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Mercoledì, 24 Aprile 2024

VIDEO | "Prezzi alle stelle, è così che si chiudono le stalle". Agricoltori aretini in protesta

Oggi la manifestazione a Venturina Terme ha visto la partecipazione di tanti agricoltori aretini

Tanti trattori, un mare di bandiere verdi e una miriade di cartelli, spiritosi, seri, originali per dire che così non va.

Le voci raccolte alla partenza del pullman, che ha accompagnato gli agricoltori aretini a Venturina  Terme (Campiglia Marittima LI), oggi “capitale” della protesta, raccontano bene le difficoltà di un settore strategico non ancora sufficientemente attenzionato.

I costi alle stelle, soprattutto dei carburanti, rischiano di far precipitare i bilanci aziendali e di mettere ko le aziende che, con difficoltà, stavano uscendo dal tunnel della pandemia.

La fauna selvatica distrugge raccolti e produzioni ed è un problema irrisolto che causa danni ingenti, poco o nulla risarciti.

Sono queste le principali questioni sul tappeto, a cui si aggiungono problemi nuovi: lo spettro della peste suina che potrebbe affacciarsi anche in Toscana come ha già fatto in altre regioni; la mancanza di una politica irrigua capace di garantire alle imprese acqua in quantità sufficiente tutto l’anno, per contrastare gli effetti di una crisi climatica sempre più evidente; la necessità di valorizzare la multifunzionalità, fondamentale strumento per migliorare il reddito aziendale e consentire la sopravvivenza di tante strutture altrimenti destinate alla chiusura. Problemi che creano tante, troppe incertezze e che scoraggiano il ricambio generazionale.

A sottolineare la condivisione dei messaggi lanciati dagli agricoltori la presenza di tanti sindaci e rappresentati delle istituzioni locali, a cui, prima della manifestazione Cia Arezzo ha presentato un documento con idee, soluzioni e richieste per dare un futuro all’agricoltura.

Perché Venturina Terme non è stata solo la capitale della protesta ma anche della proposta.

La solidarietà della presidente della Provincia di Arezzo

“Condivido la preoccupazione e la mobilitazione degli agricoltori aretini  - afferma la Presidente Chiassai Martini – che operano in contesto socio economico già fortemente provato dal Covid a cui si sono aggiunte le pesanti conseguenze del conflitto in Ucraina che sta mettendo in ginocchio le imprese. Stiamo assistendo al progressivo aumento dei costi dell’energia, ad una speculazione sui beni primari, a crescenti criticità sui territori legate anche al fenomeno della proliferazione incontrollata della fauna selvatica, senza interventi concreti di medio e lungo termine per risollevare e aiutare il settore. Il conflitto in Ucraina, in particolare, sta impattando sulla crisi agricola per il blocco degli scambi commerciali, per la volatilità dei prezzi e dei costi di produzione, per la contrazione dell’offerta sui mercati e un’inflazione che si attesta su livelli mai visti in precedenza. Per quanto motivo, Governo e Regione devono intervenire urgentemente e in maniera più incisiva per difendere l'agricoltura e l'agroalimentare italiano, settori trainanti e fondamentali della nostra economia che non possiamo lasciare da soli. Occorre che si proceda con politiche mirate e atti concreti che tutelino le imprese, prodotti e la qualità del made in Italy. L’Italia deve farsi garante in sede europea per l'attivazione di misure appropriate e tempestive verso una politica energetica seria che punti a renderci sempre più autonomi dall’approvvigionamento da altri Paesi e l’introduzione di strumenti di gestione finalizzati a calmierare i prezzi sui mercati per portare più stabilità ai redditi degli agricoltori. Il mondo agricolo è giunto ormai allo stremo. È chiaro che necessiti di attenzione e di ascolto per affrontare anche a livello regionale l'annosa condizione della presenza di fauna selvatica e di predatori nei territori che ha superato ogni limite. Una criticità diventata esponenziale da quando la Provincia è stata privata per legge delle funzioni in agricoltura e caccia e pesca a con danni incalcolabili ed evidenti sui territori. Ritengo che la Provincia sia un presidio irrinunciabile di gestione e di controllo del territorio che soltanto se saremo in grado di superare i disastri causati dalla scellerata legge Del Rio potremmo trovare soluzioni efficaci anche per il comparto agricolo e l’ambiente che rappresentano un investimento in prospettiva per lo sviluppo della nostra economia” 

Civitella al fianco degli agricoltori

Dalle campagne aretine una maxi partecipazione alla manifestazione di sensibilizzazione sui disagi e le difficoltà del settore agricolo promossa, mercoledì 20 aprile, da Cia Agricoltori Italiani a Venturina Terme in provincia di Livorno. 

L’iniziativa punta a sostenere una piattaforma che l’associazione di categoria ha già illustrato a sindaci, consiglieri regionali e parlamentari del territorio e che sarà poi presentata al governo regionale e quello nazionale. Tra i principali problemi evidenziati i costi di materie prime e carburanti, i danni all’agricoltura provocati dalla fauna selvatica, la poco efficace gestione della risorsa acqua a scopo irriguo, l’urgenza di misure adeguate a sostenere i territori più fragili e i settori in maggiore difficoltà.

L’amministrazione comunale di Civitella in Val di Chiana per manifestare sostegno e adesione, ha deciso di partecipare personalmente, con l’assessore alle Politiche agricole Ivano Capacci, alla manifestazione e di sfilare nelle strade di Venturina a fianco degli imprenditori insieme a Cia Arezzo.

“Siamo presenti nel sostenere le difficoltà del mondo agricolo – ha commentato l’assessore Capacci –. La grande e convinta adesione dalle campagne della provincia è la spia di un ormai diffuso malessere che attraversa tutti i settori, dall’allevamento alle colture, toccando pesantemente anche le attività complementari come agriturismo, vendita diretta e agri-ristorazione. Unanime l’attenzione e la massima condivisione delle preoccupazioni e delle proteste di agricoltori e allevatori”.

“La manifestazione di oggi è una manifestazione di protesta ma anche di proposta. L’agricoltura ha bisogno di misure concrete e urgenti per uscire dal tunnel della crisi, per dare certezze alle imprese e speranze ai giovani, scoraggiati a lavorare nel mondo agricolo e a dare vita a quel ricambio generazionale necessario. Siamo scesi in piazza per difendere i diritti di un comparto essenziale, per la produzione del cibo, adesso quanto mai necessaria, ma anche per la difesa e il presidio dell’ambiente, del paesaggio e per l’erogazione di tanti importanti servizi. È indispensabile riportare l’agricoltura al centro dell’agenda politica. In particolare alcuni temi non sono più rinviabili. Come la gestione della fauna selvatica che, oltre a danneggiare pesantemente le nostre imprese, ormai è un problema di sicurezza anche per la collettività. E il corretto e attento utilizzo della risorsa idrica, per superare la visione miope del prelievo autonomo e promuovere una distribuzione collettiva dell’acqua, fondamentale per fronteggiare la crisi climatica e per migliorare la qualità dei nostri corsi d’acqua e delle falde”, ha commentato la Presidente Serena Stefani.

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