Il petrolio aumenta di prezzo, i carburanti derivati lo seguono in fila indiana. Il costo al barile si è innalzato come non succedeva da 18 mesi a questa parte a causa della scelta del cartello dell'Opec (l'organizzazione dei paesi esportatori) di diminuire la produzione. E' bastato l'annuncio del taglio di 1,2 milioni di barili al giorno dal 1° gennaio 2017 a far impennare il prezzo (oggi circa 54 dollari al barile di greggio).

Un incremento sensibile del prezzo dei prodotti raffinati c'è stato. Nell'arco di una giornata è stato registrato l'aumento secco di un centesimo di euro circa, sia per la verde che per il diesel.

Così nell'Aretino

La media provinciale di Arezzo, calcolata dall'osservatorio Carburanti Italia, è di 1,492 euro per la benzina e di 1,347 per il gasolio. Tuttavia, nelle stazioni di servizio più economiche, si può arrivare fino a 1,4 euro per la prima e scendere sotto l'1,3 euro per il secondo. La media nazionale è più bassa di quella della provincia di Arezzo: un centesimo in meno per tutti e due i tipi di carburante.

La speranza

Gli aumenti, tuttavia, potrebbero essere temporanei e i tagli alla produzione annunciati rappresentare uno spauracchio non così temibile. Perché non è detto che i tagli effettivi siano dell'entità prospettata. Non resta che attendere l'evoluzione del prezzo del petrolio nei prossimi giorni.

è di Non si è fatto attendere l'effetto Opec sulla rete carburanti italiana. La decisione del cartello di tagliare dal primo gennaio la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno rispetto ai valori di ottobre (portandola quindi a 32,5 milioni circa), si è riflessa immediatamente in una fiammata delle quotazioni di greggio e prodotti petroliferi e cascata in un aumento dei prezzi raccomandati delle compagnie. In particolare, a muoversi oggi sono state Eni e Totalerg, con correzioni al rialzo su benzina e diesel di 1 centesimo.