sapienti di Massimo Giuntini, abbracciato alla sua uilleann pipes, accompagneranno il pubblico oltre i cieli d’Irlanda verso uno spazio dell’anima tutto europeo in un’idea di musica a 360 gradi come egli stesso ama definirla.
Seguiranno i Calicanto, storico gruppo della musica etnica italiana ,capitanati da Claudia Ferronato e Roberto Tombesi. Nascono nel lontano 1981 con il preciso obiettivo di lavorare al recupero e alla valorizzazione della musica tradizionale veneta e nord adriatica. Presentano “Rosa dei 20” concerto nato da brani cari al gruppo rivisitati in arrangiamenti che hanno nell'oboe di Alessandro Tombesi l'elemento di novità più rilevante.
L’ultima serata della manifestazione, Sabato 8 dicembre, è affidata ai Musaica. Presenteranno il loro cd “Canti e suoni dall‘Italia meridionale” pubblicato dall’etichetta discografica Radici Music Records di Arezzo. Musaica è composta da dieci giovani musicisti provenienti da Calabria, Puglia, Basilicata e Lazio. L’ensemble trova le sue radici all’interno del laboratorio EtnoMuSa, la prima orchestra universitaria in Italia di musica popolare, legata all’Università di Roma “La Sapienza”. Musaica si muove su due orizzonti: da una parte il lavoro di ricerca e di interpretazione di canti e suoni appartenenti alla tradizione popolare, dall’altra propone brani inediti, composti a partire dalle sonorità delle terre d’origine. Particolare attenzione è rivolta agli strumenti tradizionali: organetto, launeddas, bouzouki, lira, tamburi. I timbri di questi strumenti, uniti al canto delle cinque voci del gruppo, rappresentano il suono“Musaica”.
Il festival si arricchisce Sabato 8 dicembre con “Il battito e il respiro” laboratorio di canto e tamburo tradizionale siciliano con Francesco Salvadore.
Tutti i concerti iniziano alle ore 22,00 - ingresso libero con tessera Arci