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Economia

Voice, la prima fiera orafa nell'era Covid. Ciabatti: "Una luce dopo 7 mesi di buio cosmico"

Grande fermento intorno a Voice, la prima fiera orafa post lockdown che è in corso a Vicenza

Sono 370 tra cui molte aretine le aziende che da ieri espongono a Voice la fiera voluta da Ieg a Vicenza dopo sette mesi dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Ieri c'è stato l'evento inaugurale, al quale ha preso parte anche Ivana Ciabatti presidente di Federorafi.

“Voice non è solo la voce ma è, soprattutto, il faro, la luce sul pianeta orafo italiano che dopo 7 mesi di buio cosmico, con dati di andamento da “era glaciale” che registra perdite di export stabilmente intorno al meno 40/50%, oggi qui a Vicenza, in Italia, mostra al mondo intero di aver rialzato la testa e di voler riprendere il cammino" ha detto l'imprenditrice orafa aretina e rapp

Voice, nuovo look per gli stand alla fiera di Vicenza

Un layout luminoso e un grande fermento di business hanno accolto un pubblico già numeroso dalla prima mattinata e che durante i tre giorni di manifestazione potrà attraversare i padiglioni nella massima sicurezza, grazie all’impegno di Ieg nell’applicazione del protocollo safe business, in linea con la comunità fieristica mondiale.

Quello che si è inaugurato ieri mattina a Vicenza è un format che supporta concretamente il comparto orafo-gioielliero nella ripresa post-lockdown e che gli permette di brillare agli occhi del paese e del resto del mondo.

Per il presidente di Italian Exhibition Group Lorenzo Cagnoni il format è “nato ascoltando le aziende, per le aziende. Ripartiamo dalla bellezza – ha affermato -, valore assoluto di un Made in Italy che qui trova voce per aprire una nuova stagione che riafferma l’importanza della fiera quale strumento strategico per le aziende, per riallacciare quelle relazioni fondamentali all’interno del settore produttivo, tra le filiere e i mercati internazionali”.

Intanto le associazioni di categoria della filiera riunite a Vicenza per Voice hanno “consegnato” al Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio, la lista dei “must” per spingere la competitività delle imprese a livello internazionale tra internazionalizzazione, semplificazione fiscale, formazione, sostenibilità.

Le 14 richieste al Ministro degli esteri

Il documento avanza precise richieste in tema di internazionalizzazione: velocizzazione dell’iter parlamentare per ratificare la Convenzione di Vienna sui metalli preziosi, attivazione di help desk per i contenziosi delle aziende con i paesi esteri, potenziamento degli accordi commerciali, non solo con Usa e Giappone ed eliminazione dei blocchi doganali sul Corallo Rosso del Mediterraneo, attivazione di “fast line” per la partecipazione alle fiere di settore nel nostro Paese e, attraverso le nostre sedi diplomatiche, la presenza di operatori italiani nei paesi strategici per l’export, supporto alle PMI nell’accesso ai programmi di E-Commerce e avvio di una campagna di comunicazione trasversale del “brand Italia”.

In termini di semplificazione fiscale si domanda di estendere il regime di Reverse Charge alla filiera di produzione e commercializzazione del gioiello e di emendare le modalità di applicazione dell’art. 128, U.C. DEL T.U.L.P.S. per abbreviare i tempi del “fermo amministrativo o cautelare” nelle operazioni tra operatori del settore.

Rilanciare i percorsi formativi professionalizzanti e finanziare la presenza di progetti di istruzione superiore sono le richieste per garantire il ricambio generazionale nel settore e non depauperare un patrimonio di conoscenze unico al mondo.

Per la sostenibilità si chiede a Di Maio (che parteciperà a Voice il 14 settembre) che l’Italia si adoperi per estendere e armonizzare le misure di tracciabilità a tutti i paesi europei e sostenga la candidatura del nostro Paese per l’emissione delle certificazioni “Kimberley Process” per la regolamentazione europea in tema di distinzione tra diamanti naturali e artificiali.

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