A sostenerlo è Il Sole 24 Ore che, nelle sue colonne, racconta come in questi giorni ad "essere contattate dall’Autorità di risoluzione, assieme ai cda delle banche guidati da Roberto Nicastro e dagli advisor (lo studio Chiomenti per gli aspetti legali, Société Générale per quelli finanziari e Oliver Wyman per quelli strategici) sarebbero state le italiane Ubi, Bper e Popolare Bari. Così come è realistico che i canali siano aperti anche con le due banche francesi attive in Italia, ovvero Cariparma e Bnl-Crédit Agricole". Secondo le informazioni riportate dal quotidiano di economia, Ubi potrebbe essere interessata a Carife, Bper starebbe esaminando i conti di Banca Marche e Banca Etruria e la Banca Popolare di Bari avrebbe individuato Carichieti.
Il data room virtuale di questi istituti sarebbe stato riaperto in modo tale da favorire l'accesso alle informazioni necessarie per valutare se (e quanto) avanzare delle offerte economiche.
I tempi però sono sempre più streti visto che, come espresso dall'Unione europea, entro settembre dovranno essere avviate le procedure di cessione delle quattro good bank altrimenti scatterebbero le procedure di sanzione sugli aiuti di Stato.
I tempi però sono sempre più streti visto che, come espresso dall'Unione europea, entro settembre dovranno essere avviate le procedure di cessione delle quattro good bank altrimenti scatterebbero le procedure di sanzione sugli aiuti di Stato.
"Certo è - si legge ancora sul Sole 24 Ore - che per i quattro istituti nati dal salvataggio del novembre scorso di Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Etruria, Banca Marche e la Cassa di Risparmio di Chieti si va profilando non più una cessione in blocco, ma per singola entità. Anche perché, in seno all’Autorità di risoluzione di Banca d’Italia, c’è la consapevolezza che la somma del valore delle singole cessioni possa essere superiore all’ammontare offerto fino ad oggi per l’intero blocco".