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Margherita Vicario bambina ribelle insieme all’Orchestra Multietnica di Arezzo

Margherita Vicario e Orchestra Multietnica di Arezzo insieme, dal Teatro Petrarca di Arezzo, per il concerto del Primo Maggio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ArezzoNotizie

L’Orchestra Multietnica di Arezzo sarà tra i protagonisti del concerto del Primo Maggio organizzato da iCompany e promosso da Cgil, Cisl e Uil. L’ensemble aretino debutterà sul palco virtuale di Piazza San Giovanni, quest’anno nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, in diretta su RAI 3 e Radio 2, al fianco di Margherita Vicario, attrice e cantautrice, giovane talento romano autrice di un eclettico percorso artistico tra cinema, fiction, palcoscenico e studi di registrazione. Margherita Vicario sarà interprete con l’OMA, in prima visione nazionale, della rilettura di uno tra i suoi ultimi singoli, “Abauè (morte di un trap boy)”, lanciando nello stesso tempo il progetto che la vedrà in tournée nella prossima estate, insieme all’ensemble diretto da Enrico Fink, con le “Storie della buonanotte per Bambine Ribelli”, dal best seller di Francesca Cavallo e Elena Favilli edito da Mondadori. Un progetto originale, firmato da Argot Produzioni, Progetto Goldstein e Officine della Cultura, in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini, che porterà in scena una riflessione sulla figura femminile e insieme sul fenomeno migratorio nei cui numeri dominano le donne “anche se se ne parla poco” come scrive Elena Favilli. Regia di Francesco Frangipane.

Tra i protagonisti della performance che andrà in scena sabato 1 maggio ci sarà anche il Teatro Petrarca di Arezzo, sede della registrazione grazie al contributo della Fondazione Guido d’Arezzo e alle riprese di Materiali Sonori e Blanket Studio. Un teatro vuoto illuminato dalla freschezza di Margherita Vicario e dalla vitalità dei trenta musicisti dell’OMA, con una dedica al lavoro, dopo i tanti mesi di fermo dell’intera categoria legata allo spettacolo dal vivo, all’autodeterminazione femminile al di là dei confini geografici, sociali e culturali e alla necessità di ricostituire il prima possibile quell’animato tessuto sociale, portato avanti dalle associazioni di volontariato, capace di valorizzare singoli individui come intere comunità.

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